Formazione e mazzette in Sicilia: arrestato il “re della pubblicità” (e coinvolti alcuni politici)
Bufera alla Regione Siciliana. La Guardia di Finanza ha arrestato all’alba 17 persone, tra cui il “re della pubblicità” Faustino Giacchetto. Coinvolti alcuni politici tra cui il senatore Francesco Scoma
Ci sono giorni, in Sicilia, che sono più caldi degli altri. E non perché l’estate è già arrivata e bisogna fare i conti con il sole cocente, ma perché succedono cose che se da un lato confermano quanto si dice “sotto banco” da anni, dall’altro però hanno il sapore della “novità” ossia della speranza che davvero qualcosa possa cambiare.
Il riferimento è al “Sistema Giacchetto” che sarebbe stato scardinato oggi dalla Guardia di Finanza di Palermo, mettendo in pratica i risultati delle indagini del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dei sostituti Maurizio Agnello, Sergio Demontis, Gaetano Paci e Alessandro Picchi.
Oggetto dell’indagine la formazione nell’isola, ovvero quel settore che dovrebbe avere come unico scopo formare i giovani (e i disoccupati) per aiutarli nell’inserimento del mondo del lavoro, ma che invece ha soprattutto arricchito coloro che hanno avuto accesso ai fondi destinati per alimentarla.
Come Faustino Giacchetto di Canicattì, imprenditore, manager della comunicazione, arrestato oggi insieme alla moglie Carlotta Argento e alla segretaria Stefania Scaduto, chiamato spesso con l’appellitivo di “re della pubblicità”.
L’indagine, infatti, avrebbe portato alla luce un comitato d’affari che, anche grazie all’aiuto compiacente di politici e dirigenti pubblici e per mezzo l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, avrebbe pilotato gli appalti dei grandi eventi in Sicilia, appropriandosi anche di fondi comunitari destinati al finanziamento di progetti per la formazione professionale.
Diciassette gli arresti: dodici persone sono finite in carcere e ad altre cinque sono stati concessi gli arresti domiciliari. Inoltre, sono stati sequestrati il capitale sociale e i beni di cinque società e denaro riconducibili ai 43 indagati, per un valore complessivo di 28 milioni di Euro. In più, sono state eseguite 50 perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici delle persone coinvolte.
Corposa la lista dei politici (tutti a piede libero): Carmelo Incardona, Santi Formica, Gerlando Inzerillo, Francesco Scoma, Nino Leanza, Gaspare Vitrano, Salvino Caputo e Francesco Cascio.
I primi quattro dovranno rispondere di corruzione. Da notare, inoltre, che Inzerillo (ex consigliere del Comune di Palermo) e Incardona provengono dallo stesso partito (Grande Sud di Gianfranco Micciché) e sia quest’ultimo che Santi Formica (PDL) sono stati assessori regionali al Lavoro, così come il senatore Scoma – sempre del PDL – per cui è stato richiesto il sequestro di 26 mila euro, il totale dei “regali” che avrebbe ricevuto – secondo gli inquirenti – dal manager Giacchetto (viaggi, biglietti dello stadio e altro).
Infine, i nomi degli arrestati: gli ex assessori Gianmaria Sparma e Luigi Gentile; l’imprenditore Faustino Giacchetto, la dipendente del Ciapi Stefania Scaduto, l’avvocato Francesco Riggio, Pietro Messina, la moglie di Giacchetto Concetta Argento, l’ ex dirigente generale Agenzia per l’Impiego Gaspare Lo Nigro, Domenico Di Carlo, Carmelo Bellissimo, Sandro Compagno, Massimo Sala, Luciano Muratore, Antonio Belcuore, Elio Carreca e Bruno De Vita.
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