Kazakhstan, Ablyazov, Shalabayeva e la piccola Alua, una storia di Servizi deviati: dai loro compiti…

Uno Stato che non ha fiducia nei servizi di informazione e sicurezza e in cui c’è confusione tra competenze e poteri, è uno Stato in cui regna l’incompetenza e l’arbitrio. Questo è il pozzo senza fondo dell’Italia, di cui è vittima la piccola Alua (ma non solo, purtroppo)

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Chiunque abbia un minimo di competenza nel funzionamento delle relazioni internazionali, sa che la storia triste della deportazione vergognosa di Alma Shalabayeva e della piccola Alua è la punta di un iceberg mediterraneo, quello di uno Stato in preda alle convulsioni da incompetenza. Perché questa materia è – avrebbe dovuto essere – di competenza del controspionaggio (estero e interno) e non subito materia di polizia giudiziaria. Di mezzo c’erano, ci sono e ci saranno gli interessi nazionali dell’Italia, che sono di ordine economico (petrolio, gas, imprese italiane) con il Kazakhstan, ma anche di ordine etico: non si espelle una donna e una bambina da un Paese democratico, fossero pure moglie e figlia del più pericoloso criminale sulla faccia del globo terracqueo. Una bambina non si lancia nel vuoto di una vita che non sappiamo cosa possa riservarle, abbiamo – avremmo avuto – il dovere di cingerla con un paracadute tricolore robusto. Non lo abbiamo fatto, è un fatto di cui vergognarsi.

La storia kazakha è dunque una storia di servizi (segreti) deviati, dai loro compiti istituzionali che non sono di polizia, ma di prevenzione attraverso le informazioni strategiche.

Pensare che il prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell’Interno Angelino Alfano, abbia ricevuto l’ambasciatore del Kazakhstan – in modo del tutto inconsueto, per usare un eufemismo – di propria iniziativa, significa credere alla favola degli elefanti che volano. Ma il dato più preoccupante è che nessuno degli attori in campo – Alfano, Bonino, Cancellieri – abbia chiesto alle agenzie nazionali di intelligence estero e interno informazioni, analisi, dati che consentissero di non prendere una decisione sbagliata, che ha fatto fare all’Italia una vergognosa figura internazionale, ha eroso la fiducia dei partner europei nell’Italia in materia di protezione di rifugiati politici, ha reso risibile la catena di comando e di informazione della Repubblica Italiana.

Insomma, per una volta si può dire che i servizi siano stati deviati dalle loro competenze dai ministri della Repubblica, non viceversa come spesso si è – a torto o a ragione – denunziato a gran voce. E forse non per sfiducia nelle competenze di AISE e AISI (e del DIS che li coordina come diretta emanazione dell’autorità di governo), ma per lucida comprensione del fatto che – sentendo le nostre barbefinte -l’italia avrebbe evitato di fare stupidaggini nel caso Shalabayeva, senza compromettere le relazioni con il Kazakhstan, ma anche senza ungersi di ridicolo.

Il “Duo Democristiano” Letta-Alfano, pessimi cantanti di una canzone stonata con testi scritti anche dalla Musa della Libertà Emma Bonino e dalla Vestale della Legge Anna Cancellieri, si sostiene reciprocamente perché sa che non ci sono valide e serie alternative in un momento di straordinaria gravità per la storia dell’Italia, ma va detto con chiarezza che la catena di incompetenze e di furbi occultamenti reciproci, di maldestri silenzi e di fine meraviglie rende l’Italia vulnerabile alle volontà del più cialtrone dei satrapi con cui abbiamo (dobbiamo avere) a che fare.

Italia da rifondare, quindi, e da riorganizzare dalla periferia al centro, per sfere di competenze che debbano interloquire tra loro con responsabilità. Leggere la narrazione della signora Shalabayeva sull’irruzione di 50 poliziotti, uno dei quali avrebbe detto “sono la mafia”, è una storia vergognosa che l’Italia – il Paese di Dante, accidenti – non si può permettere.

