Primo raid aereo Usa in Iraq contro l’ISIL, che risponde: “con i bombardamenti non si vincono le guerre”

Lo ha annunciato il portavoce del Dipartimento della Difesa, ammiraglio John Kirby. Mogherini: appoggiamo (a parole) la decisione di Obama di intervenire contro l’ISIL

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Washington – Bombardieri americani, probabilmente provenienti dalle portaerei di stanza nel Golfo Persico, hanno effettuato il primo bombardamento contro miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, nei pressi di Erbil. Lo ha comunicato l’ammiraglio Kirby, portavoce del Dipartimento della Difesa. A Manama, in Bahrain, ha sede la V Flotta della US Navy.

Ieri, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato l’uso della forza aerea “se necessario” e ufficialmente per proteggere la rappresentanza diplomatica americana presente a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. L’Amministrazione Obama infatti non vuole un nuovo coinvolgimento diretto degli Stati Uniti in Iraq ed è a favore di una composizione delle fratture tra sunniti e sciiti nel Paese, con un maggiore coinvolgimento dei sunniti del Nord e del Centro-Sud, mentre attualmente gli sciiti detengono il potere centrale con il primo ministro Nūrī al-Mālikī.

A colpire i miliziani dell’Isil due F18-A Hornet, probabilmente decollati dalla USS George H. W. Bush (CNV-77), che a giugno è stata spostata a Manama, sede della V Flotta.

Solo per ricordare, il 16 giugno scorso, John Kerry, segretario di Stato americano, John Kerry, dichiarava in un’intervista a Yahoo! News: “Gli attacchi con i droni sono, per gli Stati Uniti, un’opzione” in Iraq, aggiungendo che il presidente Obama stava “prendendo attentamente in considerazione ogni ipotesi disponibile”.

A noi sembra che nel frattempo la situazione sul terreno avrebbe necessitato un’azione più decisa, ma l’attendismo di Obama si spiega solo con una valutazione più ampia: il 44° Presidente degli Stati Uniti d’America è indiscutibilmente il peggiore in politica estera di tutta la storia statunitense degli ultimi 120 anni. In questo caso il detto “la calma è la virtù dei forti” non si può applicare: la calma di Obama è la dimostrazione di una tragica incompetenza.

Ne devono essere ben coscienti i leader dell’ISIL, che hanno indirettamente confermato i raid. Su un account Twitter legato ai jihadisti neocaliffali, è stato scritto un tweet puntuale: “gli aerei possono uccidere la gente, ma non fanno vincere le battaglie”. Una evidente provocazione ai raid che hanno puntato ad alcune postazioni di artiglieria posizionate attorno alla capitale del Kurdistan. Nel tweet sono citati anche i casi di Yemen, Pakistan, Somalia come “ultimi esempi recenti” del “fallimento” degli attacchi aerei per vincere le guerre. 

Sul tema è arrivato anche il commento del ministro degli Esteri italiana, Federica Mogherini, secondo la quale “dobbiamo proteggere i civili iracheni e in particolare cristiani e yazidi perseguitati da Isis“, ha detto la titolare della Farnesina, aggiungendo che occorre “sostenere lo sforzo delle milizie curde Peshmerga per fermare l’avanzata di Isis“. “Per questo  – ha concluso – condividiamo la scelta del presidente americano Barack Obama di intervenire“. Mogherini in serata avrà un colloqui telefonico con il presidente kurdo Barzani.

Ultimo aggiornamento 8/08/2014, ore 18:40:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA