La lezione di Secondigliano (a futura memoria): riorganizzare su base regionale i reparti speciali della Polizia

Il colpo di testa di un singolo individuo ha causato la morte di quattro persone e il ferimento di altre sei, con un bilancio finale che avrebbe potuto essere molto più grave. La reazione delle Forze dell’Ordine locali, pur connotata da abnegazione e senso del servizio, mostra l’esigenza di riorganizzare il reparto dei NOCS (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza) della Polizia di Stato, per renderne più veloce l’impiego in ogni parte d’Italia

20150211-nocs-655x436


Quanto successo ieri a Secondigliano dovrebbe spingere, una volta per tutte, al ripensamento della composizione, alloggiamento, dislocazione sul territorio e organizzazione del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza della Polizia di Stato, i mitici NOCS, che insieme ai GIS (Gruppo di Intervento Speciale) dei Carabinieri costituiscono i reparti speciali tattici di assalto a disposizione delle Forze dell’Ordine italiane.

Anche in una prospettiva di prontezza operativa sul territorio, i NOCS sono dislocati nella Capitale, mentre i GIS hanno sede a Livorno. Occorre accorciare i tempi di intervento di questi reparti, in caso di emergenze terroristiche non solo nell’accezione classica che oggi diamo a questo fenomeno (assalto armato non convenzionale da parte di militanti di gruppi estremistici di prevalente estrazione islamista), ma anche in quello più ‘neutro’ di atti di delinquenza e criminalità comune con ampio ricorso ad armi da fuoco in luogo pubblico e in un contesto di guerriglia o para-guerriglia urbana.

Un contesto – come hanno mostrato le immagini provenienti da Secondigliano – in cui l’abnegazione individuale degli operatori delle forze dell’ordine è stato il paradigma operativo, in mancanza di un dispiegamento tattico degno di questo nome. Improvvisazione (detto nella migliore accezione) e senso del sacrificio (supportato da un coraggio smisurato) hanno evitato che i morti e i feriti potessero essere di più e che il bilancio potesse assumere i connotati di una vera e propria strage urbana.

E se invece di avere di fronte un infermiere quarantacinquenne, colto da raptus di rabbia, un quartiere popoloso e popolare si fosse trovato in una circostanza fortuita a vivere un’emergenza terroristica più o meno organizzata, ma in presenza di uso di armi da guerra? Quanto tempo sarebbe stato necessario per l’arrivo dei reparti speciali?

Da Livorno, i GIS non avrebbero impiegato meno di due ore, tra attivazione e trasferimento. Più o meno lo stesso tempo avrebbero impiegato i NOCS da Roma.

Di fronte a questa riflessione mossa dal buon senso, sarebbe il caso che il Parlamento e il Governo triplicassero il personale addetto ai reparti speciali di Carabinieri, Polizia e Finanza, riorganizzando sul territorio – su base quanto meno regionale (l’optimum sarebbe una dislocazione a livello di province) – i relativi contingenti, in modo da abbreviare i tempi di intervento in ogni parte del Paese.

Invece, i cittadini tartassati di tasse devono sapere che in materia di Difesa e Sicurezza nazionale – in ogni ambito – chi governa (male) questo Paese ha ridotto le dotazioni, mettendo in pericolo il reale svolgimento del servizio e, di conseguenza, la sicurezza della cittadinanza.

Occorre una istantanea inversione di tendenza. L’attacco terroristico – che prima o poi si verificherà in Italia per mano islamista porterà (se non vengono prese immediate decisioni tese a rafforzare le capacità di proiezione dei reparti speciali) – metterà a nudo responsabilità e colpe. E la reazione della popolazione potrebbe a quel punto essere feroce e altrettanto non convenzionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.