Eni: utile cresce del 24 per cento a 5,2 mld. Scaroni: ‘risultati solidi’

Risultati solidi in un momento difficile. Annunciato nuovo successo esplorativo al largo del Congo

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Milano – Utile annuo a 5,2 miliardi per Eni nel 2013, in aumento del 24% rispetto all’anno precedente. Lo comunica la società che ha diffuso i risultati del quarto trimestre e del preconsuntivo 2013. Il dividendo proposto è di 1,1 euro per azione. “Nel 2013 Eni ha conseguito risultati solidi in un mercato particolarmente difficile“. Questo il commento dell’Ad di Eni, Paolo Scaroni, dopo l’annuncio della società dei risultati del quarto trimestre e del preconsuntivo 2013. “La nostra divisione E&P, nonostante i problemi in Libia e in Nigeria – ha aggiunto Scaroni – ha confermato la sua capacità di generare profitti elevati grazie alla leadership di costo ed agli straordinari successi esplorativi. I business mid e downstream, penalizzati dalla crisi italiana ed europea, hanno rafforzato le azioni di ristrutturazione conseguendo un rilevante miglioramento della generazione di cassa. Infine la razionalizzazione del portafoglio, resa possibile dalle nuove scoperte, ha permesso una monetizzazione anticipata di risultato e di cassa“, ha affermato Scaroni.

L’effetto complessivo di quanto realizzato in un anno difficile ci ha consentito di registrare un utile netto in crescita rispetto al 2012 – ha concluso – di pagare un dividendo generoso, di lanciare il programma di riacquisto di azioni proprie, mantenendo un indebitamento costante“.

Nuovo successo esplorativo in Congo

Nel frattempo, l’Eni ha resto noto di aver ottenuto “un nuovo e importante successo esplorativo nel blocco Marine XII, di cui la società è operatore, situato nell’offshore congolese a circa 17 chilometri dalla costa“. Lo si legge in una nota divulgata dalla multinazionale di San Donato Milanese.

Il pozzo esplorativo Nene Marine 3, che ha portato all’importante risultato – prosegue il comunicato – è stato perforato in 28 metri di profondità d’acqua e ha incontrato un importante accumulo di gas e di olio leggero nella sequenza geologica clastica pre-salina delineando un’estensione verso ovest del giacimento e provandone la continuità idraulica“.

Nene Marine 3 e’ situato a 2 chilometri dal pozzo di scoperta Nene Marine 1 e a 4 chilometri da Nene Marine 2. Durante la prova di produzione, eseguita nell’intervallo mineralizzato a olio, il pozzo ha erogato oltre 5.000 barili di olio al giorno a 36° API“, prosegue la nota, che poi spiega come “in seguito ai risultati del pozzo, Eni valuta che il campo di Nene Marine contenga 1,2 miliardi di barili di olio e 30 miliardi di metri cubi di gas in posto. La societa’ stima inoltre in 2,5 miliardi di barili di olio equivalente in posto il potenziale complessivo del campo di Nene Marine e di quello limitrofo di Litchjendilj Marine“.

Il blocco, continua la nota di Eni, “ha ancora un significativo potenziale minerario addizionale che verrà accertato tramite la prossima campagna esplorativa e di delineazione. Eni, che detiene il 65% del blocco Marine XII, ha rapidamente attivato con i partner della joint venture New Age (25%) e la compagnia di stato SNPC (Societe’ Nationale des Pe’troles du Congo, 10%) gli studi per assicurare un rapido sviluppo commerciale di queste rilevanti riserve di idrocarburi con l’obiettivo di avviare una prima produzione di olio gia’ a partire dal 2016“.

Eni è in Congo dal 1968 e produce nel paese circa 105.000 barili di olio equivalente al giorno, ma la presenza del gruppo di San Donato Milanese si estende all’Africa Subsahariana fin dagli anni ’60 ed è operativa in progetti di esplorazione e produzione in Angola, Congo, Ghana, Gabon, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Kenya e Liberia.

Con un’attività esplorativa di successo e in rapida crescita, Eni produce attualmente nella regione circa 450.000 barili di olio equivalente al giorno.

Credit: AGI