Giovanni Scudieri (comunisti marxisti leninisti): non possiamo non dirci alleati dell’ISIS
Il ‘Partito marxista-leninista italiano’ ha espresso appoggio al sedicente Stato Islamico dell’Iraq e di al-Sham contro la “santa alleanza imperialista”. Un reato penale grave, visto quanto dichiarato dai jihadisti. L’articolo 21 della Costituzione non può essere evocato per dare appoggio a nemici dichiarati dell’Italia e della nostra libertà. Perché la magistratura non contesta il reato previsto dall’articolo 243 del Codice Penale?
Roma – Il fenomeno dei foreign fighters è da tempo al vaglio delle autorità italiane di sicurezza – preventiva e non – ma a certi sedicenti patrioti sfugge che i jihadisti dell’ISIS (Islamic State of Iraq and al-Sham) abbiano un programma imperialista religioso teso a sottomettere il mondo alla sharia islamica.
Sfugge sicuro a Giovanni Scudieri, segretario del Partito Marxista Leninista Italiano, che nel corso della “5ª Sessione plenaria del Comitato centrale del PMLI” ha affermato cose di inaudita gravità: “Una santa alleanza imperialista è nata per combattere e distruggere lo Stato islamico che si oppone all’imperialismo. Ovviamente il PMLI non può farne parte. Il nostro posto attuale è al fianco (o ‘a fianco’? Ah saperlo…, ndr) di chi combatte l’imperialismo che è il nemico comune di tutti i popoli del mondo“. Una premessa che già fa accigliare. Ma il prosieguo rende attonisce. “Lo Stato islamico non vuole che l’imperialismo sia il padrone dell’Iraq, della Siria, del Medioriente, dell’Africa del Nord e centrale, dell’Afghanistan e dello Yemen. Nemmeno noi lo vogliamo, quindi non possiamo non appoggiarlo“.
Pur precisando che “tra noi (comunisti marxisti leninisti, ndr) e lo Stato islamico esiste un abisso incolmabile sui piani ideologico, culturale, tattico e strategico“, e che i comunisti marxisti leninisti italiani non condividono “tutti i suoi metodi di lotta, atti e obiettivi” (non tutti, ma qualcuno…), Scudieri sottolinea che “un punto fondamentale ci accomuna, quello della lotta senza quartiere all’imperialismo“, un fatto che “supera al momento ogni e qualsiasi altra divergenza, ed è il perno della nostra alleanza antimperialista di fatto“.
Le parole del segretario generale del PMLI sono state affidate a un comunicato stampa diramato domenica scorsa e resterebbero confinate nella libertà di espressione – garantita a tutti dall’Articolo 21 della Costituzione – se non fosse per un piccolo particolare: l’ISIS ha dichiarato esplicitamente guerra all’Italia (oltre che al mondo intero) e un obiettivo concreto, preannunciato dal movimento jihadista islamista, è la sottomissione alla sharia del Paese e la distruzione del Vaticano (che è uno Stato indipendente in enclave all’interno dello Stato Italiano).
Non solo le affermazioni di Scudieri sono farneticanti sotto il profilo storico e politico, ma costituiscono un grave reato contro la personalità dello Stato – intelligenza con il nemico – previsto dall’articolo 243 del Codice Penale, che prevedeva perfino la pena di morte nella stesura originaria, pena trasformata in ergastolo dal Decreto Luogotenenziale 224 del 1944 nel caso di commissione del reato in tempo di guerra.
Una eventualità che al momento non si pone, dal punto di vista italiano, solo perché il Parlamento non ha deliberato lo ‘stato di guerra’, come prescritto dall’Articolo 78 della Costituzione.
Che aspetta la procura competente per territorio a mettere sotto inchiesta Giovanni Scudieri, compagno che sbaglia e straparla, ma se la intende – almeno sotto il profilo intellettuale – con il nemico jihadista?
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