Papa: la Chiesa esiste per proclamare il Vangelo. Fino al martirio e “senza ideologie”

Durante la messa, commentando l’odierna solennità della nascita di Giovanni Battista, Francesco dice che la vita del profeta gli fa venire in mente la Chiesa. “Una Chiesa che sempre sia al servizio della Parola. Una Chiesa che mai prenda niente per se stessa”

20130624-papa-bergoglio_780x500

Città del Vaticano – La Chiesa esiste per proclamare il Vangelo. Fino al martirio, senza mai prendere niente per se stessa e “senza ideologie, senza vita propria”. Come il Battista, del quale oggi si celebra la solennità della nascita, che ha voluto essere “la Voce di un Altro”.

“Chiedere oggi la grazia di non diventare una Chiesa ideologizzata…”, “senza un Vangelo preso come proprietà”, è la preghiera con la quale papa Francesco ha concluso la messa che ha celebrato stamattina nella Casa santa Marta.

La figura di Giovanni Battista, ha detto il Papa, non è sempre facile da capire. “Quando pensiamo alla sua vita è un profeta”, un “uomo che è stato grande e poi finisce come un poveraccio”. Chi è dunque Giovanni? Lui stesso, ha detto il Papa, lo spiega: “Io sono una voce, una voce nel deserto”, ma “è una voce senza Parola, perché la Parola non è Lui, è un Altro”. Ecco allora qual è il mistero di Giovanni: “Mai si impadronisce della Parola”, Giovanni “è quello che indica, quello che segna”. Il “senso della vita di Giovanni è indicare un altro”. Giovanni “era l’uomo della luce, portava la luce, ma non era luce propria, era un luce riflessa”. Giovanni è “come una luna” e quando Gesù iniziò a predicare, la luce di Giovanni “incominciò a diminuire ad andare giù”. “Voce non Parola, luce, ma non propria”:

“Giovanni sembra essere niente. Quella è la vocazione di Giovanni: annientarsi. E quando noi contempliamo la vita di quest’uomo, tanto grande, tanto potente – tutti credevano che fosse lui il Messia – quando contempliamo questa vita, come si annienti fino al buio di un carcere, contempliamo un grande mistero. Noi non sappiamo come sono stati gli ultimi giorni di Giovanni. Non lo sappiamo. Sappiamo soltanto che è stato ucciso, la sua testa su un vassoio, come grande regalo da una ballerina ad un’adultera. Credo che più di questo non si possa andare giù, annientarsi. Quello è stato il fine di Giovanni”. Nel carcere Giovanni ha sperimentato dei dubbi, aveva un’angoscia e ha chiamato i suoi discepoli per andare da Gesù a chiedergli: “Sei Tu, o dobbiamo aspettare un altro?”. C’è “proprio il buio, il dolore sulla sua vita”. Neanche questo “gli fu risparmiato a Giovanni”.

E “la figura di Giovanni a me fa pensare tanto alla Chiesa”. “La Chiesa esiste per proclamare, per essere voce di una Parola, del suo sposo, che è la Parola. E la Chiesa esiste per proclamare questa Parola fino al martirio. Martirio precisamente nelle mani dei superbi, dei più superbi della Terra. Giovanni poteva farsi importante, poteva dire qualcosa di sé. ‘Ma io penso mai’, soltanto questo: indicava, si sentiva voce, non Parola. Il segreto di Giovanni. Perché Giovanni è santo e non ha peccato? Perché mai, mai ha preso una verità come propria. Non ha voluto farsi ideologo. L’uomo che si è negato a se stesso, perché la Parola venga su. E noi, come Chiesa, possiamo chiedere oggi la grazia di non diventare una Chiesa ideologizzata…”

La Chiesa deve ascoltare la Parola di Gesù e farsi voce, proclamarla con coraggio. “Quella è la Chiesa senza ideologie, senza vita propria: la Chiesa che è il mysterium lunae, cha ha luce dal suo Sposo e deve diminuire, perché Lui cresca”.
“Questo è il modello che ci offre oggi Giovanni, per noi e per la Chiesa. Una Chiesa che sempre sia al servizio della Parola. Una Chiesa che mai prenda niente per se stessa. Oggi nella preghiera abbiamo chiesto la grazia della gioia, abbiamo chiesto al Signore di allietare questa Chiesa nel suo servizio alla Parola, di essere voce di questa Parola, predicare questa Parola. Chiediamo la grazia: dignità di Giovanni, senza idee proprie, senza un Vangelo preso come proprietà, soltanto una Chiesa voce che indica la Parola, e questo fino al martirio. Così sia!”

(fonte: AsiaNews)