Da Milano stop a UberPop in tutta Italia, esultano i tassisti

La sezione specializzata sulle imprese del Tribunale di Milano ha bloccato su tutto il territorio nazionale l’uso della App di Uber

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Milano – UberPop viola la concorrenza, non crea vantaggi alla collettività e ha di fatto determinato un ‘salto di qualità’ nel fenomeno dell’abusivismo.

Con queste motivazioni il giudice della sezione specializzata sulle imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, ha disposto il blocco in tutta Italia del servizio fornito via app da Uber. Il gruppo americano ha quindici giorni di tempo per adeguarsi alle disposizioni della magistratura; nel frattempo, i legali hanno preannunciato che presenteranno appello e, definendo “incomprensibile” l’ordinanza, hanno precisato che UberPop continuerà a essere attivo nelle prossime due settimane sia a Milano, dove è partito nel maggio scorso, che a Torino, Padova e Genova.

La sentenza di Milano è una vittoria dei tassisti che, tramite i sindacati e le associazioni di categoria, avevano depositato il ricorso a metà aprile per ottenere lo stop alla tanto odiata ‘app’ che permette a chiunque abbia un’auto a quattro porte, 21 anni e la patente di trasformarsi in guidatore professionista (senza licenza). L’urgenza della decisione è motivata dall’Expo e dal “crescente successo” di UberPop dal momento che, ha scritto il giudice, “gli effetti pregiudizievoli al settore – ove si attendesse l’esito di una causa di merito – risulterebbero non compiutamente risarcibili in termini esclusivamente pecuniari“.

La mancata soggezione degli autisti UberPop ai costi inerenti al servizio taxi consente l’applicazione di tariffe sensibilmente minori rispetto a quelle del servizio pubblico e non praticabili da tassista“, si legge ancora nell’ordinanza del Tribunale di Milano, e comporta “un‘alterazione dell’adeguatezza del tariffario imposto ai tassisti“.

Ancora, UberPop non è paragonabile al ‘car sharing’ perché “l’autista non ha un interesse personale a raggiungere il luogo indicato dall’utente e, in assenza di alcuna richiesta, non darebbe luogo a tale spostamento“.

I tassisti esultano. Da Torino i sindacati hanno reso noto che chiederanno un incontro al Governo Renzi perché “lo Stato non continui più con la politica dello struzzo” di fronte a Uber che “rappresenta i nuovi barbari”). Da un altro punto di vista, le associazioni dei consumatori lamentano il “danno enorme per gli utenti” determinato da una sentenza che, commenta il Codacons, “limita la concorrenza e riduce le possibilità di scelta per i cittadini“.

Per l’Unione nazionale consumatori, il Tribunale ha fatto “un regalo alla lobby dei tassisti” e il “vuoto normativo” sulla materia “non può essere colmato dai giudici“.

L’ordinanza di oggi riguarda solo il servizio UberPop, che era stato portato nelle aule di tribunale in diversi Paesi d’Europa, prima che accedesse in Italia.

Il gruppo Uber, nato nel 2009 a San Francisco e presente in quasi 300 città di 58 Paesi del mondo, potrà invece continuare a fornire i servizi di noleggio auto con autisti professionisti. (AGI) .

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