Tangenti per il Mose, 35 arresti. Domiciliari per sindaco di Venezia, Orsoni. Indagato Galan, ex presidente del Veneto

I reati ipotizzati vanno dalla corruzione alla concussione fino al riciclaggio. Un centinaio le persone indagate. Chiesta la misura cautelare anche per l’ex “governatore” del Veneto, e ministro, Giancarlo Galan. Legali Orsoni: “Accuse contestate poco credibili”. Mose, opera da quasi 5 mld per difendere città dall’acqua alta/Scheda

201405604-giorgio-orsoni-650x450

Trentacinque persone sono state arrestate e un centinaio sono indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Venezia sulle presunte tangenti pagate per il Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia della città lagunare. Tra gli arrestati nomi di spicco della politica, imprenditori e il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. I reati ipotizzati vanno dalla corruzione alla concussione fino al riciclaggio.

La Procura ha inoltre formulato una richiesta di arresto per l’ex governatore e ministro Giancarlo Galan, attualmente deputato di Forza Italia e presidente della commissione Cultura della Camera, il quale è stato 20140604-giancarlo-galan-320x220raggiunto dalla notizia della richiesta di arresto dietro le quinte della trasmissione mattutina Omnibus di La7, cui avrebbe dovuto partecipare. Al contrario, Galan non è entrato in studio e ha abbandonato la sede della rete televisiva prima che la trasmissione iniziasse.

Le indagini, che hanno portato in carcere 25 persone e 10 agli arresti domiciliari hanno portato ad un centinaio di perquisizioni in Veneto, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna, impegnati 300 uomini delle Fiamme Gialle.

Pm Nordio, tangentopoli uguale a 20 anni fa – “Avendo trattato tangentopoli 20 anni fa posso dire che gran parte della corruzione scoperta oggi è simile e molti dei protagonisti sono gli stessi. Ma questo è un sistema molto più sofisticato”, ha detto il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, nel corso della conferenza stampa.

I Legali di Orsoni – “Preoccupazione per l’iniziativa assunta” viene espressa dagli avvocati Daniele Grasso e Mariagrazia Romeo, difensori di Orsoni. I legali confidano “in un tempestivo chiarimento della posizione dello stesso sul piano umano, professionale e istituzionale”. “Le circostanze contestate nel provvedimento notificato – spiegano – paiono poco credibili, gli si attribuiscono condotte non compatibili con il suo ruolo ed il suo stile di vita. Le dichiarazioni di accusa vengono da soggetti già sottoposti ad indagini, nei confronti dei quali verrano assunte le dovute iniziative”.

(Credit: Adnkronos)