Arriva sul grande schermo Holy Motors

Il capolavoro di Leos Carax arriva nelle sale italiane il 6 giugno

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Il capolavoro della stagione cinematografica appena trascorsa fa fa il suo esordio in Italia. Oggi esce Holy Motors, di Leos Carax. La pellicola, presentata in concorso al Sessantacinquesimo Festival di Cannes, arriva nel nostro circuito distributivo grazie alla mediazione di Movie Inspired.

Il film segue 24 ore nella vita di Oscar, attore e artista della vita, il cui palcoscenico è il mondo intero. Con i suoi continui cambi di costume, Oscar vive e rivive vite diverse, scrutando negli occhi di chi guarda la sorpresa, la disperazione, la paura, il fascino, l’ammirazione e l’amore, indispensabili perché lui possa continuare la sua missione: risvegliare l’umanità dall’inutile routine quotidiana e trasmettere l’epifania di cui ha disperatamente bisogno.

Leos Carax torna dietro la macchina da presa dopo tredici anni (se si esclude il film corale Tokyo, realizzato a sei mani con Michel Gondry e Bong Joon-ho) e stupisce tutti (forse persino se stesso) con questo canto poetico e cerebrale verso la settima arte; in esso si scorgono numerosi riferimenti a diversi stili, riconducibili facilmente a nomi del calibro di Kubrick, Bertolucci e Cocteau. Il regista non si parla addosso, come potrebbe sembrare, anzi alza gradualmente la propria voce per scuotere un pubblico dormiente, emblematicamente raffigurato nell’incipit del film, e svegliarlo dal torpore quotidiano, perché ha dimenticato quanta bellezza nasconda l’arte del vivere. Il discorso è portato avanti grazie alle eccezionali doti interpretative di Denis Lavant, che qui ripercorre le strade di una cupa e desolata Parigi (anche le scene ambientate durante il giorno sono grigie e malinconiche) come un Charlie Chaplin postmoderno e assoluto.

Le molteplici chiavi di lettura di Holy Motors lo rendono un efficiente trattato sulla condizione dell’uomo contemporaneo: partendo dal concetto di identità, si risale pian piano, fino a strappare alla realtà quella maschera di sottili meccanismi che ai nostri occhi sono ormai diventati la regola, impedendoci di scorgere l’essenza pura del divenire. L’operazione è condotta con uno stile narrativo da thriller/noir che si serve dell’estro visivo e scenografico di Carax, ogni scena è studiata nel dettaglio; ogni episodio, seppur concatenato agli altri, potrebbe benissimo fare storia a se; così come le diverse sfaccettature di un mosaico, gli appuntamenti di Oscar vanno osservati nel loro insieme, ma gustandone anche il particolare immediato, riconducibile a quella “bellezza del gesto” che gli permette di continuare il suo “lavoro”.   

VOTO : 10

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