Dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti d’America sulla Siria (31 Agosto 2013)

di Barak Hussein Obama**

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Buon pomeriggio a tutti, Dieci giorni fa, il mondo ha visto con orrore come uomini, donne e bambini sono stati massacrati in Siria nel peggiore attacco con armi chimiche del 21° Secolo. Ieri gli Stati Uniti hanno  fornito unaseria dimostrazione che il governo siriano è stato responsabile di questo attacco contro il proprio popolo.

La nostra intelligence mostra come il regime di Assad e le sue forze si siano preparate a usare armi chimiche, lanciare missili in zone densamente popolate della periferia di Damasco e riconoscano l’avvenuto attacco con armi chimiche. E tutto questo rafforza ciò che il mondo può vedere chiaramente – ospedali iperaffollati da vittime; terribili immagini di morte. Tutto dice che più di 1000 persone siano state assassinate. Diverse centinaia di loro erano bambini, giovani donne e ragazzi gassati a morte dal proprio governo.

Questo attacco è un assalto alla dignità umana. Si presenta anche come un pericolo per la nostra sicurezza nazionale. Rischia di deridere il divieto globale all’uso di armi chimiche. Mette in pericolo i nostri amici e i nostri partners lungo i confini con la Siria, incluso Israele, la Giordania, la Turchia, il Libano e l’Iraq. Potrebbe portare a un crescente uso di armi chimiche o di loro proliferazione in mano a gruppi terroristici che potrebbero danneggiare il nostro popolo.

In un mondo con molti pericoli, questa minaccia deve essere affrontata.

Ora, dopo attento esame, ho deciso che gli Stati Uniti dovranno intraprendere un’azione militare contro obiettivi del regime siriano. Questo non sarà un intervento illimitato. Noi non calpesteremo il suolo siriano.  Invece, la nostra azione sarà programmataper essere limitatain durata e scopo. Ma confido che noi possiamo ritenere responsabile il regime di Assad dell’uso di armi chimiche, dissuadere questo tipo di comportamento e abbattere la loro capacità di servirsene.

Il nostro strumento militare ha posizionato strumenti idonei nella regione. Il presidente degli Stati Maggiori riuniti mi ha informato che siamo preparati a colpire in qualsiasi momento decidiamo di farlo. Inoltre, mi ha indicato che  le nostre capacità di eseguire questa missione non è legata al tempo di attuazione; potrà essere operativa  domani o la prossima settimana o fra un mese. E io sono preparato a dare questo ordine.

Ma avendo preso questa mia decisione in qualità di Comandante-in-Capo basandomi su ciò di cui sono convinto sia negli interessi della nostra sicurezza nazionale, sono anche consapevole che sono il Presidente della più vecchia democrazia costituzionale del mondo. A lungo ho creduto che il nostro potere fosse radicato non solo nel nostro potere militare, ma anche nel nostro esempio di un governo del popolo, dal popolo e per il popolo. E per questo ho preso una seconda decisione: chiederò l’autorizzazione all’uso della forza ai rappresentanti del popolo americano nel Congresso.

Negli ultimi giorni, abbiamo ascoltato membri del Congresso che vogliono si senta la loro voce. Sono assolutamente d’accordo. Così, questo pomeriggio, ho parlato con tutti i quattro leader del Congresso e loro hanno concordato di mettere in calendario un dibattito e poi un voto appena il Congresso torna in sessione.

Nei prossimi giorni, la mia amministrazione rimane pronta a fornire a ogni membro (del Congresso, ndt) delle informazioni di cui essi necessitano per capire cosa è accaduto in Siria e perché ha profonde implicazioni per la sicurezza nazionale dell’America. E tutti noi dobbiamo essere responsabili sul come procediamo, e questo può essere realizzato solo con un voto.

Confido in quello che il nostro governo ha concluso senza aspettare gli ispettori delle Nazioni Unite. Mi sento a posto con la mia coscienzaproseguendoanche senza l’approvazione, fino a questo momento, del Consiglio di Sicurezza dell’ONU,che è stato completamente paralizzato e non è intenzionato a ritenere Assad responsabile. Di conseguenza, molte persone hanno consigliato di non portare questa decisione al Congresso  e, indubbiamente, esse sono state influenzate da ciò che hanno visto è avvenuto nel Regno Unito questa settimana, quando il Parlamento del nostro più vicino alleato non ha approvato una risoluzione con un fine simile, anche se il Primo Ministro appoggiava questa decisione.

Eppure, mentre credo di avere  l’autorità per intraprendere quest’azione militare senza un’autorizzazione specifica del Congresso, so che il Paese sarà più forte se prenderemo questa via e che la nostra azione sarà anche più efficace. Dobbiamo avere questo dibattito, perché i problemi sono più importanti del solito. E questa mattina, John Boehner, Harry Reid, Nancy Pelosi e Mitch McConnell hanno concordato che questa è la cosa giusta da fare per la nostra democrazia.

