Europarlamento, Mario Borghezio si autosospende dal gruppo EFD: “Chiedo scusa al ministro Kyenge”
Quesito: quanto tempo ci vorrà perché la ministra Cécile Kyenge si scusi con il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, Alessandro Morelli, per non avergli voluto stringere la mano?
Strasburgo – Mario Borghezio, deputato europeo della Lega Nord, si è autosospeso dal gruppo Efd (Europa della libertà e della democrazia – euroscettici) al Parlamento europeo, comunicandolo con una lettera inviata al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, poi letta in aula a Strasburgo. Borghezio ha affermato di essere «dispiaciuto se, a causa del modo in cui è stato espresso, il mio attacco, che voleva essere esclusivamente politico e rivolto ad una certa politica dell’immigrazione che disapprovo ed in particolare alla giustificazione della poligamia che mi risultava essere stata fatta dal ministro, ha recato disdoro alla dignità di questo Parlamento ed allo stesso gruppo Europa della libertà e della democrazia».
L’europarlamentare del Carroccio ha poi affermato di «attendere con animo serenissimo» le decisioni che prenderà Schulz, in merito a eventuali sanzioni disciplinari.
L’atto di autocensura di Borghezio sono arrivati a seguito delle polemiche sollevate dalle sue frasi offensive nei confronti della ministra per l’Integrazione, Cécile Kyenge, a proposito della quale l’europarlamentare aveva nei giorni scorsi parlato di «un governo del bonga bonga, dove vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza con lo ius soli e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo. Lei è italiana? Il Paese è quello che è, le leggi sono fatte alla c… di… », dichiarazioni che si commentavano da sole, ma che sono state marcate dall’iniziativa del parlamentare leghista.
Da Borghezio sono ora arrivate le scuse per la Kyenge: «Il mio è stato un attacco politico, non conteneva insulti alla persona – ha affermato – ma se il ministro si è sentita offesa in quanto donna e persona di colore non ho difficoltà a chiederle scusa ed a farlo anche personalmente se dovesse venire qui». In mattinata lo stesso Parlamento Europeo aveva espresso solidarietà alla ministra italiana contro “i commenti sessisti e razzisti” di Mario Borghezio e una “forte condanna” contro le dichiarazioni “inaccettabili” di Borghezio, definite “una vergogna per la nostra aula“, è stata reiterata dal presidente dell’Aula di Strasburgo e Bruxelles, Marti Schulz.
Va rilevato che ieri, su iniziativa del gruppo dei Socialisti e Democratici, i cinque principali gruppi politici rappresentati all’Europarlamento si erano incontrati a Strasburgo criticando le parole di Borghezio, sul quale non sembrano essere state estranee le pressioni dei vertici del partito, contrari a un certo modo volgare di fare politica e propensi a un dialogo costruttivo su tutti i temi, compresi quelli sulla cittadinanza e l’integrazione.
Dopo la mossa di Borghezio, che di fatto si è autocensurato e autosvergognato per le parole indecenti e i toni intollerabili dei giorni scorsi, ora ci attenderemmo che anche la ministra Cécile Kyenge facesse una certa autocritica, scusandosi con Alessandro Morelli, capogruppo della Lega Nord al consiglio comunale di Milano, al quale ieri si era rifiutata di stringere la mano.
Siamo certi tuttavia che questo non avverrà, perché nel PD è prevalente la corrente di pensiero che attribuisce ai membri della propria parte politica l’esclusiva della verità politica, la primazia morale, la superiorità etica. Alla fine, Borghezio, con spontaneità o spinto da qualche dirigente di partito, avrà fatto quel che la Kyenge non farà mai: porgere le scuse per una mancanza plateale.
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