Strasburgo, “ammissibile” ricorso Berlusconi su condanna a 4 anni per fronde fiscale: violate norme su giusto processo

La comunicazione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sarebbe stata notificata ai legali dell’ex “premier” nelle scorse settimane. Ne dà notizia L’Huffington Post Italia

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Roma – La Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo avrebbe dichiarato “ammissibile” uno dei ricorsi di Silvio Berlusconi contro la condanna a 4 anni per frode fiscale del 2 agosto 2013. Lo scrive l’Huffington Post, secondo cui “la notizia, tenuta riservata dai legali dell’ex premier”, è stata loro notificata “nelle scorse settimane”.

Nella comunicazione ai legali si annuncerebbe che “quanto prima possibile” sarà decisa la fissazione del procedimento avviato da “Berlusconi Silvio per violazione ripetuta dei principi cardine del giusto processo“, tra cui la lista dei testi a discolpa tagliata dai giudici, la non ammissione di alcune prove, “la non imparzialità” del giudice, visti i commenti e i giudizi espressi dal presidente di sezione della Cassazione, Antonio Esposito, rilasciati al giornalista Antonio Manzo, de “Il Mattino” di Napoli, prima della pubblicazione del dispositivo della sentenza di condanna.

Tra i rilievi posti all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo il fatto che la Corte di Appello di Milano il 9 luglio 2014 ha assolto Fedele Confalonieri e Piersilvio Berlusconi e altri sette manager di Finivest/Mediaset in un processo gemello. Le tesi dell’accusa erano le medesime di quelle portate nei confronti di Silvio Berlusconi e i presupposti dell’accusa uguali. Solo che nei confronti dell’ex “premier” si arrivò alla condanna, mentre la stessa tesi non resse nei confronti degli altri imputati del processo parallelo. Un’assurdità giuridica.

La Corte di Strasburgo avrebbe puntualizzato nella notifica che il ricorso de quo è ammissibile, perché i rilievi presentati dai legali di Berlusconi non sono infondati e “degne” di valutazione le supposte “violazioni ripetute dei diritti dell’imputato”, avvenute nel corso del dibattimento sulla cosiddetta compravendita dei diritti tv.

Da Strasburgo non è ancora giunta alcuna conferma ufficiale e il riserbo con cui i legali di Berlusconi hanno finora coperto la notizia è da interpretare, perché di certo è un punto a favore per il fondatore della Fininvest ed ex presidente del Consiglio dei Ministri.

La verità sta venendo pian piano a galla?

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