Un rally di leader mondiali per salutare Madiba e consegnarlo alla Storia dell’Umanità. Ban Ki-moon: ”Gigante della giustizia e dei diritti”

Obama parlerà alla cerimonia solenne a Johannesburg in memoria di Mandela, alla quale sono attesi 70 leader della Terra. La figlia Makaziwe racconta gli ultimi istanti: ”Bello poter essere tutti con lui”

20131210-NelsonRolihlahlaMandela-service-660x540Il mondo piange la perdita di Nelson Mandela, gigante della giustizia, dell’uguaglianza e dei diritti umani“. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha voluto rendere omaggio all’ex presidente sudafricano ed eroe della lotta contro l’apartheid. Arrivato a Johannesburg, il segretario generale dell’Onu ha visitato il Nelson Mandela Center of Memory e ha ricordato di essere rimasto colpito “dall’umiltà” e “dalla modestia” del premio Nobel per la Pace del 1993, quando lo incontrò nel 2009.

Dalla Francia all’India, dagli Stati Uniti alla Cina, il Sudafrica si prepara ad accogliere rappresentanti di tutto il mondo per la cerimonia solenne in memoria di Mandela, che oggi si terrà nello stadio FNB di Soweto, a Johannesburg. Sono partiti per il Sudafrica il presidente americano Barack Obama, che parlerà alla cerimonia, accompagnato da sua moglie Michelle e dai suoi predecessori, George W. Bush, con la moglie Laura, Bill Clinton con la moglie Hillary Rodham Clinton, anche nella veste di ex Segretario di Stato, e Jimmy Carter. Gli Stati Uniti forniscono anche in questa occasione un grande esempio di unità nazionale, perché il presidente in carica e gli ex inquilini di White House viaggiano insieme sull’Air Force One.

Anche il presidente afghano, Hamid Karzai, quello pakistano Mamnoon Hussain e il premier dimissionario del Libano Najib Miqati presenzieranno alla cerimonia. Oggi arriveranno a Johannesburg anche il presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Enrico Letta, accompagnato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, il vice presidente iraniano, Eshaq Jahangiri, e il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica iraniana, Mohammad Javad Zarif.

Allo stadio di Soweto non mancheranno il presidente tedesco, Joachim Gauck, quello dell’Autorità Nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, il capo di Stato indiano, Pranab Mukherjee, e il re d’Olanda Willem-Alexander Orange-Nassau. Per la Spagna hanno confermato la loro presenza il premier, Mariano Rajoy, e il principe erede al trono, Felipe di Borbone. Il Regno Unito sarà rappresentato dal Primo Ministro, David Cameron, insieme ai tre ex premier britannici, John Mayor, Tony Blair e Gordon Brown, mentre per l’Unione Europea saranno presenti il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. L’evento sarà’ trasmesso in diretta su schermi giganti allestiti in altri tre stadi di Johannesburg.

A salutare Madiba anche l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Da Oltreoceano arriveranno in Sudafrica la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, il premier canadese, Stephen Harper, e il presidente cubano, Raul Castro. Sono attesi anche il premier australiano, Tony Abbott, così come il vice presidente cinese, Li Yuanchao, e il principe ereditario giapponese Naruhito.

Il presidente francese Francois Hollande e il suo predecessore Nicolas Sarkozy voleranno a Johannesburg, ma su due aerei diversi. Per la Russia, infine, parteciperà Valentina Matviyenko, presidente del Consiglio della Federazione, la Camera bassa del Parlamento russo.

Tra i grandi assenti, invece, oltre al Dalai Lama, il presidente e il primo ministro israeliani, Shimon Peres e Benyamin Netanyahu, l’uno per motivi di salute, l’altro per non incidere troppo sul bilancio dello Stato, con una decisione presa solo all’ultimo momento. Alla cerimonia Israele sarà rappresentato solo da una delegazione di deputati della Knesset, circostanza che fa propendere gli osservatori per un’altra lettura: Peres e Netanyahu probabilmente hanno voluto evitare di incontrare il vice presidente e il ministro degli esteri dell’Iran, Jahangiri e Zarif.

Ai funerali del 15 dicembre a Qunu, invece, non ci sarà la regina Elisabetta, che sarà rappresentata dall’erede al trono di San Giacomo, il  Principe di Galles, Carlo, accompagnato dalla consorte Camilla.

