Il Consiglio di Sicurezza Onu boccia risoluzione su Stato Palestina nei confini del 1967, Usa e Australia votano contro

Otto voti a favore per la proposta di risoluzione presentata dalla Giordania, dopo l’approvazione di 22 Stati arabi e dell’Anp. Stati Uniti contrari all’imposizione di calendari fissi, controproducenti per il processo di pace che va favorito. Astenuti Gran Bretagna e Lituania (tra i Paesi dell’UE), ma anche Ruanda, Nigeria e Corea del Sud

SC vote on Palistine


New York, 30 dic. – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha bocciato la risoluzione che chiedeva la fine dell’occupazione israeliana entro il 2017 e poneva altre condizioni sottoposte a scadenze fisse.

A favore hanno votato Russia, Cina, Francia, Argentina, Ciad, Cile, Giordania e il Lussemburgo: otto voti ossia uno in meno del minimo necessario per farla adottare con la maggioranza richiesta. Usa e Australia hanno votato ‘no’, mentre Gran Bretagna, Lituania, Ruanda, Nigeria e Corea del Sud si sono astenuti

Gli Stati Uniti non hanno avuto bisogno di porre il veto (spettante ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza) per tutelare Israele, di cui sono il più stretto alleato. Tuttavia la posizione statunitense non è contraria alla costituzione dello Stato Palestinese, quanto piuttosto al progetto di risoluzione che imponesse una scadenza precisa e non legata all’esito del negoziato tra le due parti.

Secondo Washington è controproducente per il processo di pace porre scadenze, mentre va favorito e sostenuto ogni sforzo per giungere a un esito positivo dei colloqui tra Anp e Israele, ma senza imporre calendari forzosi.

Il testo chiedeva infatti l’avvio di colloqui di pace da concludersi entro un anno e il riconoscimento di Gerusalemme come capitale del nuovo Stato palestinese, ossia un ritorno alle linee di demarcazione territoriale esistenti fino al 1967. 

Il progetto di risoluzione era stato presentato dalla Giordania, dopo l’approvazione di 22 Stati arabi e dell’Autorità Nazionale Palestinese.  

Va ricordato che sullo status di Gerusalemme la Santa Sede ha mantenuto sempre la stessa opinione, da Pio XII, che SC vote on Palistineal riguardo scrisse la lettera enciclica Redemptoris Nostri Cruciatus il 15 aprile 1949, a San Giovanni Paolo II. Secondo il Vaticano, proprio per la sua particolarità, Gerusalemme dovrebbe essere dichiarata città internazionale e sottoposta all’amministrazione delle Nazioni Unite o di un organismo dell’ONU, sottraendone il controllo sia a Israele che al futuro Stato di Giudea, Samaria e Gaza (Palestina). 

La sessione è stata presieduta da Cherif Mahamat Zene (al centro, nella foto a sinistra), rappresentante permanente della Repub-blica del Ciad alle Nazioni Unite, in qualità di presidente del Consiglio di Sicurezza per il mese di Dicembre 2014.

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