Firenze, a Palazzo Strozzi si racconta la modernità spagnola travolgente di Pablo Picasso e non solo…
Nella prestigiosa sede fiorentina, uno dei più bei palazzi rinascimentali italia, dal prossimo 20 settembre al 25 gennaio 2015 una straordinaria mostra all’insegna della modernità spagnola dell’artista di Guernica e di altri maestri iberici come Juan Gris, Maria Blanchard, Julio Gonzales, Joan Mirò, Salvador Dalì
Firenze – Dopo il successo del 2011 dell’esposizione “Picasso, Mirò, Dalì. Giovani arrabbiati”, Palazzo Strozzi si prepara a ospitare, dal 20 settembre al 25 gennaio 2015, circa 90 opere di Pablo Picasso e di altri artisti spagnoli come Juan Gris, Maria Blanchard, Julio Gonzales, Joan Mirò e Salvador Dalì.
La rassegna dal titolo “Picasso e la modernità spagnola” – curata da Eugenio Cremona, docente di Storia dell’arte all’Università di Malaga – nasce dalla sinergia con il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia Picasso e intende riflettere sulla sua continua sperimentazione che influenzò l’arte del XX secolo e gli stessi artisti esposti nella prestigiosa location fiorentina.
Ripercorrendo un lungo periodo – dagli anni ’10 agli anni ’60 – la mostra fiorentina condurrà il visitatore alla conoscenza approfondita di chi traghettò il mondo verso l’arte contemporanea. Avviato dal padre all’apprendistato artistico, a Barcellona Picasso entra in contatto con le correnti avanguardiste, liberandosi degli schemi accademici e iniziando a sperimentare un cromatismo più audace basato su colori puri e forme semplici.
Nel 1900 si reca per la prima volta a Parigi – dove si trasferirà definitivamente nel 1904 – e trae ispirazione dall’arte di Toulouse-Lautrec, Vuillard, Steinlen, Rossetti, Munch. Il disegno si fa stilizzato e si tinge delle tonalità fredde del blu e del turchese per dar voce a una schiera di reietti, di emarginati, di anime sole che galleggiano senza speranza nelle tele, ognuna sospesa al filo del proprio misero destino. È il periodo blu.
Dal 1904 le prostitute e i mendicanti lasciano spazio a suonatori ambulanti, arlecchini e acrobati mentre il blu viene sostituito dal grigio e dal rosa; il cambiamento di tavolozza – in parte incentivato dalla relazione amorosa con Fernande Olivier – corrisponde a una nuova attenzione per lo spazio e, al tempo stesso, al mantenimento di quella malinconia racchiusa nella raffigurazione delle maschere del circo, sempre dietro le quinte e mai sul palcoscenico.
Con il ritratto di Gertrude Stein (1906) Picasso introduce la semplificazione della forma – tipica del cosiddetto “periodo africano” – influenzata dalla passione, tutta europea, per l’esotico e il primitivo già visibile nell’arte di Gauguin. Sono questi gli anni della grande retrospettiva su Cezanne – da poco scomparso – che ebbe un ruolo fondamentale nella svolta cubista simboleggiata da Les demoiselles d’Avignon (1907) in cui la scomposizione della figura e l’abolizione della profondità evidenziano la chiara volontà di rappresentare uno spazio più mentale che fisico. Il taglio geometrico dei piani sconvolge la superficie della tela e scaglia, come lance, gli oggetti verso lo spettatore, rapito dagli sguardi vuoti e fissi delle figure femminili in cui sono evidenti le influenze delle maschere tribali africane e della scultura iberica. La contemporanea intersezione di angolazioni diverse crea una quarta dimensione in cui la separazione tra corpi non esiste.
Il cosiddetto cubismo analitico – che confluirà in quello sintetico – fu un periodo di grande sperimentazione, stimolato da un sodalizio artistico con George Braque che spingerà i due allo studio della luce, al sezionamento dell’oggetto in più punti di vista fino alla scoperta del segno puro – su cui avrà una grande importanza l’invenzione del collàge – in cui la struttura e il concetto si fondono.
Nel 1915-1917, Picasso ritorna a un disegno più tradizionale, ricalcando il neoclassicismo di Ingres e la pittura di Raffaello attraverso figure monumentali, anticipando artisti come De Chirico, Severini seppur nelle nature morte e poi nell’opera Danzatrici rivelerà ancora una volta il piglio cubista arricchito dalle nuove tendenze surrealiste e espressioniste, presenti soprattutto nelle sculture di questi anni. La mostruosità e l’immagine del toro costellano le sue opere assurgendo a moniti morali, simbolo della deformazione interiore dell’uomo moderno come nel commovente Guernica.
