Il Papa all’Angelus: “pressante appello per la liberazione di padre Dall’Oglio”, rapito da 2 anni in Siria

Il Pontefice in occasione della preghiera mariana ha chiesto la liberazione anche dei due vescovi ortodossi per i quali Paolo Dall’Oglio andò in missione in Siria e tutti i rapiti, per i quali ha fatto recitare un’Ave Maria ai presenti in Piazza San Pietro. Alla presenza di due giovani, ha poi aperto le iscrizioni alla Gmg di Cracovia e vi si è iscritto con un tablet in mondovisione. Commentando il Vangelo di oggi: “Chi di noi non ha i suoi “cinque pani e due pesci”? Se siamo disposti a metterli nelle mani del Signore, basteranno perché nel mondo ci sia un po’ più di amore”

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Città del Vaticano – Papa Francesco ha lanciato un “pressante appello” per la liberazione di padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria due anni fa, dopo la preghiera dell’Angelus di oggi, davanti a decine di migliaia di pellegrini.

Padre Dall’Oglio – definito dal Pontefice uno “stimato religioso” – ha vissuto in Siria per molti anni, dove ha rifondato la comunità monastica di Mar Musa. Impegnato nel dialogo islamo-cristiano, ha spesso rivolto critiche al regime di Assad e apprezzato la primavera araba siriana. A causa questo atteggiamento fu espulso dalla Siria nel 2012. Ritornatovi in una zona sotto il controllo dei ribelli, è stato rapito il 29 luglio 2013, forse da gruppi jihadisti legati ad Al-Nusra e Al-Qaeda.

La guerra e l’illegalità diffusa fanno sì che i rapimenti – per motivi ideologici o economici – siano molto comuni in Siria. Fra le vittime vi sono due vescovi ortodossi, il metropolita Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa) rapiti nell’aprile 2013. Per la loro liberazione padre Dall’Oglio era rientrato in Siria. A loro vanno aggiunti una decina di sacerdoti.

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Dopo l’appello per padre Dall’Oglio, Francesco ha ricordato anche loro. “Non posso dimenticare – ha detto – anche i Vescovi Ortodossi rapiti in Siria e tutte le altre persone che, nelle zone di conflitto, sono state sequestrate. Auspico il rinnovato impegno delle competenti Autorità locali e internazionali, affinché a questi nostri fratelli venga presto restituita la libertà. Con affetto e partecipazione alle loro sofferenze, vogliamo ricordarli nella preghiera”. E qui ha intonato un’ve Maria, seguito da tutti i presenti.

Gesù, pane di vita donato – In precedenza il pontefice aveva commentato il vangelo della messa di oggi, della moltiplicazione dei pani e dei pesci secondo il vangelo di Giovanni (Giov. 6, 1-15). Il papa ricorda che davanti “a una grande folla”, “Filippo, uno dei Dodici, fa un rapido calcolo: organizzando una colletta, si potranno raccogliere al massimo duecento denari per comperare del pane, che tuttavia non basterebbe per sfamare cinquemila persone”.

“I discepoli – ha aggiunto – ragionano in termini di “mercato”, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce quella del dare. Ed ecco che Andrea, un altro degli Apostoli, fratello di Simon Pietro, presenta un ragazzo che mette a disposizione tutto ciò che ha: cinque pani e due pesci; ma certo – dice Andrea – sono niente per quella folla (cfr v. 9). Ma Gesù aspettava proprio questo”.

E dopo aver spiegato che “il pane di Dio è Gesù stesso”, il pontefice tira alcune conclusioni: “Facendo la Comunione con Lui, riceviamo la sua vita in noi e diventiamo figli del Padre celeste e fratelli tra di noi. Partecipare all’Eucaristia significa entrare nella logica di Gesù, la logica della gratuità, della condivisione. E per quanto siamo poveri, tutti possiamo donare qualcosa”.

“Gesù sazia non solo la fame materiale, ma quella più profonda, la fame di senso della vita, la fame di Dio. Di fronte alla sofferenza, alla solitudine, alla povertà e alle difficoltà di tanta gente, che cosa possiamo fare noi? Lamentarsi non risolve niente, ma possiamo offrire quel poco che abbiamo. Abbiamo certamente qualche ora di tempo, qualche talento, qualche competenza… Chi di noi non ha i suoi “cinque pani e due pesci”? Se siamo disposti a metterli nelle mani del Signore, basteranno perché nel mondo ci sia un po’ più di amore, di pace, di giustizia e di gioia. Dio è capace di moltiplicare i nostri piccoli gesti di solidarietà e renderci partecipi del suo dono”.

“La nostra preghiera – ha concluso – sostenga il comune impegno perché non manchi mai a nessuno il Pane del cielo che dona la vita eterna e il necessario per una vita dignitosa, e si affermi la logica della condivisione e dell’amore. La Vergine Maria ci accompagni con la sua materna intercessione”.

Pellegrino a Cracovia per la Gmg – Dopo la preghiera mariana, Francesco ha voluto iscriversi pubblicamente come pellegrino alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) che si svolgerà il prossimo anno in Polonia a Cracovia. Per le iscrizioni – che si aprono oggi sul sito ufficiale – il papa ha “fatto venire qui con me un ragazzo e una ragazza”. Due giovani sono apparsi affianco al pontefice (v. foto), e il Papa, digitando su un tablet, si è iscritto alla Gmg.

Francesco ha spiegato che la Gmg del 2016 “celebrata durante l’Anno della Misericordia, …. sarà, in certo senso, un giubileo della gioventù, chiamata a riflettere sul tema «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Invito i giovani di tutto il mondo a vivere questo pellegrinaggio sia recandosi a Cracovia, sia partecipando a questo momento di grazia nelle proprie comunità”.

(Asia News)

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