Ben 28mila nuovi account su Twitter pro-ISIL aperti da decapitazione di Foley. A Riad scritte pro-jihadisti
Dal mese di maggio invece sono addirittura oltre 60mila i profili nati a sostegno dei jihadisti in tutto il mondo. Nella capitale dell’Arabia Saudita comparse scritte a favore dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Indaga l’antiterrosismo
New York – Almeno 28.000 account Twitter a sostegno dello Stato islamico sono stati creati da quando è stato diffuso il video della decapitazione del giornalista americano James Foley. Recorded Future, azienda con sede in Massachusetts che monitora le attività online, ha condotto una analisi sul social network per Sky News del Regno Unito.
Secondo i risultati, citati da Cnbc News, da maggio sono stati 60.000 i nuovi profili Twitter a favore dei militanti sunniti che hanno preso il controllo di vaste zone di Iraq e Siria, uccidendo Foley e in seguito l’altro reporter americano Steven Sotloff. Di essi, almeno 28.000 sono successivi al video della decapitazione di Foley, diffuso il 19 agosto.
Un altro dato di Recorded Future mostra che nelle 24 ore successive alla pubblicazione del filmato, il 10% dei commenti che facevano riferimento ad esso erano positivi.
Twitter, assieme a video e registrazioni audio, è stato ampiamente usato dal gruppo estremista per fare proseliti. Il social network dopo il video dell’esecuzione di Foley aveva annunciato che avrebbe sospeso tutti gli account che avessero pubblicato immagini macabre o istigato ad azioni violente.
Intanto nella capitale dell’Arabia Saudita sono stati rinvenuti slogan a sostegno dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante nelle mura di alcune scuole, dopo l’appello del monarca saudita, Abdullah Bin Abdul Aziz, a favore di un coordinamento degli sforzi anti-jihadisti. Lo rende noto la testata Gulfnews, secondo cui le scritte sono state rinvenute nelle mura perimetrali di scuole di Al Naseem, nella zona orientale di Riad.
Il ritrovamento risale a lunedì scorso. Le scritte inneggiano alle capacità di resistenza e di espansione dell’ISIL in Siria e Iraq, malgrado le difficoltà incontrate per la reazione statunitense e alleata a sostegno del governo legittimo dell’Iraq.
Il re saudita ha recentemente sottolineato come questi barbari si pongano contro l’islam e il corano, sottolineando la santità della vita umana che i jihadisti ignorano.
Naturalmente re Abdullah si è guardato bene dal dichiarare il proprio precedente sostegno a questi criminali, ma il fatto che sia cambiata la politica verso i fondamentalisti testimonia – più di ogni altro fattore – una sottovalutazione precedente del pericolo costituito dai jihadisti salafiti e il timore presente che essi possano conquistare il potere e sottomettere tutte le nazioni musulmante sotto la più feroce legge islamista.
Sul ritrovamento delle scritte a favore dell’ISIL in Arabia Saudita indaga l’antiterrorismo e le forze di sicurezza locali, in coordinamento con omologhe branche della sicurezza di Paesi alleati.
(Fonte: TMNews, GulfNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA