Economia

Tormentone Imu. Saccomanni: “No a sgravio totale”. Bankitalia corre per il Nobel Economia 2014: ricchezza famiglie crollata

“No a sgravio totale per mantenere deficit sotto 3%” dice il ministro dell’Economia. Poi in commissione Finanze al Senato afferma: ”Siamo aperti a modifiche in Parlamento. Dismissioni favoriranno calo debito/Pil”. Bankitalia  scopre il segreto del secolo: la ricchezza delle famiglie in calo del 9% negli ultimi cinque anni. Chi lo avrebbe mai detto? A ottobre nuovo record del debito pubblico a 2.085 miliardi

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, è tornato in commissione Finanze al Senato sull’abolizione della seconda rata dell’Imu, affermando che il Governo non aveva “alternative, dovevamo trovare le coperture”. Saccomanni ha spiegato che la seconda rata non è stata cancellata del tutto per non superare il rapporto del 3% deficit-pil. “Uno sgravio completo – ha sottolineato – richiedeva risorse aggiuntive per mantenere il deficit sotto la soglia del 3%”. “C’era la necessità di risorse certe entro il 2013 perché siamo molto vicini al limite del 3% e ogni forma di flessibilità – ha spiegato – avrebbe conseguenze sgradevoli”.

Saccomanni ha poi precisato che però il Governo “è aperto al contributo del Parlamento” per eventuali modifiche sul decreto Imu e sulla questione Bankitalia. “Il Governo è consapevole che un incisivo processo di valorizzazione e dismissione dei beni di proprietà pubblica favorirà la diminuzione del rapporto tra debito e il Pil”, ha detto, e il decreto Imu “contribuisce a tale processo, semplificando la normativa che disciplina la dismissione degli immobili e consentendo un’accelerazione delle procedure di vendita”.

Secondo Saccomanni il decreto favorirà inoltre “la dismissione degli immobili da parte degli enti territoriali, che potranno così contribuire al consolidamento dei conti”.

Intanto Bankitalia spiazza il mondo intero con una poderosa fuga in avanti per la conquista del Nobel per l’Economia 2014. Secondo Via Nazionale, nel 2012 il valore della ricchezza netta complessiva delle famiglie italiane è diminuito rispetto all’anno precedente dello 0,6% a prezzi correnti. La flessione del valore delle attività reali (-3,5 per cento), dovuta al calo dei prezzi delle abitazioni (-5,2 per cento), è stata solo in parte compensata da un aumento delle attività finanziarie (4,5 per cento) e da una riduzione delle passività (-0,4 per cento). In termini reali (utilizzando il deflatore dei consumi) la ricchezza netta si è ridotta del 2,9 per cento rispetto al 2011.

Dalla fine del 2007 la flessione del valore della ricchezza delle famiglie italiane – a prezzi costanti – è stata complessivamente pari al 9%. Il dato è pubblicato sul “Bollettino statistico di Banca d’Italia“, ‘La ricchezza delle famiglie italiane 2012‘.

Alla fine del 2012 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.542 miliardi di euro, corrispondenti in media a 143 mila euro pro capite e a 357 mila euro per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 61,1% del totale delle attività, quelle finanziarie il restante 38,9 per cento. Le passività, di poco inferiori a 900 miliardi di euro, sfioravano il 10 per centodelle attività complessive. Alla fine del 2012, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane superava i 4.800 miliardi di euro; tale valore registrava una flessione del 3,9 per cento rispetto all’anno precedente (-6 per cento in termini reali).

Nonostante il calo degli ultimi anni, le famiglie italiane mostrano nel confronto internazionale un’elevata ricchezza netta, pari nel 2011 a 7,9 volte il reddito lordo disponibile; tale rapporto è comparabile con quelli di Francia, Regno Unito e Giappone e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada. Il rapporto fra attività reali e il reddito disponibile lordo, pari a 5,5, è inferiore soltanto a quello delle famiglie francesi; relativamente basso risulta il livello di indebitamento (82% del reddito disponibile), nonostante i significativi incrementi degli ultimi anni.

Stando, poi, alle stime preliminari, nel primo semestre del 2013 la ricchezza netta della famiglie italiane sarebbe ulteriormente diminuita dell’1 per cento in termini nominali rispetto allo scorso dicembre.

Credit: Adnkronos