All’Angelus Bergoglio parla di Vangelo ma ammonisce sul Regno di Dio: nessuno ha l’esclusiva

Prima dell’Angelus, Francesco commenta il brano di Matteo sull’invito del re a partecipare a un banchetto di nozze: un invito “gratuito, largo e universale. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori. La bontà di Dio non ha confini e non discrimina nessuno”. Ma sembra un ragionamento rivolto anche a chi si arroga il ruolo di esclusivo interprete dalla volontè di Dio. L’intercessione di Maria per i cristiani perseguitati e per i lavori del Sinodo. Poi la preghiera per Genova e l’invocazione della Madonna della Guardia: “aiuterà la città a superare questa disgrazia”

20141012-angelus

Città del Vaticano – La bontà di Dio “non ha confini e non discrimina nessuno, a tutti è data la possibilità di rispondere al suo invito, alla sua chiamata; nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva. Dobbiamo vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come facevano i capi dei sacerdoti e i farisei, per aprirci alle periferie, riconoscendo che anche chi sta ai margini è oggetto della generosità di Dio. Tutti siamo chiamati a non ridurre il Regno di Dio nei confini della ‘chiesetta piccolina’, che non serve, ma a dilatare la Chiesa alle dimensioni del Regno di Dio”. Lo ha detto Papa Francesco prima dell’Angelus.

Il Pontefice ha commentato il testo evangelico, ovvero l’invito a un banchetto di nozze da parte di un re. “L’invito ha tre caratteristiche: la gratuità, la larghezza, l’universalità. Gli invitati sono tanti, ma avviene qualcosa di sorprendente: nessuno dei prescelti accetta di prendere parte alla festa, dicono che hanno altro da fare; anzi alcuni mostrano indifferenza, estraneità, perfino fastidio. Dio è buono verso di noi – ha ricordato Bergoglio – ci offre gratuitamente la sua amicizia, la sua gioia, la salvezza, ma tante volte non accogliamo i suoi doni”.

L’Angelus di Papa Francesco di domenica 12 Ottobre 2014

Tuttavia, di fronte al rifiuto dei primi invitati, “Egli non si scoraggia, non sospende la festa, ma ripropone l’invito allargandolo oltre ogni ragionevole limite e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano. Si tratta di gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi, anche i cattivi sono invitati, senza distinzione. E la sala – ha sottolineato il Papa – si riempie di ‘esclusi’. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori”.

La bontà di Dio, infatti, non ha confini e non discrimina nessuno: a  tutti è data la possibilità di rispondere al suo invito, alla sua chiamata, e “nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva. Tutto questo ci induce a vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come facevano i capi dei sacerdoti e i farisei: questo non si deve fare. Noi dobbiamo per aprirci alle periferie, riconoscendo che anche chi sta ai margini, addirittura colui che è rigettato e disprezzato dalla società, è oggetto della generosità di Dio. Tutti siamo chiamati a non ridurre il Regno di Dio nei confini della “chiesetta”, la nostra chiesetta piccoletta, non serve; ma a dilatare la Chiesa alle dimensioni del Regno di Dio”.

Un commento che sembra essere rivolto sia all’interno della Chiesa che a chi – in giro per il mondo – ha la superbia di dirsi interprete esclusivo della volontà di Dio, con una gamma di violenze umane indicibili e contro Dio.

Non a caso prima della preghiera mariana, il Papa ha affidato all’intercessione della Madonna, Maria Santissima divina Madre di Cristo Dio Incarnato, “i drammi e le speranze di tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati a motivo della fede“, poi ha invocato “la sua protezione anche sui lavori del Sinodo dei Vescovi riunito in questi giorni in Vaticano”.

Subito dopo la recita dell’Angelus, Francesco ha ricordato la beatificazione di padre Francesco Zirano, morto per non aver voluto rinnegare la fede: “Rendiamo grazie a Dio per questo sacerdote e martire, eroico testimone del Vangelo. La sua coraggiosa fedeltà a Cristo è un atto di grande eloquenza, specialmente nell’attuale contesto di spietate persecuzioni contro i cristiani”. Infine, un pensiero per le tremende alluvioni che hanno colpito Genova: “In questo momento, il nostro pensiero va alla città di Genova, un’altra volta duramente colpita dall’alluvione. Assicuro la mia preghiera per la vittima e per quanti hanno subito gravi danni. La Madonna della Guardia sostenga la cara popolazione genovese nell’impegno solidale per superare la dura prova”.

Poi il Pontefice ha recitato insieme ai fedeli riuniti a Piazza San Pietro un’Ave Maria.

(Fonte: AsiaNews)