Letta al Senato per la fiducia: “L’Italia corre un rischio fatale, ma ce la possiamo fare”

A Palazzo Madama il discorso del premier: “Questo governo ha lavorato bene. Gli italiani non ne possono più di ‘sangue e arena’. Necessario separare le questione giudiziarie di Berlusconi e le attività dell’Esecutivo”. E promette tagli alle imposte sul lavoro. Il discorso di Letta aperto con una citazione di Luigi Einaudi e chiuso con le parole di Benedetto Croce. Per Stefano Folli un’apertura agli ambienti liberali

Roma – “Nella vita delle nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo puo’ essere irreparabile. L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale, cogliere o non cogliere l’attimo dipende da noi, dipende da un sì o da un no”. E’ iniziato con una citazione di Luigi Einaudi l’intervento al Senato del presidente del Consiglio Enrico Letta che si concluderà con la richiesta del voto di fiducia.

Gli italiani non ne possono più, ci urlano il loro basta al ‘sangue e arena”, ha continuato il premier ricordando i passi avanti “nella comprensione reciproca” fatti in questi mesdi di lavoro insieme in Cdm tra forze politiche diverse.

Per Letta la strada da seguire è chiara: “Il governo che guido è nato in Parlamento e se deve morire deve farlo qui, di fronte a tutti gli italiani”. “Le dimissioni una settimana fa dei parlamentari Pdl mentre ero impegnato all’Onu ha creato una situazione insostenibile”, ha quindi aggiunto evidenziando la volontà di “tracciare una separazione netta tra la vicenda giudiziaria di Berlusconi” e l’attività dell’esecutivo: “Sono percorsi che non possono essere sovrapposti, perché siamo una Repubblica fondata sullo Stato di diritto” e sul rispetto delle sentenze.

Invitando a non perdere l’occasione di una politica economica per la ripresa, Letta ha ricordato che “l’incubo di un periodo di recessione senza precedenti lo abbiamo alle nostre spalle”. “Siamo stati tutt’altro che il governo del rinvio“, chi ne parla “mente”, ha detto ricordando che iIn questi mesi sono stati realizzati “1.700 milioni di riduzioni della spesa pubblica. Cifre, fatti, non annunci”.

E ora “il nostro obiettivo è l’aumento di un punto percentuale di Pil per il 2014 e superiore negli anni a venire. Rispetteremo gli impegni con l’Europa per 2014, l’indebitamento resterà nella soglia del 3%, l’indebitamento strutturale tenderà al pareggio e il peso del debito si deve ridurre e si ridurrà”. “Le prossime settimane – ha poi aggiunto – saranno decisive per i fondi strutturali europei, gli atti di programmazione vanno resi definitivi, negoziati e approvati entro i primi mesi del 2014. Non siamo in condizione di sprecare risorse, tanto più in questa stagione”. In più, ha ricordato, “con la presidenza italiana del semestre europeo il 2014 è un anno decisivo, non possiamo permetterci di far tacere la voce dell’Italia”.

Quanto all’Imu, “confermiamo la rotta su cui ci siamo impegnati in materia di regime fiscale sulla casa” e la legge di stabilità interverrà con azioni finalizzate in favore della crescita e “verso la riduzione del carico fiscale sul costo lavoro per datore e lavoratore. E a chi ancora fa polemica sulle tasse ricordo che gli italiani hanno pagato meno tasse per oltre 3mld di euro”.

Per quanto riguarda le riforme istituzionali il governo intende “sostenere e accompagnare attivamente il percorso parlamentare di modifica della legge elettorale, per evitare che il Paese possa tornare al voto con l’attuale legge”. Una linea “che non è in contrasto con la consapevolezza che poi andrà rivista” in base al modello istituzionale costruito al termine del processo riformatore. E assicura: “Nessun stravolgimento, nessun golpe, nessun attentato ai principi fondamentali della Costituzione. Questa volta ce la possiamo fare, costruire istituzioni funzionali e costruire una legge elettorale che restituisca il diritto di scegliere ai cittadini e consenta a chi vince di governare davvero”.

Ribadendo che il “Paese è stremato da mille conflitti”, Letta ha scandito che questa “è l’occasione giusta per dire basta, basta con la politica da trincea, concentriamoci finalmente su ciò che dobbiamo fare”. Quindi si è appellato “al Parlamento tutto: dateci fiducia per realizzare i nostri obiettivi, per tutto ciò che si è fatto e impostato in questi pochi mesi”. “Coraggio e fiducia è quello che torno a chiedervi. Una fiducia che non è contro qualcuno ma per l’Italia, per le italiane e gli italiani -ha aggiunto il premier-. Una fiducia per tutti coloro che aspettano dal Parlamento, dalle istituzioni e dalla politica comportamenti e parole in base in alle quali orientare le e proprie scelte”.

In chiusura di discorso Letta ha infine citato le parole che Benedetto Croce nel ’47 utilizzo’ al momento del voto di fiducia al governo in Parlamento: “Ciascuno di noi si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso”.

Per Stefano Folli, editorialista del “Il Sole 24 Ore” questa doppia citazione è un’apertura all’ala liberale del centro-destra, che mostra la disponibilità a informare le riforme su un piano non dirigista.

(Adnkronos/Ign)