L’Istat: +70mila occupati ad agosto. Renzi: è il Jobs Act. Brunetta: trionfalismo mal riposto

Per Poletti, ministro del Lavoro, “la ripresa è una realtà”, mentre Padoan sostiene che i “miglioramenti sono permanenti”. Critiche da sindacati e opposizione. Loy, UIL: “merito degli incentivi, non del Jobs Act. Brunetta, Forza Italia: “Non è con gli slogan, o con l’imbroglio, che si governa il Paese


Roma – Numeri positivi sul fronte degli occupati in Italia, con il tasso di disoccupazione sceso all’11,9%, i minimi da febbraio 2013. Tuttavia tra i giovani il tasso di disoccupazione è ancora in aumento. Ad agosto, secondo i dati provvisori dell’Istat, la stima degli occupati sale ancora dello 0,3% con un aumento di 69 mila persone che hanno trovato lavoro, mentre su base annua l’occupazione cresce dell’1,5% con 325 mila persone occupate in più.

La crescita dell’occupazione però è marcata da due dati: il primo è che crescono i dipendenti a tempo determinato (+45mila) più di quelli a tempo indeterminato (+25mila) . Il secondo è che i lavoratori dipendenti restano invariati (anzi flettono di 1.000 unità).

L’Istat però non dà conto dei licenziati, per cui la valutazione dei dati sembra fatta ad arte per reggere il moccolo al Governo. E infatti il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha trionfalmente cavalcato il tema: è l’effetto del Jobs Act. Nella cavalcata del nulla si è imbarcato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo il quale i dati sull’occupazione confermano “che la ripresa è una realtà“, mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato come siano “miglioramenti permanenti, frutto di scelte strutturali”, ma è smentito dai dati stessi (vista la prevalenza di occupati a tempo determinato.

I DATI DELL’ISTAT – Tornando ai dati, ad agosto il tasso di disoccupazione si è attestato all’11,9%, in flessione di 0,1 punti percentuali dopo il calo del mese precedente di 0,5 punti. La stima dei disoccupati diminuisce dello 0,4% (-11mila). Nei dodici mesi la disoccupazione cala del 5% (-162 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 0,7 punti.

La disoccupazione della fascia 15-24 anni – ossia quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi – è in crescita e si attesta al 40,7%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. In termini tendenziali, rispetto ad agosto 2014, il tasso di occupazione dei giovani 15-24enni però cala di 0,1 punti percentuali, scende anche il tasso di disoccupazione (-2,3 punti), a fronte di una crescita del tasso di inattività di 1,2 punti.

Nella media degli ultimi tre mesi, per i giovani si osserva il calo del tasso di disoccupazione (-0,6 punti percentuali), a fronte di una lieve crescita sia del tasso di occupazione (+0,1 punti) sia del tasso di inattività (+0,1 punti).

Fredda la reazione di consumatori e sindacati, mentre Forza Italia usa l’arma del sarcasmo.

Adusbef e Federconsumatori parlano di “enfasi e ottimismo immotivati“. Per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, invece la crescita del numero degli occupati non è dovuta al Jobs Act, ma agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità 2015, cessati i quali l’occupazione potrebbe tornare a scendere in modo repentino.

L’ottimismo trionfale di Renzi è invece bersagliato da Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, che riprende e sviluppa l’argomento di Guglielmo Loy. Per Brunetta “il trionfalismo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sui dati diffusi oggi dall’Istat sul mercato del lavoro è ancora una volta assolutamente mal riposto“. “I dati“, sottolinea Brunetta, “rappresentano una realtà differente da quella che racconta“, delineando lo scenario prossimo. “1) Finita l’ubriacatura delle trasformazioni dei primi mesi del 2015, incentivata dalla decontribuzione – rileva – il modesto aumento dei posti di lavoro appare ora trainato dall’occupazione a termine e non da quella permanente – nell’ultimo mese (agosto), la prima aumenta di 45mila unità, mentre la seconda solo di 25mila. Nel trimestre, l’occupazione a termine aumenta di 94mila unità, mentre quella permanente di sole 13mila; 2) Per quanto riguarda il lavoro autonomo, continua la sua progressiva erosione; 3) Il tasso di disoccupazione giovanile aumenta, e ad agosto si avvicina drammaticamente al 41%“.

Nonostante Jobs Act e decontribuzione – continua il presidente dei deputati di Forza Italia – rispetto ad un anno fa abbiamo più giovani inattivi e solo un impercettibile aumento degli occupati; 4) Si registra un deterioramento del mercato del lavoro femminile rispetto a quello maschile, con il tasso di disoccupazione delle donne che nell’ultimo mese aumenta; 5) Infine, il confronto con l’Europa ci dice che siamo ancora distanti dal dato della Germania (disoccupazione al 4,5%) e sopra la media dell’Unione europea, la quale a sua volta diminuisce per effetto delle politiche monetarie della Bce“.

È dunque chiaro che, al contrario di quanto dice Renzi – conclude Brunetta – l’effetto Jobs Act sull’occupazione è nullo. Per ripartire serve una diversa politica economica. Non è con gli slogan, o con l’imbroglio, che si governa il Paese“.

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