Il lusso della disorganizzazione anticamera dell’arbitrio (o della consustanziale inazione) è inconcepibile per uno Stato che costa svariate centinaia di miliardi al contribuente tricolore. Alua, Davide e Andrea (i bambini uccisi dal padre a Ono San Pietro), i bambini che si prostituiscono a Napoli (Corriere della Sera di oggi), sono solo gli ultimi e più eclatanti esempi di uno Stato che non funziona, perché i funzionari, gli agenti, le strutture non funzionano.

Indignarsi non serve più, serve riorganizzare ed espellere l’incompetenza dal servizio pubblico, valorizzare la competenza. Purtroppo gli ultimi esempi di cooptazioni parapolitiche assurti all’onore delle cronache non fanno ben sperare.

Ieri sera, durante la trasmissione “Virus”, condotta da Nicola Porro su RaiDue, un lucidissimo Paolo Guzzanti ha suggerito una soluzione: che Silvio Berlusconi (magari in compagnia di Tony Blair) vada a riprendersi Alma Shalabayeva e la piccola Alua con il suo aereo personale, facendole riconsegnare allo Stato italiano dal suo amico (e amico di Romano Prodi, Lamberto Dini, insomma dell’Italia…) Nursultan Äbişulı Nazarbaev. Una soluzione che sarebbe comunque una pezza, ma di certo migliore del buco creato dalla cialtroneria di Stato.

Cialtroneria di Stato che in altri momenti meriterebbe la richiesta di dimissioni dell’intero governo: non è pensabile che Alfano non sapesse, che Letta non sapesse (da Alfano), che Bonino non sapesse (da Letta e da Alfano), che Cancellieri non sapesse (da tutti), perché se così fosse davvero vivremmo non più in una democrazia, ma in una dittatura dell’incompetenza burocratico amministrativa elettasi in modo autocratico a guida del Paese. Intollerabile (soprattutto per quanto ci costa…)!

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@johnhorsemoon

2 pensieri riguardo “Kazakhstan, Ablyazov, Shalabayeva e la piccola Alua, una storia di Servizi deviati: dai loro compiti…

  • 23/07/2013 in 12:40:07
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    Traditori della patria ‪#‎Letta‬, ‪#‎Berlusconi‬ e ‪#‎Alfano‬ piegano interessi italiani a interessi di governi esteri per estradare con un rapimento Alma e Aula ‪#‎Shalabayeva‬ rispettivamente moglie e figlia del dissidente kazako Makhtar ‪#‎Ablyazov‬. Ora, per evitare ritorno in Italia delle due donne, governo mafioso kazako le indaga per corruzione.
    ‪#‎GovernoItaliano‬ reo di alto tradimento. ‪#‎CapodelloStato‬ ‪#‎Napolitano‬ copre scandali e tradimenti ‪#‎casta‬ politica italiana. Siamo in una feroce dittatura anti-democratica, sospettata di trattative traditrici con governi esteri e organizzazioni mafiose, vile ed assai corrotta, sia moralmente che materialmente.
    http://www.ilcittadinox.com/blog/la-pubblica-sicurezza-interna-ed-esterna-e-insicura-o-peggio-straniera.html
    Immediata dichiarazione dello stato di emergenza, applicazione della legge marziale, reintegrazione della pena capitale per tradimento, mafia e corruzione, istituzione del reato personale di “comportamento mafioso” come dettato dall’art. 27 costituzione italiana.
    Gustavo Gesualdo, alias, Il Cittadino X

    • 23/07/2013 in 23:56:09
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      Siamo contrari alla pena di morte in quanto barbara, inutile sotto il profilo penale, affatto pedagogica e perfino fallita come deterrente. Tenevamo a precisarlo. Sul resto lasciamo libertà al dibattito civico, segno di vivacità culturale.

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