Scavi di Pompei ‘chiusi per assemblea’. Franceschini: “danni incalcolabili”

Duemila turisti in coda sotto il sole per circa due ore, uno scandalo assoluto

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Napoli – Disagi e caos per quasi due ore per circa 2.000 visitatori, a causa di un’assemblea a sorpresa dei lavoratori degli scavi di Pompei, prima annunciata e poi differita. Il soprintendente Massimo Osanna ha poi aperto i cancelli dell’ingresso principale al sito, aiutato da personale archeologico, intorno alle 10.30.

“La chiusura dei cancelli di questa mattina è stata un colpo basso e un comportamento irrispettoso nei confronti di centinaia di turisti non responsabili ed estranei a vicende interne all’amministrazione, giunti a Pompei per ammirare un patrimonio mondiale unico che l’Italia ha la grande fortuna di possedere”, ha dichiarato Osanna. “Nonostante la mia massima disponibilità a venire incontro alle esigenze dei sindacati – ricorda il soprintendente, che aveva trattato a lungo con i sindacati anche in vista dell’esibizione al teatro grande dell’etoile Roberto Bolle – questa mattina, venendo meno alle garanzie che mi erano state riservate, gli scavi sono rimasti chiusi. Quello di alcune sigle sindacali è un atteggiamento irresponsabile – ha sottolineato il soprintendente –  Le esigenze legittime dei lavoratori sono da rispettare e tutelare, ma non si può continuare a mancare di rispetto al pubblico che è quello che garantisce il lavoro stesso di chi protesta. Il confronto richiesto dai sindacati con l’amministrazione e il Ministero non può diventare prevaricazione e ricatto a danno dell’immagine internazionale di Pompei e di tutto il Paese nel mondo”.

“Un danno incalcolabile che rischia di vanificare quei risultati straordinari raggiunti nell’ultimo anno che hanno rilanciato l’immagine di Pompei nel mondo”, ha detto il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, commentando la chiusura a sorpresa del sito di Pompei per un’assemblea sindacale.

“Non è possibile – ha continuato il ministro – organizzare assemblee a sorpresa per impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione, con il risultato di lasciare centinaia di turisti in fila sotto il sole. Chi fa così fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa de male al proprio Paese“.

Quanto avvenuto questa mattina a Pompei dimostra l’assoluta inadeguatezza della classe dirigente locale, compresi i sindacati. Già è un atto di coraggio andare in quelle zone, vista la preponderante arroganza della microcriminalità. Se poi si aggiungono a questo stato di cose anche le decisioni scandalose dei sindacati, non si può che prevedere un futuro più gramo per Pompei (e, in generale, per le località meridionali che mantengono un tale atteggiamento con i turisti). Vergogna!

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