Proprio nella mostra di Firenze – insieme a sculture, disegni e dipinti come Testa di donna (1910), Ritratto di Dora Maar (1939) e Il pittore e la modella (1963), confrontate con Siurana, il sentiero (1917) e Figura e uccello nella notte (1945) di Joan Mirò, l’Arlecchino (1927) di Dalì – saranno esposti i disegni preparatori e le incisioni per la realizzazione di Guernica (1937), per la prima volta prestati in così vasto numero al di fuori della Spagna.
L’esposizione si inserisce, infatti, nel quadro delle celebrazioni europee in onore di Picasso, che culmineranno nella riapertura del Museo Picasso a Parigi – il prossimo 25 ottobre, giorno del compleanno del maestro – e nell’uscita del filmato “33 Dias” interpretato da Antonio Banderas e Gwyneth Paltrow e ispirato ai difficili giorni in cui nacque Guernica.
Presentata al Padiglione spagnolo durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1937, Guernica fu un urlo di sdegno e dolore a seguito del violento bombardamento della cittadina durante la guerra civile spagnola, da parte della Legione Condor, un corpo aeronautico volontario, ma appartenente alla Germania nazista e costituito da elementi della Luftwaffe e della Aviazione Legionaria Fascista d’Italia, impiegato durante la guerra civile spagnola in supporto alle forze nazionaliste di Francisco Franco. Nella netta contrapposizione di toni bianchi e neri, brandelli di corpi, macerie, bocche digrignate, volti deformi sono brutalmente costretti nell’angusto spazio di una stanza dove sadico emerge il toro, simbolo di crudeltà e orrore.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Picasso vive un periodo di distensione e il suo stile cambia nuovamente. Si iscrive al Partito Comunista Francese e si dedica alla ceramica, modellando la forma con la serenità, in una ricerca continua dell’animo mediterraneo e del mito classico. Nascono opere sublimi come La Pace (1952) e alcuni lavori d’après, rivisitazioni – in chiave cubista-espressionista – di tele del passato.
Amato e noto, Picasso interpreta pittori a lui cari come Velasquez, Goya, Courbet, Delacroix e Manet con Le déjeuner sur l’herbe (1961) a cui dedicò ben 40 tele. In questo contesto, va inserita l’opera Il pittore e la modella – esposta a Palazzo Strozzi – in cui è rievocato un tema tipico della storia dell’arte che Picasso aveva già affrontato nel 1926 così come, prima di lui, Vasari, Caravaggio, Vermeer.
Ecco che la sua affermazione «l’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità» sembra voler spingere il fortunato visitatore a osservare con attenzione le tele fiorentine in quel percorso denso e complesso, perché forse proprio lì potrà scoprire il vero animo del genio di Malaga.
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Informazioni
Orario mostra: Tutti i giorni (inclusi i festivi) 10.00-20.00, Giovedì 10.00-23.00. Solo su prenotazione per gruppi 9.00-10.00. Accesso in mostra consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.
Recapiti e sito web: Tel. +39 055 2645155 – palazzostrozzi.org
Biglietti: € 10,00 Intero – € 8,50 Maggiori di 65 anni, giovani fino ai 26 anni, gruppi organizzati min. 10 persone con prenotazione, dipendenti Enel con un accompagnatore, Generali Italia (agenzie, clienti e dipendenti), categorie convenzionate (Soci ACI, FAI, Touring Club), possessori biglietti Firenze Parcheggi, biglietti o abbonamenti ATAF, BUSITALIA, Autolinee Chianti Valdarno e Mugello Valdisieve, possessori biglietti o abbonamenti Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ORT-Orchestra della Toscana, Teatro della Pergola, possessori CartaFreccia e biglietti Trenitalia con destinazione Firenze, insegnanti con Card Edumusei. – € 7,50 Clienti di Banca CR Firenze e Gruppo Intesa Sanpaolo. – € 4,00 Ragazzi dai 7 ai 18 anni, gruppi scuole, studenti fino a 26 anni, diversamente abili, possessori Carta Superflash di Banca CR Firenze e Gruppo Intesa Sanpaolo, Maggio Card e Pergola26 card. – Gratuito Bambini fino a 6 anni, accompagnatori di diversamente abili e di gruppi, insegnanti con classe, giornalisti con tessera professionale, guide turistiche, possessori Firenzecard, Amici di Palazzo Strozzi.
Speciale biglietto 2×1 Picasso e la modernità spagnola: Due biglietti al prezzo di € 10,00: il sabato a tutti i possessori CartaFreccia e biglietti Trenitalia con destinazione Firenze (con data di emissione antecedente al massimo 5 giorni da quella della visita).
Biglietto Famiglia: € 20,00 Questo biglietto consente l’ingresso illimitato alla mostra Picasso e la modernità spagnola per tutta la famiglia (fino a 2 adulti + bambini e ragazzi fino a 18 anni), valido fino al 25 gennaio 2015