Intelligence americana in allerta: nel mirino i progetti dei jihadisti per attacchi devastanti con le petroliere

L’allarme lanciato dal Department of Homeland Security sulla base della segnalazione di 22 studenti americani di origine yemenita che avrebbero seguito corsi di formazione specialistici per la gestione di grandi petroliere. La capacità di condurre super-petroliere è provato dai sequestri effettuati nell’Oceano Indiano

La Sirius Star, della compagnia di navigazione Vela International Marine Limited, è una super-petroliera sequestrata dai pirati somali il 17 novembre 2008. Fu rilasciata il 9 gennaio dell'anno successivo, dopo il pagamento di un riscatto di 3 milioni di dollari (foto Wikipedia)
La Sirius Star, della compagnia di navigazione Vela International Marine Limited, è una super-petroliera sequestrata dai pirati somali il 17 novembre 2008. Fu rilasciata il 9 gennaio dell’anno successivo, dopo il pagamento di un riscatto di 3 milioni di dollari (foto Wikipedia)

Washington – L’intelligence statunitense ha lanciato l’allarme sull’uso di petroliere per attacchi terroristici il mese scorso, dopo che alcune informazioni avevano illuminato l’interesse degli investigatori su un gruppo di 22 giovani americani di origine yemenita, che avevano frequentato dei corsi di formazione e di qualificazione alla conduzione e alle operazioni di servizio su maxi petroliere. 

I 22 originari dello Yemen provenivano principalmente da Dearborn, in Michigan, e da Oakland, in California, ma avevano in comune di aver lavorato presso una compagnia di navigazione dei Grandi Laghi. Stranamente, secondo le informazioni confidenziali ricevute dai servizi americani, avevano frequentato tutti lo stesso corso di formazione a Houston, in Texas. 

Della questione si è occupato, come detto, il Departement of Homeland Security, che ha redatto un rapporto a fine agosto. Il successivo approfondimento ha potuto verificare che i 22 giovani originari dello Yemen non hanno alcun legame con organizzazioni estremiste e svolgono una vita normale di onesti lavoratori, ancorché fosse sembrato strano che un numero tanto elevato di persone, con tanti tratti comuni, avesse partecipato a un’attività professionalizzante in un posto così lontano dalla località originaria di residenza.

Tuttavia, la storia è arrivata sui media americani, perché esiste davvero un allarme sull’uso di maxi petroliere per attacchi terroristici devastanti. 

L’esperienza internazionale insegna infatti che i terroristi sono in grado di manovrare maxi petroliere attraverso i sequestri delle navi, soprattutto nell’Oceano Indiano occidentale, al largo dello Yemen e del Corno d’Africa. Sebbene in tali sequestri abbiano condotto i mercantili minacciando il personale di bordo, il passo successivo – l’escalation di capacità – sarebbe quello di poter condurre di persona una nave così mastodontica per utilizzarla come nave-bomba per un attacco devastante a una grande città dotata di un porto con un fondale sufficiente. 

Il pensiero degli analisti infatti va di frequente alle modalità con cui Mohamed Atta e gli altri 18 membri del commando jihadista si impossessarono di quattro aerei civili per l’attacco agli Stati Uniti, l’11 Settembre 2001. Nei mesi precedenti alcuni di essi frequentarono corsi di abilitazione alla conduzione degli aerei, ma stranamente il loro interesse si concentrava sulle fasi di decollo e conduzione, non su quella delicata dell’atterraggio.

Un interesse strano che poi fu chiaro la sera di quella tragica giornata.

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