Peshawar, il sacrificio umano di 132 innocenti: l’Onu dichiari il jihadismo islamista crimine contro l’umanità

Nel massacro in Pakistan gli studenti coranici wahabiti si sono comportati secondo un copione “rivoluzionario” nato con la Rivoluzione Francese. I primi martiri furono i cattolici della Vandea e da allora il flusso di orrori ha un andamento carsico che occorre interrompere con una santa Alleanza di Civilità contro la barbarie

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Capita nella vita di ciascuno di noi incappare in una giornata storta, dove tutto sembra essere contro. E capita che – per motivi che sfuggono – uno sbalzo di tensione rischi di mandare in fumo (letteralmente) un condominio, interrompa la propria attività (e quella altrui), imponga di tralasciare l’obiettivo che ci si è prefissati per necessità più importanti.

In questi casi è frequente lasciarsi andare a un florilegio di parole irripetibili, perché la nostra realtà quotidiana è sempre complicata da mille fastidi.

Poi capita anche che l’occhio vada allo smartphone e si apprenda di un fatto tragico, avvenuto in un luogo dall’altra parte del mondo, ma drammaticamente vicino, umanamente vicino: centinaia di bambini indifesi e innocenti massacrati con metodi che ricordano in modo assurdo e ripetuto le barbarie naziste commesse nel secolo scorso. O i rastrellamenti rivoluzionari del terrore staliniano o ancor prima la furia giacobina che si abbattè contro i cattolici della Vandea, prime vittime sacrificali sull’altare di un finto progresso spacciato per Verità.

Dietro il sacrificio umano di Peshawar c’è la mano del maligno, del principe delle tenebre che gioisce nel mettere zizzania tra gli uomini, nel porli gli uni contro gli altri. Nessuna persona dotata di intelletto e di un cervello integro potrebbe mai pensare che Dio voglia sottomettere chicchessia.

Di fronte a questo orrore, non servono solo le armi, servono le parole, gli accordi, l’azione collettiva delle Nazioni Unite, perché va tirata una riga, imposta una cesura storica, chiuso un capitolo. Serve – senza ulteriore indugio – che l’Onu dichiari il jihadismo islamista un crimine contro l’umanità. Una santa Alleanza della Civiltà contro il terrore, senza distinguo, senza specificazioni. Unitaria, ferma, con un unico obiettivo.

Serve soprattutto che i musulmani “moderni” – perbene – quelli che leggono il Corano e gli Editti e ne interpretano il significato alla luce della realtà contemporanea e del rispetto della più stupefacente prodotto dell’infinita intelligenza di Dio (l’uomo), muovano contro quest’orda di barbari  sanguinari la più ferma delle reazioni.

Non servono più i distinguo tra confessioni religiose, gli appelli alle “fobie” religiose vere o presunte, i richiami a una tolleranza che in Occidente c’è, è tangibile, mentre in Oriente non esiste verso i cristiani, bersagliati dall’orrore jihadista perché infedeli, così come i musulmani che si oppongono a questi antistorici movimenti razzisti, settari e criminali.

Questo contro-jihad serve all’umanità per fare un passo avanti e i musulmani ne portano il peso più grande. Come spesso – e in tutti i modi – ha detto il Pontefice, i cristiani sono affianco ai musulmani contro il terrore. Ma i musulmani sappiano – devono comprenderlo – che il pacifismo cristiano è un’applicazione del comandamento di non uccidere, ma la dottrina cristiana tout court prescrive il rispetto della vita e, anzitutto, della propria vita: da cui promana il diritto umano della legittima difesa

Se ne ricordino tutti. Anche quando la nostra vita viene infastidita da eventi che sono piccoli e insignificanti di fronte al dolore che una parte del mondo musulmano sta arrecando a tutto il resto dell’umanità.

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