Padre Puglisi Beato. La Sicilia lo pregherà per un miracolo: la “cacciata” della mafia

Numeri da capogiro per la beatificazione di Padre Pino Puglisi: 80.000 fedeli, 1.400 volontari, 100 Vescovi, 700 sacerdoti, 200 personalità delle Istituzioni.

Padre Pino Puglisi

Palermo è pronta per festeggiare la beatificazione di Padre Pino Puglisi (PPP), ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno. Nel capoluogo siciliano, infatti, sono attese più di 80.000 persone tant’é che, qualche settimana fa, si è deciso il cambio della location: dallo stadio Renzo Barbera al Foro Italico, posto più adatto per accogliere una grande massa di fedeli (e non, perché il sacerdote palermitano è un martire della legalità, valore che prescinde dalla religione).

Per la riuscita dell’evento, saranno impegnati ben 1.400 volontari (scout, addetti alla Protezione Civile e ministri straordinari della Comunione). In più, parteciperanno alla beatificazione 100 vescovi, 700 tra sacerdoti e diaconi e 200 personalità provenienti dal mondo delle istituzioni. Senza dimenticare i 650 coristi, provenienti da diverse parrocchie dell’Isola che affiancheranno quello ufficiale. Numeri, insomma, da capogiro.

La celebrazione – che sarà trasmessa in diretta da Raiuno – avrà inizio alle 10.30 e sarà presieduta dal cardinale Paolo Romeo. Momento clou della liturgia sarà la lettura del decreto pontificio con la contestuale scoperta della gigantografia di padre Pino Puglisi, durante il quale il coro intonerà il Te Deum. Inoltre, il cardinale Salvatore De Giorgi incenserà le reliquie del Beato, ovvero un frammento di costola prelevato dalla salma che si trova in Cattedrale dove i fedeli, dalle 14 alle 19, potranno recarsi per venerarla.

La beatificazione di Padre Pino Puglisi per martirio “in odio alla fede” ha un alto valore simbolico oltre che religioso. Perché incarna il desiderio di un’intera Isola di estirpare le radici malsane della mafia. Il sacerdote palermitano, infatti, fu ucciso quasi 20 anni fa perché aveva deciso di lottare per un mondo diverso da assicurare ai ragazzi di Brancaccio. Non quello sporco e macchiato di sangue che derivava dalla “punciuta” ma quello basato sui valori della legalità, della tolleranza e del sacrificio. Vigliaccamente cosa nostra lo fece fuori perché spaventata dalla forza trascinante delle sue parole.

Ed ora la Sicilia potrà pregare per lui, chiedendogli innanzitutto un miracolo: la “cacciata” della mafia.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.

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