Ieri in tutto il Sudafrica chiese, moschee e sinagoghe si sono riempite di fedeli per una preghiera in ricordo di Madiba. Il Parlamento sudafricano si è riunito in sessione speciale per ricordare il leader sudafricano. Sia la leader di Alleanza Democratica, Helen Zille, che Mangosuthu Buthelezi, dell’Inkatha Freedom Party hanno preso la parola. Su uno schermo gigante fuori dall’aula scorrevano le parole dei discorsi più famosi di Mandela, mentre i deputati lasciando l’aula intonavano canti e balli in sua memoria, con le lacrime agli occhi.

In Occidente, David Cameron, Primo Ministro del Regno Unito, ha celebrato la grande personalità di Madiba durante una sessione speciale a Londra, quando ha ricordato la sua “fede nella dignità umana” e la sua capacità di perdonare. Secondo Cameron, il modo migliore di onorare la memoria di Mandela è raddoppiare gli sforzi per sradicare la povertà.

Anche il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha onorato ieri la memoria di Mandela, firmando un libro di condoglianze all’ambasciata del Sudafrica a Washington. Biden terrà anche un discorso mercoledì, durante una cerimonia in memoria del leader sudafricano in programma alla National Cathedral di Washington.

Centinaia di persone hanno continuano la lunga processione di saluto a Mandela, nella casa vicino a Johannesburg. Una vera e propria ‘montagna’ di fiori si è formata davanti al cancello dell’abitazione. Una lunga sequenza di messaggi, foto, bouquet e souvenir ‘Madiba’ portati dalla gente che ha continuato ad affluire per tutta la giornata. Un altare e’ stato improvvisato su un prato, con due candele e accanto dei vasi di fiori. Intorno all’edificio, circondato dalla polizia, molti giovani hano iniziato a suonare tamburi e a ballare in onore dell’ex presidente scomparso.

Il lungo cerimoniale funebre prevede che mercoledì giovedì e venerdì il feretro del leader sudafricano sia portato in corteo per le strade di Pretoria, prima della sepoltura ufficiale di domenica prossima nel suo villaggio natale di Qunu.

Nel frattempo la famiglia ha divulgato come Nelson Mandela è morto, circondato dall’affetto della moglie Graca, delle figlie e dei nipoti. “Ed è stato bello, se si può dire che una morte è una bella cosa. Ma Tata (papà) è stato bene, perché noi eravamo lì“, ha raccontato la figlia maggiore di Madiba, Makaziwe, alla BBC. “Fino all’ultimo ha avuto noi accanto… i figli erano lì, Graca era lì, siamo stati attorno a lui fino all’ultimo momento, per tutta la giornata di giovedì“.

Giovedì mattina – ha rivelato la figlia della prima moglie di Mandela – i medici ci hanno detto che non potevano fare più nulla. Mi hanno detto: ‘Maki, chiama tutti e digli che è il momento di venire a salutarlo”. Makaziwe ha lodato il tatto dei medici, comportatisi “come soldati che fanno la guardia a un re“, rispettando il silenzio e allontanandosi il più possibile quando arrivavano i familiari al capezzale. Negli ultimi mesi, più volte la figlia ha sussurrato al padre che gli voleva bene e lui rispondeva socchiudendo gli occhi.

Secondo Makaziwe, suo padre non ha combattuto solo per la libertà politica, ma anche per quella spirituale. “Diceva che serve coraggio per perdonare, che è molto difficile. Penso sapesse che se non avesse perdonato, sarebbe stato per sempre spiritualmente prigioniero“, ha concluso la figlia di Mandela.

Oggi sarà un giorno incastonato nelle pagine importanti dell’Umanità. I leader mondiali, accorsi in Sudafrica in un rally di affetto sincero , saluteranno Nelson Rolihlahla Mandela e lo consegneranno alla Storia dell’Umanità come un uomo che seppe costruire la Pace con il perdono. Che il suo esempio ispiri i presenti e gli assenti a essere rivoluzionari del perdono e della riconciliazione. In fondo il grande insegnamento di Mandela – come dei Grandi della Storia progressiva – è che la vita è troppo breve e il mondo è troppo piccolo per odiarci l’un l’altro.

Credit: Adnkronos, AGI, Apple

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