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Rivoluzione internet dei Servizi di Informazione e Sicurezza, ma il Corriere della Sera prende una cantonata web

Giampiero Massolo, direttore del DIS, ha presentato il sito web rinnovato, apre al reclutamento online: “vogliamo parlare direttamente ai cittadini, la sicurezza è un bene di tutti”. Ma il Corriere della Sera scambia un sito privato indipendente per il sito istituzionale

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Sapevamo da tempo che il DIS stesse lavorando a una ristrutturazione del sito, per aprire le attività dell’intelligence nazionale alla conoscenza dei cittadini, che in una moderna democrazia sono i fruitori finali del servizio. La sicurezza è un bene di tutti, lo pensiamo prima che lo affermasse (con maggiore competenza, ça-va-sans-dire) il direttore del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), ambasciatore Giampiero Massolo, che oggi ha presentato il sito web rinnovato, di cui è responsabile il portavoce ufficiale, dottor Giuseppe Paolo Scotto di Castelbianco, che è l’interfaccia istituzionale con il pubblico.

Da pochi giorni è on line il sito rinnovato dei Servizi di Informazione e Sicurezza (AISI e AISE) che reca in primo piano un editoriale di presentazione illustrante la finalità che il governo – il vertice istituzionale della catena informativa nazionale – persegue con l’apertura al mondo esterno dell’attività dei Servizi Segreti. Per la natura stessa della funzione, questa “apertura al mondo” non potrà significare trasparenza assoluta, ne deriverebbero tafazziane conseguenze e – contrariamente a quanto si pensi – i Servizi italiani lavorano con grande professionalità in un quadro di risorse ristrette.

La nuova politica di apertura è volta a “essere vicini al cittadino, raccontare cosa fa l’istituzione per lui e per il suo Paese”, perché di fronte al mondo che cambia in continuazione lo strumento informativo ha acquistato una nuova importanza strategica, che necessita di coinvolgere il cittadino nello sviluppo degli assetti che producono la sicurezza.

Un sito web che risponde perciò non solo a un obbligo di legge, ma che mira a una vera e propria rivoluzione, la promozione e la diffusione di una cultura della sicurezza, premessa e fondamento essenziale per la “protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali dell’Italia”.

Parlare “direttamente ai cittadini, passando dalla dimensione fredda dell’organizzazione e delle attività a quella più calda e coinvolgente del chi siamo e cosa facciamo”, questo l’obiettivo principale dello strumento web, teso a “contribuire a una nuova immagine della sicurezza, a una nuova narrativa dell’intelligence nazionale, non più vincolata ai cippi frontalieri ma calata in una realtà in continua evoluzione, dove la minaccia è liquida e può assumere, di volta in volta, nomi come spread o attacchi cyber”.

Se il mondo cambia, chi non cambia resta indietro e l’intelligence nazionale intende – con la partecipazione dell’aristocrazia intellettuale italiana – perseguire le proprie legittime finalità con la partecipazione estesa. Stona, in questo quadro di rinnovata sensibilità dei Servizi e sui Servizi, la cantonata presa dal Corriere della Sera, che nella versione on line – in un articolo firmato da Valeria Piccolillo (scaricabile qui in formato pdf) – ha scambiato un sito privato di analisi sui temi dell’intelligence (www.servizisegreti.com) con il sito istituzionale (http://www.sicurezzanazionale.gov.it), un errore non veniale che mostra purtroppo decisa sconoscenza della materia di cui si scrive. Una malattia grave che affligge spesso il giornalismo italiano e che nessuna legge sull’equo compenso potrà mai debellare.

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Il video di presentazione del nuovo sito e della nuova organizzazione dei Servizi