Hamas impone a Gaza l’islamizzazione delle scuole. A rischio gli istituti cattolici
Da settembre vietate le classi miste per studenti di età superiore a 10 anni. Gli insegnanti divisi secondo i sessi, per non violare la sharia. Finora la Chiesa gestisce tre scuole per un totale di quasi mille studenti, in maggioranza musulmani. Vescovo di Gerusalemme: “Abbiamo due alternative: fare pressioni sul governo o chiudere”
Gaza – Le scuole cattoliche della Striscia di Gaza rischiano la chiusura. Il governo di Hamas sta varando una legge per impedire la presenza di scuole “non islamiche” nel territorio governato dal movimento estremista islamico: quelle che non si adeguano ai canoni stabiliti, come a esempio la rigida separazione fra i sessi, saranno chiuse.
A Gaza sono presenti tre istituti cattolici: la scuola del Patriarcato Latino, con circa 370 studenti; l’istituto gestito dalle suore della Sacra famiglia, con 650 alunni; la scuola delle Suore del Santo Rosario con circa 100 ragazzi. La maggior parte degli iscritti è di religione musulmana. Il decreto varato da Hamas entrerà in vigore a settembre, in concomitanza con l’avvio del nuovo anno scolastico. In queste settimane monsignor Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme, ha espresso più volte l’intento di discutere la questione con Ismail Haniya, primo ministro di Gaza, ma nessun segnale di disponibilità è arrivato da Hamas.
Intervistato da AsiaNews, monsignor William Shomali, Patriarca vicario di Gerusalemme, sostiene che ormai il territorio di Gaza sta subendo una veloce islamizzazione. «Gli islamisti di Hamas vogliono controllare l’educazione e dividere gli istituti che ospitano i giovani con più di dieci anni secondo la separazione dei sessi» ha dichiarato Shomali, che ha spiegato altresì come in questi anni la Chiesa abbia ovviato al problema dividendo le aule fra alunni maschi e femmine, con i maschi posizionati nella parte posteriore delle aule. Hamas ha rifiutato anche questa soluzione di compromesso, imponendo pure la rigida divisione per gli insegnanti.
Secondo monsignor Shomali, questo provvedimento ha sbarrato la strada alla istituzione di altre tre scuole cattoliche, già prevista da diversi anni. Tra l’altro, l’imposizione di questa normativa contraria alla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo (non a caso disconosciuta dagli islamici, che ne hanno elaborato una versione musulmana assolutamente ridicola) imporrà investimenti corposi, che la Chiesa locale non potrà affrontare perché non dispone di tali risorse. «Ora – ha spiegato il Patriarca vicario di Gerusalemme – abbiamo due alternative: o tentare di far pressioni sul governo di Hamas per smorzare il decreto, oppure chiudere i nostri istituti, dandoli in gestione alle autorità di Gaza». Questa seconda soluzione appare, in modo inequivocabile, come l’effetto in realtà perseguito dal governo di Ismail Haniya.
«Le scuole sono molto apprezzate dai musulmani che, grazie alla preparazione offerta, vedono i loro figli in grado di entrare all’università – ha chiarito Shomali – Tuttavia il governo non sostiene i nostri progetti, anzi li ostacola: a fine anno i nostri istituti, in gran parte gratuiti, sono sempre in deficit». La gratuità della formazione scolastica consente alle famiglie meno abbienti di poter mandare a scuola i figli, unica strada per garantire loro un futuro decisamente migliore.
Si attendono le reazioni dei terzomondisti in servizio permanente effettivo, cantori delle meraviglie della civiltà islamica.
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Gaza, Hamas impone l’islamizzazione delle scuole. A rischio gli istituti cattolici
Da settembre vietate le classi miste per studenti di età superiore a 10 anni. Gli insegnanti divisi secondo i sessi, per non violare la sharia. Finora la Chiesa gestisce tre scuole per un totale di quasi mille studenti, in maggioranza musulmani. Vescovo di Gerusalemme: “Abbiamo due alternative: fare pressioni sul governo o chiudere”.
Tags: Gaza, Hamas, Palestina, islamizzazione, scuole, libertà religiosa, ANP, Gerusalemme, Fouad Twal, Patriarca Latino, Ismail Haniya, William Shomali
Gaza – Le scuole cattoliche della Striscia di Gaza rischiano la chiusura. Il governo di Hamas sta varando una legge per impedire la presenza di scuole “non islamiche” nel territorio governato dal movimento estremista islamico: quelle che non si adeguano ai canoni stabiliti, come a esempio la rigida separazione fra i sessi, saranno chiuse.
A Gaza sono presenti tre istituti cattolici: la scuola del Patriarcato Latino, con circa 370 studenti; l’istituto gestito dalle suore della Sacra famiglia, con 650 alunni; la scuola delle Suore del Santo Rosario con circa 100 ragazzi. La maggior parte degli iscritti è di religione musulmana. Il decreto varato da Hamas entrerà in vigore a settembre, in concomitanza con l’avvio del nuovo anno scolastico. In queste settimane monsignor Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme, ha espresso più volte l’intento di discutere la questione con Ismail Haniya, primo ministro di Gaza, ma nessun segnale di disponibilità è arrivato da Hamas.
Intervistato da AsiaNews, monsignor William Shomali, Patriarca vicario di Gerusalemme, sostiene che ormai il territorio di Gaza sta subendo una veloce islamizzazione. «Gli islamisti di Hamas vogliono controllare l’educazione e dividere gli istituti che ospitano i giovani con più di dieci anni secondo la separazione dei sessi» ha dichiarato Shomali, che ha spiegato altresì come in questi anni la Chiesa abbia ovviato al problema dividendo le aule fra alunni maschi e femmine, con i maschi posizionati nella parte posteriore delle aule. Hamas ha rifiutato anche questa soluzione di compromesso, imponendo pure la rigida divisione per gli insegnanti.
Secondo monsignor Shomali, questo provvedimento ha sbarrato la strada alla istituzione di altre tre scuole cattoliche, già prevista da diversi anni. Tra l’altro, l’imposizione di questa normativa contraria alla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo (non a caso disconosciuta dagli islamici, che ne hanno elaborato una versione musulmana assolutamente ridicola) imporrà investimenti corposi, che la Chiesa locale non potrà affrontare perché non dispone di tali risorse. «Ora – ha spiegato il Patriarca vicario di Gerusalemme – abbiamo due alternative: o tentare di far pressioni sul governo di Hamas per smorzare il decreto, oppure chiudere i nostri istituti, dandoli in gestione alle autorità di Gaza». Questa seconda soluzione appare, in modo inequivocabile, come l’effetto in realtà perseguito dal governo di Ismail Haniya.
«Le scuole sono molto apprezzate dai musulmani che, grazie alla preparazione offerta, vedono i loro figli in grado di entrare all’università – ha chiarito Shomali – Tuttavia il governo non sostiene i nostri progetti, anzi li ostacola: a fine anno i nostri istituti, in gran parte gratuiti, sono sempre in deficit». La gratuità della formazione scolastica consente alle famiglie meno abbienti di poter mandare a scuola i figli, unica strada per garantire loro un futuro decisamente migliore.
Si attendono le reazioni dei terzomondisti in servizio permanente effettivo, cantori delle meraviglie della civiltà islamica.
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