Amministrative 2015, 17 ‘impresentabili’. Il PD se la canta e se la suona. C’è anche De Luca, che querela Rosy Bindi

La presidente della Commissione Antimafia: “Nessuna ingerenza in campagna elettorale”. Il candidato in Campania: “Denuncio la presidente per diffamazione”. Il Pd attacca: “Tornano i processi in piazza”. Non siamo su ‘Scherzi a parte’…

Rosy Bindi (PD), presidente della Commissione Antimafia (foto Adnkronos)
Rosy Bindi (PD), presidente della Commissione Antimafia (foto Adnkronos)

Anche Vincenzo De Luca, candidato del Pd in Campania nelle imminenti Regionali, tra i 17 ‘impresentabili’ inseriti nella lista diffusa dalla commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi. Dagli atti trasmessi dal procuratore della Repubblica di Salerno risulta che pende un giudizio a carico di De Luca in un procedimento del 2002 per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998 e con “condotta in corso” e altri reati come abuso d’ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere. La prossima udienza è fissata per il prossimo 23 giugno.

”Tornano i processi in piazza”, attacca il Partito democratico, mettendo la presidente Bindi nel mirino. E De Luca, come rende noto il suo ufficio stampa, intende denunciare Bindi per diffamazione. Il candidato ‘governatore’ della Campania, inoltre, “la sfida ad un pubblico dibattito per sbugiardarla“.

I 17 nomi individuati dalla Commissione Antimafia in relazione al Codice di autoregolamentazione dei partiti per le candidature:

  1. Antonio Agostino Ambrosio;
  2. Luciano Passariello;
  3. Fabio Ladisa;
  4. Sergio Nappi;
  5. Vincenzo De Luca;
  6. Fernando Errico;
  7. Alessandrina Lonardo;
  8. Francesco Plaitano;
  9. Antonio Scalzone;
  10. Raffaele Viscardi;
  11. Domenico Elefante;
  12. Enzo Palmisano;
  13. Biagio Iacolare;
  14. Giovanni Copertino;
  15. Massimiliano Oggiano;
  16. Carmela Grimaldi;
  17. Alberico Gambino.

Nessuna ingerenza nella campagna elettorale, abbiamo solo fornito una fotografia per informare i cittadini della qualità della classe politica che vanno a votare”, dice più volte Bindi, durante la conferenza stampa convocata per illustrare la lista. “Noi abbiamo scattato una fotografia -aggiunge- abbiamo utilizzato dati pubblici ma non accessibili ai cittadini. Rientra nella nostra missione, e se non lo avessimo fatto ce ne avrebbero chiesto il perché”.

Sono stati passati al vaglio i dati di 4mila candidati, sintetizza, e sono state interrogate tutte le banche dati del Paese. Si è dovuto ricostruire a che punto erano i vari procedimenti a carico dei candidati. “Possiamo dire di essere stati completi al cento per cento? – dice Bindi – la perfezione non è di questo mondo ma sicuramente questo è il lavoro più accurato possibile e sicuramente più accurato delle liste di proscrizione uscite negli ultimi tempi sui giornali”. “L’attività non finisce qui ma continueremo a prendere in esame i candidati sindaci e consiglieri comunali”, nelle prossime tornate amministrative.

Nessuna autoreferenzialità nel nostro lavoro, se non lo avessimo fatto saremmo stati inadempienti”, afferma poi rispondendo a distanza all’accusa di “autoreferenzialità” lanciata da Matteo Renzi sul lavoro svolto fino ad oggi dalla Commissione. “Avrebbero potuto dirci – continua Bindi – ‘che ci state a fare?’. L’Antimafia viene istituita a ogni legislatura e a ogni legislatura viene tarata sulle necessità del momento storico. In questa legislatura avevamo anche questo compito”.

Il Pd contro la Bindi: “Riporta i processi in piazza” – L’iniziativa della presidente della commissione Antimafia è incredibile istituzionalmente, giuridicamente, ma anche culturalmente, perché ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazzeaizzando la folla”. Lo afferma Matteo Orfini, presidente del Pd, dopo la diffusione della lista degli ‘impresentabili’. Nell’elenco della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi spicca il nome di Vincenzo De Luca, candidato del Pd in Campania nelle imminenti Regionali.

“Come noto non ho mai avuto un buon rapporto con De Luca. Ciononostante, quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile. Siamo in uno stato di diritto in cui le sentenze le emette la magistratura e in cui la candidabilità o meno di qualcuno la decide la legge. Un paese in cui si è innocenti fino al terzo grado di giudizio“, dice il presidente del Pd. “Dispiace che a rendersi protagonista di un gesto del genere sia Rosy Bindi, che evidentemente ha deciso di piegare le istituzioni ai propri obiettivi di battaglia interna al Partito democratico. Rimaniamo sereni e convinti delle nostre scelte. Nel pomeriggio sarò in Campania per dare una mano alla campagna elettorale”.

“Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica”, scrive invece su Twitter il deputato del Pd Ernesto Carbone, componente dell’Antimafia.

E se qualcuno pensasse che siamo su ‘Scherzi a parte’, se ne faccia una ragione: è l’Italistan sotto il regime del populismo da scorciatoia, dove si pensa alla demolizione degli avversari, non certo alla legalità.

Se si pensasse davvero alla legalità e alla prevenzione delle infiltrazioni criminali nelle Istituzioni (sempre maiuscole malgrado la piccolezza dei personaggi – personaggetti, citando De Luca – che le occupano spesso indegnamente), si agirebbe prevenendo l’aggressione e le pressioni locali, rafforzando i partiti nella loro componente dirigenziale interna non legata ai numeri dei voti raccolti, ma alla qualità delle idee e delle proposte da esprimere. In fondo la democrazia è responsabilità della scelta. 

Oggi nessuno fa una bella figura: da Rosy Bindi all’ultimo candidato ed etichettato come impresentabile, facendo strame della Costituzione e dei principi della presunzione di innocenza fino a condanna definitiva. Ma nell’Italia di oggi è pretendere troppo…

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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