Il solito ultimatum di Zamparini (ma Gattuso non ha colpe)

Dopo soltanto due partite, Gennaro Gattuso rischia già il posto. Zamparini è stato chiaro: “Tutto dipenderà dal risultato che otterremo contro il Padova”. Insomma, la solita storia.

Gennaro Gattuso

Ci risiamo. Dopo il pareggio con l’esordio del Modena e soprattutto dopo la sconfitta interna con l’Empoli di sabato scorso, la panchina di Gennaro Gattuso è già precaria. Lo ha fatto capire il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, intervistato dal Giornale di Sicilia e ripreso da Mediagol.it: “Tutto dipenderà dal risultato che otterremo contro il Padova e da come si sentirà lui. Non ho dormito tutta la notte. Al di là del fatto che abbiamo giocato gran parte del match in dieci, non mi è piaciuta la prestazione. Abbiamo problemi in difesa e a centrocampo che dobbiamo risolvere. I gol presi sono stati molto banali”.

L’imprenditore friulano, quindi, sta già perdendo la pazienza. E, come la “storia” insegna, quando dà un ultimatum ad un allenatore, ciò significa che in cuor suo ha già deciso. Eppure, la scommessa di affidare la gestione tecnica della squadra al tecnico calabrese era stata colta con entusiasmo dalla piazza: un azione di ‘marketing’ che ha avuto lo scopo di accelerare la l’elaborazione del ‘lutto’ dopo la retrocessione in B.

In pratica, esaurito quest’effetto, suffragato dai primi due risultati negativi, la società sta già pensando al successore. E, di certo, questo è il peggior modo in cui un allenatore può lavorare, perché vengono a mancare serenità e sicurezza.

Ci vorrebbe, però, anche la classica ‘mano sulla coscienza’ da parte della società. In primo luogo, perché è stato scelto un allenatore non esperto, alla sua prima vera esperienza su una panchina difficile e ‘pesante’ com’è quella del Palermo. Ed in questi casi, una volta incaricato, si dovrebbe non solo accettare la scommessa ma costruire attorno ad essa tutte le condizioni affinché possa essere vincente.

In secondo luogo, è assai criticabile la scelta morbida della società nei confronti di quei giocatori che vorrebbero essere ceduti a tutti i costi: Stefano Sorrentino e Abel Hernandez. Anziché metterli fuori squadra fino a oggi, giorno di chiusura del mercato, ha permesso che fossero inseriti nei meccanismi di gioco, non tenendo in considerazione l’assenza di motivazione e l’importanza di cominciare da subito con la squadra titolare. Sarebbe stato opportuno mettere fuori rosa i calciatori con la testa verso altri lidi e puntare su chi, invece, ha deciso di partecipare attivamente alla “mission: Serie A“.

Terzo, il Palermo non si è calato ancora nella parte di ‘cadetto’, come se il nome bastasse per vincere le partite. In realtà, il “blasone” è un’arma a doppio taglio, perché dà ancora più stimoli agli avversari.

È assai difficile, dunque, trovare colpe in Gennaro Gattuso su quanto avvenuto nelle prime due giornate di campionato. Eppure, come sempre capita a Palermo, è il tecnico a pagare le conseguenze delle scelte e strategie discutibili altrui. E così non si va da nessuna parte. Altro che A.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.