I ‘gufi’ dell’Istat contro la rivoluzione renziana. Disoccupazione al 13%, a marzo persi 59 mila posti di lavoro

Sabotatori del progresso, gli analisti dell’Istituto Nazionale di Statistica smentiscono la baldanzosa truppa del ‘ducetto toscano’ e del ministro del Lavoro del Partito Nazionale prossimo venturo

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Roma – I controrivoluzionari dell’ISTAT smentiscono il duce di Pontassieve e la truppa ottimista – e ampiamente incapace – del Governo rivoluzionario dell’Anno Secondo dell’Era Renziana: la disoccupazione nel mese di marzo ha avuto un’impennata, raggiungendo il 13%, dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio e la lieve crescita a febbraio. Uno 0,2% in più che riporta le lancette dell’orologio ‘lavorò a novembre 2014. Un successone per Renzi & Compagni, dopo la diffusione dei dati provvisori da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica.

Dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio e la lieve crescita a febbraio, a marzo il tasso di disoccupazione sale ancora di 0,2 punti percentuali, arrivando al 13,0%. Su base mensile i disoccupati aumentano dell’1,6% (+52 mila). Nei dodici mesi il numero è cresciuto del 4,4% (+138 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,5 punti.

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo gennaio-marzo 2015 risultano in calo sia il tasso di occupazione (-0,1 punti percentuali) sia il tasso di disoccupazione (-0,2 punti), a fronte di una crescita del tasso di inattività (+0,2 punti). A marzo il numero di giovani disoccupati, mostra una lieve crescita su base mensile (+8 mila, pari a +1,2%). 

L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all’11% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza cresce nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali.

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 43,1%, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. Il numero di giovani inattivi è in calo dello 0,3% nel confronto mensile (-11 mila) e il tasso di inattività dei giovani tra 15 e 24 anni diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 74,5%.

A marzo 2015 sono state registrate variazioni di lieve entità rispetto al mese precedente della partecipazione al mercato del lavoro dei giovani tra 15 e 24 anni. L’occupazione dei giovani 15-24enni è di fatto ferma nell’ultimo mese. Il tasso di occupazione è pari al 14,5%.

Nel frattempo, la deflazione si ferma in Italia e lindice dei prezzi al consumo fa registrare una variazione nulla ad aprile su base annua, mentre sale dello 0,3% su base mensile.

Tradotto significa che alla crescente disoccupazione l’economia italiana si appresta a registrare un aumento del livello dei prezzi. Che miti abbiamo al governo del Paese…

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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