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Palermo: “boss mafiosi presi in giro dai politici!”

Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo, ha lanciato un appello alla rovescia a Riina, Provenzano e Messina Denaro in occasione della conferenza stampa sull’operazione “Nuovo Mandamento

teresi

“Mi voglio rivolgere a Riina, Provenzano, Messina Denaro. Pagate solo voi, loro sono a piede libero”. Un appello alla rovescia quello ‘gridato’ dal procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, nel corso della conferenza stampa in cui si illustravano i particolari dell’operazione Nuovo Mandamendo 3.

Parole forti che stridono con i sentiti e risentiti proclami dei pubblici ministeri nei confronti – almeno fino ad oggi – dei rappresentanti delle istituzioni. Un monito più che una richiesta quello rivolto ai boss mafiosi perchè lascino in asso i loro referenti nel Palazzo, dato che “la fanno sempre franca e si arricchiscono” mentre “voi siete sommersi da ergastoli”.

Quando si parla del legame tra “pezzi dello Stato” e Cosa Nostra lo sguardo, i gesti e le richieste del magistrato sembrano puntare su un unico quesito che più che retorico, questa volta, sembra assumere tratti paradossalmente paternalistici. “Come fanno – ha aggiunto il magistrato rivolgendosi ai capimafia detenuti – ad avere ancora rapporti con elementi dello Stato quando a pagare sono soltanto loro? Mentre i boss sono in carcere i politici di riferimento restano liberi. Perché non spezzano queste catene?”.

La dichiarazione del procuratore suona polemica soprattutto a ridosso della sentenza di assoluzione del generale Mori e del colonnello Obinu per la mancata cattura di Provenzano nel 1995 e sulle motivazioni addotte nelle quali si sostiene che non ci sia prova di alcuna trattativa.

“Per quanto mi riguarda la trattativa tra Stato e mafia c’è stata – ha concluso Teresi -. Anche se io preferisco definirla un’estorsione di un pezzo dello Stato nei confronti dello Stato. Sono convinto di questo e non potrebbe essere altrimenti essendo anche il coordinatore del gruppo di Pm che rappresentano l’accusa nel processo sulla trattativa”.

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