Civati anticipa a Renzi l’ipotesi di scissione: “possibile nuovo partito di sinistra”

Se non cambia linea, noi non ci candideremo con lui in eventuali elezioni anticipate di forza. Possibile composizione, ma bisogna essere in due. Le ricette economiche di Berlino e di Bruxelles non sono adeguate alla crisi

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Bologna – “Un partito a sinistra del Pd si costuituirà se Renzi continua così“. La ‘minaccia’ – ma ha il vero sapore di ‘promessa’ – è arrivata questa mattina dal leader della minoranza Pd, Pippo Civati, a Bologna per presentare il “Patto del non Nazareno” in un incontro presso l’associazione “È possibile”. “Non è colpa o responsabilità nostra – ha spiegato Civati a margine della manifestazione – noi segnaliamo questioni fondamentali come la riforma della Costituzione fatta meglio, una legge elettorale in cui i cittadini scelgano gli eletti e non siano i politici a scegliersi tra di loro, una riforma del lavoro che non sia una cosa di destra come quella che abbiamo visto finora. Per me il percorso non finisce qui e non è necessario scindersi – ha aggiunto Civati – se però non c’è la disponibilità da parte di Renzi a confrontarsi con questa parte di Paese ognuno ne trarrà le conseguenze“.

Un patto questo, ha spiegato Civati, “già sottoscritto da formazioni politiche riconoscibili, come il capogruppo di Sel Arturo Scotto, come le formazioni verdi che spero si riunifichino; c ‘e’ qualcuno che rappresenta la lista Tsipras, ci sono molti movimenti, c’è Nadia Urbinati che è sempre la prima firmataria di appelli per la Costituzione…Per ora siamo partiti da chi conosciamo – ha concluso il leader della minoranza Pd – ci sono anche tante figure che non hanno etichette: apriamo uno spazio politico, secondo me molto largo e molto vivo“. 

In precedenza Civati aveva affermato una cosa più precisa. “Se Renzi si presenta con il jobs act e con le cose che sta dicendo a elezioni a marzo (elezioni fortatamente anticipata, ndr) non saremo candidati con Renzi“. Un anticipo di scissione. “Se la legislatura proseguirà – ha proseguito – noi abbiamo un programma e un progetto. Ci si rivolge alle forze parlamentari senza guardare le loro provenienze: chi è d’accordo sottoscrive il patto e si vota di conseguenza in parlamento. Soprattutto quando si tratta di Costituzione non c’è una disciplina di partito, non c’è neanche un programma elettorale ne’ un programma di governo perché Renzi non ha mai scritto nulla“, ha sottolineato. 

Quindi – ha concluso Civati – ci sentiamo responsabilmente liberi“. “Se il programma questa volta lo scriviamo e non sono considerate le nostre ragioni – ha spiegato Civati rispondendo all’ipotesi di eventuali elezioni anticipate – è più serio dire andate avanti voi da un’altra parte, noi faremo qualcosa di diverso“. “Non è una scissione – ha concluso Civati – è una presa d’atto di una differenza“.

Sull’assemblea del PD di domani, Civati ha affermato di essere “sereno”. Per il leader della minoranza del partito, l’assemblea di domani “è un thriller, Renzi decide di notte…“. “Io sto sereno, come consiglia di fare lui da tempo: non ho niente da perdere, qualcun altro ci perse Palazzo Chigi“, ha concluso Civati, riferendosi all’hashtag #staisereno inviato da Matteo Renzi a Enrico Letta, che in realtà fu il preavviso di “licenziamento”.

Mentre gli esponenti del PD si scambiano hashtag ironici, l’Italia condivide quello che meglio fotografa il momento: #siamoarrabbiati (anche perché non facciamo, globalmente, autocritica sufficiente: è colpa di tutti noi se l’Italia è arrivata a uno stato di degrado come l’attuale, non dei marziani…).

(Credit: AGI)