Unesco, due giorni …vulcanici! Etna e Fuji inseriti nel Patrimonio dell’Umanità

I due vulcani, simbolo identitario di due grandi Paesi, inseriti tra i beni naturali da proteggere e tramandare alle future generazioni come patrimonio comune

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Il Comitato internazionale dell’Unesco, riunito a Phnom Penh, capitale della Cambogia, nel corso della 37^ Sessione annuale dell’organizzazione, ha inserito l’Etna e il Fuji nel Patrimonio dell’Umanità. Due montagne simbolo di due terre e di due Paesi importanti.

Per l’Etna la motivazione è stata il fatto che è uno dei vulcani “più rappresentativi e attivi al mondo”, ma anche “uno dei più documentati record mondiali nel campo dei vulcani”. “I crateri del vulcano, le ceneri, le colate di lava le grotte di lava e la depressione della Valle del Bove, fanno del monte Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e l’educazione” continua la motivazione dell’ambito riconoscimento, perché l’Etna continua ad avere un ruolo importante capace di influenzare “la vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienza della terra”. “La sua notorietà”, si legge ancora nella motivazione, “la sua importanza scientifica, i suoi valori culturali e pedagogici sono”, conclude l’Unesco, “di importanza mondiale”.

20130622-monte-fuji_780X530Per il Fuji (nella foto a sinistra) invece la motivazione verte sul fatto che il suo cono vulcanico è “quasi perfetto”, scenario di ispirazione per artisti fin dal XIX Secolo per il suo vertice quasi sempre innevato, che ha influenzato in modo profondo “sullo sviluppo dell’arte occidentale”.

Due montagne con due modalità di fruizione diversi. L’Etna si deve confrontare con abusivismo e sfruttamento scelerato del territorio, aspetti che il Fuji non deve – con molta probabilità – fronteggiare.

Ieri, all’atto dell’inserimento dell’Etna tra i siti culturali dell’Umanità, si erano sollevate le lodi sperticate in ambienti politici.

«È una splendida notizia per l’Italia, un meritato premio al profondo impegno del Parco dell’Etna e del ministero dell’Ambiente a sostegno della candidatura del vulcano siciliano a patrimonio mondiale dell’umanità» aveva commentato ieri il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che aveva osservato come questo riconoscimento mettesse «in rilievo l’importanza delle politiche nazionali e locali di conservazione che contribuiscono alla valorizzazione del territorio».

«Si tratta di un importantissimo riconoscimento e va sottolineato come la decisione sia stata presa all’unanimità. Si tratta inoltre di una straordinaria opportunità per sviluppare il turismo in Sicilia e in particolare a Catania» ha dichiarato Enzo Bianco, neo ri-sindaco di Catania, che ha posto l’accento sulla necessità di far «fruttare il riconoscimento Unesco per far diventare Catania, anche in vista della nascita della città Metropolitana, appetibile per tipi di turismo naturalistico, anche, per esempio, con lo sviluppo di sentieri percorribili in bicicletta».

Purtroppo, a fronte di belle dichiarazioni, poi ci siano comportamenti diffusi nella cosiddetta società civile che contrastano con la bellezza dei luoghi e che finiscono per mortificarne il talento nell’ottica dello sviluppo ordinato e produttivo del territorio.

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