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Scuola, Boschi si sente Thatcher: “Non funziona in mano ai sindacati”. Docenti: “#staiserenorenzi non ti voteremo”

La ministra delle Riforme pensa di vestirsi da ‘Lady di Ferro’, ma il mondo della scuola è pronto a ‘battere il ferro’ finché è caldo. “Disponibili a modifiche, ma non è accettabile lasciare le cose come sono”, dice Nostra Signora della (Ri)Costituente. Dopo lo sciopero del 5 maggio prosegue però la mobilitazione degli insegnanti, che lanciano sui social la campagna ‘Noi non voteremo Pd perché indignati dal ddl La Buona Scuola‘. Pantaleo (Flc Cgil): “Boschi conferma l’arroganza e il disprezzo della democrazia”

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Pesaro – Sotto quel visino da bambola, Maria Elena Boschi nasconde un animo battagliero alla Margaret Thatcher. E come “Lady di Ferro 2.0” – nell’inedita versione ‘in riva all’Arno’ (Tamigi pussa via..) – la ministra per le Riforme tira fuori i missili contro-carro e spara ad alzo zero sulla riforma della scuola. O meglio, sul fronte che si oppone a una riforma che sarebbe ottima, se non fosse destinata all’Italia, terra di conformismi e di partitocrazia.

Dopo una prima fase di dialogo, Boschi ha annunciato la svolta: “il governo ha anche manifestato la disponibilità a delle modifiche. Ma quello che non è accettabile è lasciare le cose come sono“. Una dichiarazione che potrebbe sembrare condivisibile, se non fosse per il proseguo della sonata in ‘Fa’ maggiore: la scuola “in mano ai sindacati funziona? Io credo di no“, ha detto a Pesaro, dove si trovava per sostenere il candidato presidente delle Marche, Luca Ceriscioli. Marzullianamente parlando non fa una grinza, se non fosse una specie di dichiarazione di ripresa delle ostilità belliche con i sindacati.

Intanto il mondo della scuola manda invia a Renzi un messaggio chiaro: “#Staiserenorenzi non ti voteremo“. Lo sciopero del 5 maggio – “non compreso dalla maggioranza parlamentare e da Renzi“, osservano fonti sindacali – prosegue la mobilitazione degli insegnanti che lanciano con un tam tam sui social la campagna ‘Noi non voteremo Pd perché indignati dal ddl La Buona Scuola‘. Lo ha annunciato all’agenzia Adnkronos Alessandra Michieletto, insegnante precaria da 14 anni, presidente del Comitato nazionale tutela docenti precari Legge 296/2006.

I sindacati – ha sottolineato Michieletto – hanno incontrato una delegazione del Pd, ma nessuna apertura si è avuta relativamente alla chiamata dei docenti e pochi barlumi sulla questione precariato. Ormai il ddl è passato in commissione”. Il prossimo 31 maggio saranno chiamate al voto circa 17 milioni di persone tra Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia dove si rinnova il governo regionale. Mentre sono più di 1.089 i comuni che rinnoveranno i consigli e i sindaci“. “I docenti – ha rivelato Michieletto – si sono organizzati tramite social per non votare Pd. Si comincia già da questa sera, alle 22, intasando il profilo istituzionale di Matteo Renzi. #staitranquillorenzi non ti voteremo”.

Alle affermazioni della ministra della Riforme ha risposto Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, “La dichiarazione della ministra Boschi conferma l’arroganza e il disprezzo della democrazia“, ha detto, aggiungendo che “la scuola non è dei sindacati, ma nemmeno proprietà privata del governo“. “È del Paese e di chi quotidianamente garantisce alle nuove generazioni di avere una istruzione all’altezza dei tempi“, ha aggiunto Pantaleo, secondo il quale “lo sciopero e le manifestazioni del 5 maggio hanno dimostrato che studenti, personale della scuola, famiglie e Paese sono contro il disegno di legge della brutta scuola“. “Gli emendamenti approvati non cambiano l’impianto autoritario e incostituzionale del disegno di legge. Nelle prossime ore – ha chiarito il segretario della Flc Cgil – la mobilitazione continuerà e si allargherà“.

Musica per le orecchie di Maria Elena Thatcher

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