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Approvato il Def, crescita dello 0,8 per cento. Renzi: “paga chi non ha mai pagato”

Il Cdm vara il Documento di economia e finanza. Il premier: “Previsione al ribasso per estrema prudenza”. Poi: “Le riforme sono la precondizione per la ripresa economica, porteremo a casa il risultato”. Dalle privatizzazioni arrivano risparmi per 12 miliardi. Dalla spending review 4,5 miliardi – La conferenza stampa integrale (video)

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Il Cdm ha approvato il Def. Il provvedimento, un documento “molto serio e rigoroso” nella sintesi del premier Matteo Renzi, mette sul tavolo le riforme “precondizione per la crescita” e fissa il quadro macro entro cui si svilupperà la politica economica: il pil allo 0,8% nel 2014, una stima “di estrema prudenza” dice il presidente del Consiglio, e l’indebitamento netto fermo al 2,6%, garantendo “il mantenimento dei parametri europei”. Numeri che, confida il premier, “spero siano smentiti in positivo”.

Intanto, conferma piena per il taglio dell’Irpef, che darà un bonus medio di 80 euro al mese ai lavoratori dipendenti sotto i 25mila euro di reddito: agli italiani in pratica “avranno la 14esima in busta paga”, rivendica il presidente del Consiglio.

Renzi e Padoan illustrano il Def facendo leva sulle ragioni, politiche e tecniche, che consentiranno all’Italia di negoziare margini di manovra più ampia a Bruxelles. In sostanza, si rispettano i parametri Ue per ritagliarsi più spazio nel medio termine e poter quindi sostenere interventi per la crescita. “Per cambiare le regole Ue bisogna aver rispetto dei partner”, che si dimostra “rispettando gli impegni presi”, spiega il ministro dell’Economia. “La politica Ue per la crescita si fa combinando insieme i conti con spazi di manovra per il bilancio. Questo è qualcosa a cui noi arriviamo con i compiti fatti, con le riforme avviate. Il messaggio dell’Italia serve a tutti”, insiste ancora.

La conferenza stampa integrale

Strettamente legata al Def è l’operazione sulle buste paga, con gli 80 euro in più ‘promessi’ ai lavoratori con redditi fino a 25mila euro. “Con questa operazione ora inizia a pagare chi non ha mai pagato e a riscuotere chi non ha mai riscosso“, rivendica Renzi.

Il presidente del Consiglio entra anche nel merito delle coperture necessarie. I 6,7 mld per gli sgravi Irpef verranno per “4,5 mld dalla spending review e per 2,2 mld da un aumento del gettito Iva ed un aumento della tassazione legata alla rivalutazione delle quote di Bankitalia”. Il dl sarà presentato venerdì 18 aprile, “non perché è il venerdì santo e quindi giorno di Passione ma perché necessita del passaggio del Def in Parlamento il 17 per sbloccare coperture relative all’Iva”. Si tratta dell’iva che deriva dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e il governo deve incassare il via libera per il rallentamento al calo del debito, secondo quanto previsto dal Fiscal Compact. Una puntualizzazione importante arriva per quella fascia di reddito, sotto gli 8mila euro, che già non paga l’Irpef. Nel Dl, assicura il premier, “c’è una soluzione tecnica che riguarda gli incapienti”, insieme “all’individuazione fascia per fascia” dei destinatari del provvedimento.

Quanto ai tagli della spending review, il governo interverrà a partire dal piano presentato dal commissario Carlo Cottarelli. “Ho ricevuto 6 miliardi di spending, per venerdì 18 lo asciughiamo un po’, è fin troppo pesante”, spiega Renzi, evidenziando che “la spending non è solo taglio, è una rimodulazione del processo di di spesa”. Nessun allarme per la sanità. Anzi, “in prospettiva spenderemo di più” perché si stanno allungando le aspettative di vita e “la gente invecchia”.

Per la prima volta, parlano insieme Renzi e Padoan. Mostrando sintonia, soprattutto nell’analisi complessiva della politica economica. A partire dal messaggio chiave sui rapporti con l’Europa. “Per cambiare le regole europee serve il rispetto dei partner europei. Questo programma va in questa direzione ed è il tema che durante la presidenza dell’Ue l’Italia porterà avanti: in che modo far ripartire la crescita”, spiega Padoan. Il tutto “nel rispetto dei vincoli perché fa bene a noi e ci permette di cambiare gli altri”, aggiunge. Il disegno, rivendica il ministro dell’Economia, è organico. “Le riforme si completano a vicenda”, evidenzia, soffermandosi sul fatto che il piano del governo vuole da una parte sostenere i redditi e dall’altra le imprese. “Questa è una strategia complessiva, frutto di un’azione complessiva dell’azione del governo e avrà successo”, assicura.

(Adnkronos)