In Siria l’onda dei nuovi barbari sfida la Comunità Internazionale. Le armi chimiche punto di non ritorno?

Le forze governative di Assad avrebbero utilizzato contro la popolazione il gas Sarin, classificata come arma di distruzione di massa. Adesso l’Occidente non può più restare a guardare. Finalmente.

gasIn Siria non si combatte da ieri ma dal 15 marzo 2011 e, come riporta l’Organizzazione delle Nazioni Unite, sarebbero state uccise più di 100mila persone. Una guerra che, come tutte le guerre, non guarda in faccia nessuno, né donne, né bambini. Secondo Save The Children, infatti, oltre 7mila bambini avrebbero perso la vita nel conflitto siriano. Un altro numero dimostra quanto sia immensa la tragedia in atto: è salito a un milione il numero di bambini rifugiato nei paesi confinanti.

Eppure, il “mondo” è rimasto sempre a guardare, limitandosi solo a parlare ogni tanto e a chiedere un cessate il fuoco a entrambe le parti in lotta (le forze governative di Assad e gli oppositori al suo regime), ma senza imporre alcunché per intavolare una qualsivoglia trattativa di pace. Al contrario di quanto è avvenuto, per esempio, nel 2011 in Libia, dove alcuni Paesi della Nato – tra cui anche l’Italia, ma malvolentieri – si sono affrettati ad intervenire per bloccare gli attacchi dell’esercito di Gheddafi contro la popolazione.

Perché contro Tripoli si è intervenuto e contro Damasco non s’è fatto (ancora) nulla? Le ragioni sono semplici. Innanzitutto, perché è risaputo che la Libia sia assai più ricca di “oro nero” rispetto alla Siria. E l’interesse economico è sempre una “buona” causa per intervenire militarmente, per non dire la prima. L’esercito di Assad, poi, è più forte di quello che comandava il Raìs. I soldati siriani non combattono solo con la polvere da sparo ma posseggono (e utilizzano) anche armi chimiche e biologiche. Insomma, un conto è “vincere facile”, altro è battersi con la possibilità di farsi malissimo. Inoltre, Obama non è Bush. Ma non perché il primo sia un agnello ed il secondo un falco: gli americani, infatti, dopo le esperienze in Afghanistan e Iraq (ancora in corso con migliaia di morti tra le fila statunitensi), non vogliono più impelagarsi in conflitti che non abbiano lo scopo di difendere la propria sicurezza interna. Infine, la Siria ha amici potenti: Iran e Russia, in primis.

Detto ciò, però, è accaduto qualcosa che potrebbe smuovere l’Occidente verso l’intervento armato. L’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad, l’azione più stupida (oltre che criminale) che avrebbero potuto compiere le forze governative. L’uso del gas Sarin non è ancora accertato, ma è doveroso sintetizzarne gli effetti: “colpisce il sistema nervoso degli organismi viventi. I primi sintomi dell’esposizione a Sarin sono difficoltà respiratoria e contrazione delle pupille. Segue una perdita progressiva del controllo delle funzioni corporee, spesso si verifica vomito e perdita di urina e feci. La parte finale dell’esposizione al gas consta in uno stato comatoso che porta al soffocamento a seguito di spasmi convulsivi. Un individuo esposto a contaminazione da Sarin, sebbene in quantità non letali, può presentare danni neurologici irreversibili“. Le armi chimiche sono classificate come WMD: Weapons of Mass Destruction (armi di distruzioni di massa), il loro utilizzo concreta un crimine contro l’Umanità sancito dalle convenzioni internazionali e dai trattati istitutivi della Corte Penale Internazionale.

Ora l’Occidente non può più stare a guardare: gli USA sono pronti ad armare i ribelli (e chissà se non lo stanno facendo di già) e la Francia – che bombardò per prima l’esercito libico – vorrebbe una reazione dura e di forza contro la Siria. Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, inoltre, ha parlato di “crimini contro l’umanità“, nel caso in cui dovesse essere accertato l’uso di armi chimiche contro la popolazione siriana (ma i video che circolano in rete sono molto esaustivi in tal senso).

Le Nazioni Unite, quindi, finalmente si sono svegliate. Tuttavia, i 100mila morti che questa guerra civile ha causato finora resteranno morti lo stesso e per loro sono state versate soltanto parole ad alto tasso diplomatico. A questo punto, forse, sarebbe stato paradossalmente meglio che Assad avesse utilizzato le armi chimiche già molti mesi fa…

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.