Un Paese deve affrontare poche decisioni tanto gravi come l’uso della forza militare, anche quando questa forza sia limitata. Rispetto le visioni di chi invita  alla cautela, particolarmente perché il nostro Paese viene fuori da un tempo di guerra e io sono stato eletto in parte proprio per concluderlo. Ma se vogliamo davvero evitare di prendere un’azione appropriata di fronte a tale indicibile oltraggio, poi dobbiamo riconoscere i costi di non fare niente.

Qui c’è la mia domanda di fondo a ogni membro del Congresso e a ogni membro della Comunità Globale: quale messaggio manderemo se un dittatore può gassare centinaia di bambini fino alla morte alla luce del sole e non pagare un prezzo? Qual è il fine del sistema internazionale che abbiamo costruito, se la proibizione dell’uso di armi chimiche che abbiamo concordato con i governi del 98 per cento dei popoli del mondo e approvato in modo schiacciante con il Congresso degli Stati Uniti non è imposta?

Non fate errori, tutto questo ha implicazioni che vanno ben oltre la guerra chimica. Se noi non imporremo il concetto di responsabilità di fronte a questo atto atroce, cosa si dirà poi se decideremo di affrontare altri che sfidassero le norme internazionali fondamentali? Ai governi che scegliessero di costruire armi nucleari? Ai terroristi che spargessero armi biologiche? Agli eserciti che procedessero a genocidi?

Non possiamo crescere i nostri bambini in un mondo dove non porteremo a termine le cose che diciamo, gli accordi che firmiamo, i valori che ci definiscono. 

Così come proporrò questo caso al Congresso  darò anche questo messaggio al mondo. Mentre l’indagine  delle Nazioni Unite ha del tempo per stendere un rapporto su quanto è stato trovato, noi insisteremo che un’atrocità commessa con armi chimiche non può essere solo indagata, deve essere combattuta.

Non mi aspetto che ogni nazione concordi con la decisione che abbiamo preso. In privato, abbiamo ascoltato molte espressioni di supporto dai nostri amici. Ma chiederò a chi si preoccupa dell’avallo della comunità internazionale di appoggiare pubblicamente la nostra azione.

E infine, lasciatemi dire questo al popolo americano: so bene che noi siamo stanchi di guerra. Ne abbiamo finita una in Iraq. Ne stiamo finendo un’altra in Afghanistan. E il popolo americano ha un il buon senso di sapere che noi non possiamo risolvere il conflitto in Siria con il nostro strumento militare. In quella parte del mondo ci sono differenze settarie e le speranze della Primavera Araba hanno liberatole forze di un cambiamento, che avrà bisogno di molti anni per avere soluzione. E questo è perché noi non stiamo pensando (contemplando l’idea di )di dispiegare le nostre truppe in alcun altra guerra.

Invece, continueremo a sostenere il popolo siriano con la nostra pressione sul regime di Assad, con il nostro impegno con l’opposizione, con il nostro interesse per i rifugiati e il perseguimento di una soluzione politica che realizzi un governo che rispetti la dignità del proprio popolo.

Ma noi siamo gli Stati Uniti d’America, e non possiamo e non dobbiamo chiudere un occhio su ciò che è accaduto a Damasco. Sulle ceneri della guerra mondiale, abbiamo costruito un ordine internazionale e applicato le norme che gli diedero senso. E lo facemmo perché crediamo che i diritti degli individui di vivere in pace e dignità dipendano dalle responsabilità delle nazioni. Non siamo perfetti, ma questa nazione più di ogni altra ha voluto affrontare queste responsabilità.

Così, a tutti i membri del Congresso di entrambi i partiti, chiederò di dare questo voto per la nostra sicurezza nazionale. Non vedo l’ora che vi sia il dibattito. E nel farlo, vi chiederò, membri del Congresso, di considerare che alcune cose sono più importanti delle differenze di parte o della politica transitoria. 

Dopo tutto, questo non grava tantosu chi occupa questo ufficio in un dato momento quanto su chi siamo come Paese. Credo che i rappresentanti del popolo debbano essere investiti di ciò che l’America fa all’estero, e ora è il tempo di mostrare al mondo che l’America mantiene i propri impegni. Facciamo ciò che diciamo. E guidiamo con la convinzione che ciò che è giusto produce diritto e non viceversa.

Noi tutti sappiamo che non ci sono opzioni facili. Ma non sono stato eletto per evitare decisioni difficili. Né lo furono i membri della Camera o del Senato. Vi ho detto ciò in cui credo, cioè che la nostra sicurezza e i nostri valori esigano che non possiamo voltarci di fronte al massacro di innumerevoli civili con armi chimiche. E la nostra democrazia è più forte quando il Presidente e i rappresentanti del popolo stanno insieme.

Sono pronto ad agire di fronte a questo oltraggio. Oggi chiederò al Congresso di lanciare un messaggio al mondo che noi siamo pronti a muoverci insieme come nazione. Grazie molte.

(Traduzione The Horsemoon Post)

** 44° Presidente degli Stati Uniti d’America