Putin in vantaggio nella partita che non ammette vincitori, né perdenti. Integrare la Russia nella NATO

Pialuisa Bianco lunedì scorso, a Zapping 2.0, ha parlato di “creatività” per risolvere la crisi. Anche noi pensiamo che Obama debba rendere il favore di non aver scatenato una guerra nel Mediterraneo la scorsa estate (per la Siria). Ergo tenda la mano a Putin e non solo per i fatti contingenti. Occorre pensare agli Stati Uniti d’America e d’Europa come prospettiva di lungo termine, ma nel breve la NATO abbia tre pilatri

 

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Ieri, nel corso di una conferenza stampa che entrerà nei manuali di formazione dell’intelligence occidentale, l’ex spia Vladimir Putin ha mostrato una freddezza e una capacità di analisi che contrasta con quanto detto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Putin “ha il controllo della realtà” e sta giocando una partita storica con i mezzi (non eccessivi) a disposizione. Anzitutto sul piano psicologico.

Riconoscendo che Yanukovic è un farabutto e che andava destituito, ma non ucciso, il presidente russo ha espresso un concetto occidentale: lo stato di diritto non è solo forma, ma è anche sostanza. E ha pure indicato la strada – anche a posteriori – dell’impeachment.

Riconoscendo che il movimento di protesta ucraino aveva molte ragioni, perché contrario a un regime di corrotti, Putin è andato – con piena consapevolezza – al di là dell’immaginabile: ha parlato in modo esplicito di corruzione politica, in un framework che non prevede in teoria accenni a malattie politiche di tal natura.

Richiamando le iniziative militari condotte dagli Stati Uniti e dai Paesi occidentali, in nome dell’ingerenza umanitaria (esempio Kosovo), ha posto il tema centrale: perché gli Usa possono arrogarsi il diritto di proteggere popoli non propri e la Russia non può rispondere alla richiesta di aiuto dei propri “concittadini”, cui sarebbe stato perfino vietato di parlare ulteriormente il russo?

Rilevando i legami di amicizia fraterna tra militari ucraini e russi, ha posto il tema centrale della storia che non si può cancellare con un tratto di penna: i legami tra i due Paesi – anche sul piano militare – sono stati costruiti nel periodo sovietico e permeano le vite delle persone: vorremmo che si ammazzassero l’un l’altro?

Infine, citando le parti più “disinvolte2 della protesta ucraina – quelle legate ai ceceni e, quindi, ad Al Qaeda – Putin ha affermato al mondo di avere una contezza di quanto avviene maggiore di quella di Obama, Kerry o dei “Cremlinologi” della Casa Bianca.

Ma se Putin è in vantaggio in questa partita, deve essere chiaro che alla fine deve finire con un pareggio onorevole per tutti. Non ci devono essere vincitori, né sconfitti (a parte i poveri morti in Ucraina). Per puro paradosso, Obama deve aiutare Putin a farsi “riacchiappare”, con una mossa che serva al presidente russo a “salvare la faccia”. Così come Putin “salvò la faccia” a Obama la scorsa estate, quando la Russia si mise di traverso per un ipotetico attacco alla Siria.

Conclusa però questa pagina, occorrerà prendere in mano la Storia e rimettere sul tappeto da gioco la mossa che può davvero cambiare la geopolitica in Europa, a partire dalla piena integrazione della Russia nella Nato, concludendo il passaggio intermedio della PfP (Partnership for Peace)m avviata nel maggio del 2002.

Solo con la Russia nella NATO si potranno evitare conseguenze come quelle di questi giorni. Alla Russia va posto un problema, quello degli Stati Uniti d’America e d’Europa come progetto di lungo termine. Nel più breve termine, la sicurezza europea, della Russia, dell’Ucraina, della Polonia, va rafforzata nel segno di un’Alleanza a Tre Pilastri.

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