La serie A e la “questione meridionale”
Solo tre squadre del Sud parteciperanno alla Serie A 2013/2014: Napoli, Catania e Cagliari. La nostra provocazione: dividere il campionato in tre gironi “territoriali”.
Napoli, Cagliari e Catania. Solo queste tre società rappresenteranno il Sud nel prossimo campionato di serie A. Ieri, infatti, è arrivata la retrocessione in B del Palermo (la quinta città più popolata d’Italia) mentre saranno promosse tre squadre del Nord: Livorno, Sassuolo e Verona.
Tra l’altro, ci saranno ben cinque stracittadine: Torino – Juventus, Milan – Inter, Chievo – Verona, Genoa – Sampdoria e Roma – Lazio. Insomma, la metà delle venti compagini del campionato 2013/2014 avranno per protagoniste solo cinque città, di cui quattro del Settentrione.
Un piano senza dubbio desolante, perché ciò significa che da agosto la serie A sarà sempre più orientata verso le Alpi.
Sì, è vero: il calcio è un mercato spietato, dove hanno la meglio – non solo sul campo – le società economicamente più forti che, come la storia insegna, stanno soprattutto al Nord. Lo dimostrano anche gli scudetti vinti dalle squadre del Mezzogiorno: tre su centodieci assegnati (risalgono all’epoca in cui nel Cagliari giocava Gigi Riva e nel Napoli un certo Diego Armando Maradona).
Si tratta di un’amara constatazione che FIGC e Lega Calcio dovrebbero prendere in seria considerazione, perché il calcio non è uno spettacolo che deve dividere in due il Paese ed unirlo solo quando gioca la Nazionale.
Occorrerebbero dei correttivi, soprattutto degli stimoli finanziari per le società che soffrono – salvo qualche eccezione che si accende e spegne nel giro di poche stagioni – il gap con quelle blasonate.
Oppure, prendendo spunto dal modello delle leghe americane, dividere il campionato di serie A in tre grandi gironi (Nord, Centro e Sud) con tanto di play off e play out per la proclamazione dei vincitori.
Che ne pensate?
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