Renzi, castronerie ad ‘alzo zero’: “sui migranti l’Italia è un punto di riferimento internazionale”

Il PdCM, in pieno delirio, afferma: “Noi abbiamo tracciato la linea per risolvere problema”. Il post mensile si apre con una castroneria assoluta, la foto con le due finaliste dell’US Open, Roberta Vinci e Flavia Pennetta, insieme al presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, e al presidente del CONI, Giovanni Malagò: Binaghi e Malagò tengono la bandiera italiana al contrario di come andrebbe messa (ma forse è Malagò che si crede il pilastro del vessillo…)

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Roma – “Che l’Italia sia oggi un punto di riferimento a livello internazionale emerge chiaro nelle delicate questioni legate all’immigrazione. A casa nostra qualcuno ha raccontato per mesi che l’immigrazione era un problema tutto locale, figlio della cattiva gestione politica di un Governo o di una prefettura. Si è fatto credere che l’Italia fosse invasa e il mondo invece stesse bene. Finché la realtà si è presa una bella rivincita“.

Lo ha scritto il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, nelle consuete news mensili inviate attraverso la newsletter e pubblicate sul sito personale (qui), in cui spiega che “il numero delle donne e degli uomini che raggiungono le nostre coste è più o meno lo stesso, identico, dello scorso anno. Non c’è invasione, dunque“, afferma, negando la realtà dei numeri diffusi con quale parsimonia sospetta dal ministero dell’Interno.

Renzi però non ha dubbi: “si può discutere e riflettere insieme su come gestire al meglio la complicata partita organizzativa, dall’accoglienza all’asilo ai rimpatri. Ma non c’è nessuna invasione con buona pace dei professionisti dei toni apocalittici che affollano i nostri talk show, non solo dal lato dei politici”, con un riferimento spudorato a giornalisti fuori dal coro e ad analisti di sicurezza nazionale e internazionale, che moltiplicano (moltiplichiamo, ndr) le voci di allarme sui media di ogni ordine e grado e sui social network.

Renzi spiega che quanto sta accadendo in altri Paesi europei dimostra che “siamo davanti a un problema serio (e chi ha riso, finora?, ndr), che durerà anni (continuando a gestirlo in modo risibile, durerà pochissimo: il tempo di sovvertire le istituzioni laiche e repubblicane, ndr) e che l’intera comunità europea deve affrontare (dimenticando che la ‘comunità europea’ non esiste più da decenni… ndr)”.

2015091-espresso-100mila-sparitiCi siamo stancati dei minuti di silenzio di Bruxelles quando affonda un barcone o muoiono tanti bambini sulle spiagge, nelle stive, dentro i camion”, continua Renzi, che aggiunge: “Non basta commuoversi, è tempo di muoversi“, ripetendo un concetto espresso giorni fa: repetita iuvant…

Per il presidente del Consiglio è necessario che l’Unione Europea si doti di una politica di asilo comune, con accoglienza e rimpatri gestiti in modo unitario e non dai singoli Stati, “con una politica di cooperazione internazionale più incisiva, con un’azione mirata contro i trafficanti di uomini, gli schiavisti del ventunesimo secolo“. Misure che – ricorda ‘Er Bomba’ – egli stesso propone “dal consiglio (europeo, ndr) straordinario di aprile“: “il popolo delle enews ricorda bene tutti i nostri passaggi, più o meno condivisi, ma certo coerenti. Non dovremo fare la fatica di cambiare idea al prossimo consiglio europeo. Perché abbiamo sempre sostenuto che sul tema dell’Immigrazione l’Europa si gioca la faccia. E che occorre una risposta unita”.

“Adesso che il clima sembra cambiato – prosegue il ragionamento del presidente del Consiglio italiano, rivolto al popolo delle enews – adesso che autorevoli leader hanno preso posizioni che finalmente possiamo condividere, adesso che l’Italia ha tracciato la linea, non ci accontentiamo di aver avuto ragione in passato. Vogliamo risolvere il problema, non ci basta dire di aver avuto ragione”. Il tema è chiuso con una postilla: “Ho scritto questo articolo per tredici giornali europei, sono gradite le vostre osservazioni”.

Tuttavia, andrebbe chiesto a Renzi – a mero titolo di esempio – come si giustificano le sparizioni di 100.000 migranti, dissoltisi nel nulla, come ha dimostrato Fabrizio Gatti nel suo reportage su l’Espresso‘ del 21 Gennaio 2015. Si potrebbe chiedere al sedicente capo del Governo italiano come giustifica la gestione scandalosa dei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo, da cui si entra e si esce come si vuole, superando ogni filtro di controllo, come mostra indiscutibilmente la foto in basso (fonte l’Espresso).

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Oppure, si potrebbe chiedere a Renzi come si fa a contrastare il traffico illegale di migranti in modo unitario, con le più volte denunciate infiltrazioni jihadiste tra i disperati (comprovate da decine di fotografie diffuse attraverso i social), senza mettere in discussione il totem della sovranità degli Stati e senza un trasferimento coordinato e organizzato di questa sovranità in materia di sicurezza e difesa nel quadro di un’architettura costituzionale che garantisca l’impossibilità di un’egemonia di uno Stato membro sugli altri.

Andrebbe chiesto, sempre a Renzi, quali iniziative il Governo italiano ha intrapreso per (ri)avviare una fase costituente europea, con l’obiettivo della redazione di una costituzione federale e dell’avvio della fase finale del processo di integrazione europea, che garantisca Stati e popoli e ne traduca le sorti in una comunità di destini (secondo l’unico modello democratico funzionante – volenti o nolenti – gli Stati Uniti d’America, cui si ispirarono i Founding Fathers dell’integrazione europea negli Anni ’50 dello scorso secolo).

Ma queste domande resterebbero inevase, perché su questi temi Renzi è tabula rasa.

Lo dimostra perfino la chiusa delle Enews, che si riferisce all’estemporanea trasferta a New York per seguire la finale dell’US Open di tennis femminile tra Flavia Pennetta (poi vincitrice) e Roberta Vinci. Come foto di apertura delle Enew Renzi ha scelto quella che lo ritrae al centro delle due tenniste pugliesi e del presidente della Federtennis , Angelo Binaghi, e al presidente del CONI, Giovanni Malagò, che tengono ai lati il Tricolore Italiano…invertito. Probabilmente Malagò – percependo se stesso al centro del mondo sportivo italiano – ha pensato di essere il pennone del vessillo nazionale, mentre la bandiera avrebbe dovuto essere con la parte verde verso sinistra, nella prospettiva di chi guarda.

Un errore dal significativo valore simbolico: questi personaggi (più che personalità: anche se di Malagò non si apprezza alcun sorriso, chissà perché…) guardano il mondo dalla propria prospettiva, non dalla prospettiva della gente, dei sudditi/limoni da spremere

Di che parla presidente (ahinoi) Renzi?

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