Nas: “Nel metodo Stamina non ci sono staminali”, Vannoni: “Bufale”
Le accuse sono mosse dai verbali dei carabinieri dei Nas e e dal comitato di esperti nominato dal ministero della Salute, secondo i quali nelle infusioni del metodo Stamina non ci sarebbero cellule staminali. “Tutte bufale, le nostre cellule sono ben caratterizzate, sicure, e sono certamente staminali”, replica Vannoni
Nuove ombre sul metodo Stamina: nelle infusioni «non ci sono cellule staminali». A sparare a zero sul già molto discusso metodo ideato da Davide Vannoni i verbali dei carabinieri dei Nas e e il comitato di esperti nominato dal ministero della Salute. La notizia arriva dal quotidiano La Stampa. «La popolazione cellulare che si ottiene – riporta il giornale, citando il comitato scientifico – non è purificata, non è omogenea, non è una popolazione di cellule staminali».
Ma non solo. Insieme alla possibilità dell’assenza di cellule staminali, si affaccia quella della probabile presenza del morbo della mucca pazza. I documenti top secret dei Nas «da un lato confermano – scrive la Stampa – quanto già trapelato, come il rischio di trasmissione di malattie infettive per assenza di controlli delle cellule del donatore, ma dall’altro rivelano altri rischi per i pazienti, come quello della Bse». Ma insieme a ciò trapelerebbe anche il rischio di trasmissione di malattie infettive anche gravi, quali l’Aids, per la mancanza di controlli delle cellule dal donatore.
I verbali scovati e riportati dal giornale torinese, sono quelli relativi al 16 ottobre 2012, data successiva alla chiusura dei laboratori degli Spedali civili di Brescia, dove si coltivavano le cellule per Stamina. Altro fantasma riportato dei documenti sarebbe la presenza di «siero fetale bovino nei terreni di coltura», secondo quanto afferma Luca Pani, presidente dell’Aifa. Una condizione possibile anche se sconsigliata, in realtà, «purché – ricorda il comitato – per ridurre i rischi di natura infettiva il siero fetale bovino provenga da animali allevati e sacrificati in Paesi privi di Bse». Ma il parere del comitato non lascerebbe dubbi: «Nessuna di queste informazioni è presente nei documenti pervenuti».
Ma insieme alle accuse, arriva rapida la replica di Vannoni: «Tutte bufale, le nostre cellule sono ben caratterizzate, sicure, e sono certamente staminali». «Il protocollo Stamina – continua l’ideatore di Stamina – si basa sull’utilizzo di cellule staminali molto pure, che sono tra l’altro caratterizzate e documentate presso gli Spedali Civili di Brescia. La conferma è contenuta nelle cartelle biologiche di ogni paziente presso la struttura ospedaliera. Ci sono i documenti presso gli Spedali di Brescia che contraddicono queste accuse».
Il comitato scientifico «non ha fatto alcuna valutazione della quantità di cellule staminali presenti nelle infusioni, avendo solo valutato il metodo sulla carta», sostiene Vannoni. Nessun dubbio, dunque, sulla presenza di staminali nelle infusioni. Mentre riguardo alla visita ispettiva nell’ospedale bresciano, il presidente di Stamina Foundation tiene a sottolineare che già nel 2012 «è stato diffuso un documento della Regione Lombardia nel quale si definiscono i risultati di tale visita ispettiva non corretti e si sottolinea come non siano stati raccolti i documenti relativi alla produzione delle cellule staminali».
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