Webber-Vettel, frattura insanabile. Seb multato e protetto, Mark rassicurato e giubilato a fine anno

Dopo il sorpasso di Vettel su Webber al GP della Malesia, contro gli ordini di scuderia, il team di Milton Keynes multerà il Campione del Mondo, ma Helmut Marko continuerà a sostenere il tedesco

F1 Grand Prix of Malaysia

La tregua tra Mark Webber e Sebastian Vettel era evidentemente durata troppo a lungo. Difficile far convivere due piloti così distanti per cultura, fame di successo, rispetto delle regole, età e prospettive di carriera nello stesso team, per di più se la convivenza è nel team tre volte campione del mondo costruttori delle ultime tre stagioni. Uno – l’australiano – esperto, pacato, sempre sorridente, veloce sì, ma con limiti caratteriali che ne hanno minato un possibile successo nel mondiale 2010, proprio a favore di Vettel. Il secondo, freddo, spietato, famelico sino all’inverosimile. Una iena Seb Vettel, lanciatosi sui resti di un ordine di scuderia immediatamente deceduto pochi istanti dopo esser stato comunicato ai due contendenti via radio all’ultimo GP della Malesia.

Il precedente c’era già, al GP della Turchia 2010, con tanto di mimiche post crash poco criptiche, molto esplicite, tra i due contendenti. Al quarantesimo giro del GP turco Vettel, pressato da Hamilton (rispettivamente in seconda e terza posizione), tentò di superare il compagno di squadra Webber, in testa alla gara. Il tentativo di sorpasso del tedesco fu diretto, duro, senza troppi complimenti, ma la risposta di Webber fu del medesimo tono. Risultato, un crash evitabile, con Vettel a dare la colpa al “canguro” per la difesa eccessiva, ma a ben vedere il tedesco fu autore di una manovra tutt’altro che lineare e ineccepibile. Mani sulla testa per Horner, Newey e Marko. L’episodio finì con una reprimenda per entrambi, con esplicita raccomandazione che tale episodio non accadesse più.

Al GP della Malesia 2013 il sequel della storia. Dopo circa due anni e mezzo, nessuno avrebbe pronosticato di rivedere una cosa simile tra i due piloti di Milton Keynes, soprattutto alla seconda gara di un Mondiale appena cominciato. Quarantasettesimo giro. Webber è in testa dopo aver passato Vettel nella girandola dei Pit-stop. L’australiano monta gomme dure, Vettel le medie, ovvero le più morbide e performanti portate da Pirelli nella “terra di Sandokan”. Vettel avrebbe così la possibilità di sorpassare il compagno di team, ma dal muretto Red Bull è arrivata ad entrambi la comunicazione di risparmiare vettura e gomme, cambiando mappatura del motore e mantenendo le posizioni. Vettel, dirà poi a fine GP come parziale scusa, non intende il segnale e, dopo poche tornate, tenta un affondo ai danni di Webber. I due rimangono appaiati per qualche curva e la manovra di Vettel risulta determinata sì, ma anche molto dura. Il tedesco passa, Webber, sbigottito, la prende malissimo. Parte un dito medio in diretta tv. Vettel non lo avrà visto, ma si sarà immaginato la scena. Mani nei capelli per Horner e Newey. Di nuovo. Nessuna toccata fatale stavolta. Vettel trionfa davanti a Webber e Hamilton, con i due bibitari che si ignorano a fine gara, sino allo sdegno di Webber enunciato nella saletta ristoro pre podio.

Perché Vettel abbia sorpassato comunque, rimarrà un interrogativo inesplicato. Fresco tricampione del Mondo, il tedesco ha vissuto nelle ultime tre stagioni due situazioni completamente differenti. Il 2010 e il 2012 sono stati gli anni più sudati per il venticinquenne di Heppenheim, riuscito a spuntarla nella lotta al titolo solo all’ultima gara in calendario. Il 2011 invece è stata una passeggiata, con la RB7 a dettare legge sin dai primissimi chilometri del Mondiale. Memore del biennio sopracitato, Vettel avrà pensato di mettere in cascina più punti possibili sin dall’inizio del Mondiale 2013, cercando così di evitare un arrivo in volata per quello che potrebbe rivelarsi il suo quarto titolo di fila.

I vertici Red Bull pensano ad una multa per il tedesco. Vettel, stando alle ultime indiscrezioni, sarebbe sotto il giudizio dei vertici del team, che stanno decidendo un’eventuale reprimenda – pare pecuniaria – per il loro alfiere di punta. La cifra rimane top secret, ma sembra che sia molto alta, data la recidività del campione tedesco. Per quanto riguarda Webber, invece, sembra che Horner abbia promesso all’australiano che tali situazioni non si ripresentino più, ma con la presenza scomoda e influente di Helmut Marko, tutto sembra complicarsi. Marko, come sappiamo, è mentore di Vettel, il suo primo sostenitore, longa manus di Dietrich Mateschitz sul team.

I retroscenisti dicono che Webber avrebbe voluto mollare tutto! Per l’australiano quel sorpasso è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Prima il GP della Turchia 2010, poi la tattica fallimentare di Abu Dhabi dello stesso anno, che lo condannò a perdere il titolo proprio in favore di Vettel; infine l’episodio in Malesia. Troppi indizi per non essere una prova, sicché nelle ore successive alla gara malese sembra si sia presentato a Horner e gli abbia riferito di voler abbandonare il team e la F1 con effetto immediato. Non si sa cosa abbia detto risposto Horner per bloccare l’impeto di Webber, ma a quanto pare l’australiano ha fatto retromarcia, rassicurato dal suo team principal sul futuro e sulle gare a venire.

La frattura tra i due piloti Red Bull però sembra ormai insanabile e una separazione tra l’australiano e il team appare inevitabile a fine anno, anche perché Vettel ha di recente prolungato il suo impegno con Dietrich Mateschitz fino al 2016.

Il clima teso che aleggia nel team di Milton Keynes potrebbe così favorire gli avversari diretti – Lotus, Mercedes o Ferrari – impegnati nel contrastare la supremazia della monoposto progettata da Adrian Newey. Ora però, il giocattolo di Matieschitz potrebbe incepparsi, se non rompersi. Alla pista, come sempre, l’ardua sentenza

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@GiacomoRauli

Giacomo Rauli

Studio comunicazione, ho la passione delle auto in ogni forma e maniera. Il mio interesse per il giornalismo mi dà la possibilità di occuparmene. Su THE HORSEMOON POST scrivo di F1, Mondiale Rally e automobili, in fondo è un modo diverso per continuare a giocare con le macchinine...