Il tifone Amang su Leyte ha costretto il Papa a un anticipato rientro a Manila

Bergolio ha cercato di rispettare il programma, seppure abbreviando gli impegni previsti. Ha benedetto il Centro assistenziale per anziani e orfani a lui intitolato, ha visitato una famiglia di pescatori, ha salutato i religiosi e ha pranzato velocemente con 30 sopravvissuti al tifone Yolanda. I poveri e i bisognosi “vengano trattati in maniera equa, che la loro dignità sia rispettata, che le scelte politiche ed economiche siano giuste e inclusive, che le opportunità di lavoro e di educazione vengano accresciute e che siano rimossi gli ostacoli all’attuazione dei servizi sociali“, ha affermato

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Manila – L’arrivo sull’isola di Leyte del tifone Amang, di 2° grado della scala Saffir-Simpson (SSHS, Saffir-Simpson Hurricane Scale)  ha costretto papa Francesco ad abbreviare di quasi quattro ore la tappa nella zona colpita l’anno scorso dal tifone Yolanda, che fece almeno seimila vittime. Incontrare i superstiti e portare loro conforto e solidarietà era il motivo dichiarato di questo viaggio. “Quando a Roma ho visto la devastazione del tifone, ho capito che dovevo essere qui, quel giorno ho deciso questo viaggio”, ha detto anche oggi, durante la messa celebrata nell’aeroporto di Tacloban.

Il maltempo, che ha provocato anche una vittima – una donna di 27 anni travolta da  un’impalcatura crollata a cause dei forti venti – ha costretto il Papa a ridurre la sua permanenza, ma Francesco ha comunque cercato di rispettare, seppure abbreviandoli, gli impegni previsti. Dopo la Messa si è recato alla residenza arcivescovile di Palo, che era stata semi-distrutta dal tifone Yolanda, come la maggior parte delle strutture principali dell’arcidiocesi, tra cui la cattedrale e i diversi seminari. L’edificio – attualmente in fase di completamente – sorge su una collina alle cui pendici si sta realizzando il Centro assistenziale per anziani e orfani, finanziato dal Papa ed a lui intitolato, che doveva essere benedetto da Francesco. Il Papa lo ha benedetto passando in macchina, ma non ha potuto visitarlo.

Lungo la strada per Palo, il Papa ha visitato in una piccola casa una famiglia di pescatori, con i loro bambini, duramente colpiti dal tifone. Si è potuto trattenere una decina di minuti.

Nella cattedrale di Palo il Papa avrebbe dovuto tenere un discorso ai religiosi, ma ha potuto solo improvvisare un saluto, in piedi vicino all’altare, lasciando il testo preparato scusandosi per dover abbreviare l’incontro e recitando con i presenti una “Ave Maria”.

Nel discorso, che Francesco ha lasciato perché sia reso pubblico, si commenta il Vangelo di Marco, là dove dice che “il criterio con cui trattiamo i poveri sarà quello con il quale verremo giudicati”. In esso si chiede che i poveri e i bisognosi “vengano trattati in maniera equa, che la loro dignità sia rispettata, che le scelte politiche ed economiche siano giuste e inclusive, che le opportunità di lavoro e di educazione vengano accresciute e che siano rimossi gli ostacoli all’attuazione dei servizi sociali”.

Era in agenda anche un pranzo con i superstiti del tifone e, ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, “in effetti il pranzo è stato fatto, ma velocissimo, erano presenti 30 persone, tutte sopravvissute al tifone”. Anche se il pranzo è stato veloce, ognuna di esse si è presentata al Papa e ha parlato un po’ con lui

Rientrato a Manila Francesco ha voluto fare il percorso fino alla nunziatura, dove risiede, con una jeep scoperta per poter salutare ancora i fedeli presenti anche oggi in gran numero lungo la strada. 

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