Agricoltura

Produzione italiana di castagne al minimo storico. In dieci anni ridotta del 70%

Numeri sconvolgenti per la produzione nazionale, secondo un report della Coldiretti. Agricoltura in affanno anche nell’olivocoltura e nel vitivinicolo. Un insetto killer arrivato dalla Cina – il Cinipide galligeno del castagno – responsabile della decimazione dei raccolti, manca una strategia unica nazionale

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Il raccolto di castagne Made in Italy scende quest’anno al minimo storico con una produzione nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di chili registrati lo scorso anno e pari ad appena 1/3 di quella di 10 anni fa.  È l’allarme lanciato dalla Coldiretti sul crollo produttivo delle castagne, che rischiano di sparire dalla realtà nazionale, dopo essere state il simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di scolari.

Il 2014 sarà ricordato nella storia per il taglio nei raccolti di tutti i prodotti agricoli dell’autunno italiano con l’olio in riduzione del 30 per una produzione attorno a 300mila tonnellate ed un taglio di oltre il 15 per cento rispetto allo scorso anno e la vendemmia che rischia di classificarsi come la piu’ scarsa dal 1950, con una produzione di vino che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri.

Per le castagne la riduzione è dovuta all’andamento climatico sfavorevole, con l’eccesso di precipitazioni, ma anche alla strage provocata dagli attacchi dell’insetto killer ‘Cinipide galligeno del castagno‘ arrivato in Italia dalla Cina e che da alcuni anni sta decimando i raccolti.

Un duro colpo per un alimento che nel 1911 aveva raggiunto addirittura una produzione record di 829 milioni di chili con il castagno che riveste peraltro un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico.

La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago con l’habitat fondamentale per la selvaggina autoctona, per la produzione del caratteristico miele, per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti.

Anche per questo nonostante le difficoltà restano molto popolari le feste e le sagre dedicate a castagne e marroni in tutta la Penisola, a partire da Cuneo dove fino a domenica 19 ottobre si svolge la Fiera Nazionale del Marrone.

Il crollo dei raccolti italiani ha favorito le importazioni, quasi raddoppiate in due anni, essendo passando dai 38,7 milioni di euro del 2012 ai 67,8 milioni di euro del 2013.  Ne consegue che gli italiani hanno più del 50 per cento di probabilità di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne non italiane, provenienti soprattutto da Spagna, Portogallo, Turchia e Slovenia. Il rischio infatti è che – a causa dell’assenza di un sistema trasparente di etichettatura – le castagne importate vengano spacciate come nazionali, mettendo a rischio anche le produzioni locali sopravvissute fino ad ora.

Nonostante la grande mobilitazione per la lotta biologica al Cinipide attraverso i lanci del suo antagonista naturale, il parassitoide Torymus sinensis e i segnali positivi in alcune regioni, serviranno infatti anni per ritornare a un livello produttivo degno della tradizione nazionale

Manca però una strategia nazionale. È necessario – sottolinea la Coldiretti – che le istituzion mettano in campo azioni precise per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane. Oltre a un incremento delle attività di lotta al cinipide.

Un patrimonio nazionale in pericolo, considerato che se dal punto di vista quantitativo la situazione è preoccupante, l’Italia ha un primato qualitativo indiscutibile, confermato dalla presenza di ben 12 tipi di castagne aventi il riconoscimento europeo Igp (indicazione geografica protetta), come di seguito evidenziato:

  • 4 in Toscana, il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp e la Farina di Neccio della Garfagnana Dop;
  • 2 in Campania è riconosciuta la Castagna di Montella Igp e il Marrone di Roccadaspide Igp;
  • 1 in Emilia Romagna, il Marrone di Castel del Rio Igp;
  • 2 in Veneto, il Marrone di San Zeno Dop  e i Marroni del Monfenera Igp;
  • 2 in Piemonte, la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp;
  • 1 nel Lazio, la Castagna di Vallerano Dop.

(Fonte: Coldiretti)