Erdogan accelera per cambiare la Costituzione, nel frattempo bombarda i curdi

Ripresa la campagna militare turca contro il Pkk con raid dell’aviazione di Ankara su “almeno 16 bersagli” nella regione montagnosa di Daglica e nel Kurdistan iracheno. Esclusa l’ipotesi del rilancio del processo di pace, Erdogan si fa forte del risultato elettorale per riformare la Carta e trasformare il Paese in una Repubblica presidenziale, presupposto essenziale per l0incarico a vita. Nel silenzio del Consiglio Nord Atlantico

Ankara – La campagna delle forze armate turche contro postazioni curde del Pkk è ripresa. Il Partito curdo dei lavoratori è considerato un’organizzazione terrorista e di recente è tornato nel mirino del governo centrale.

I raid dell’aviazione turca hanno colpito obiettivi nel sud del Paese e nel nord dell’Iraq. “Almeno 16 i bersagli centrati”, secondo quanto riferisce un comunicato del comando militare di Ankara. Gli attcchi si sono concentrati attorno alla regione montagnosa di Daglica e nelle zone di frontiera del Kurdistan iracheno, con violazione della sovranità di Baghdad.

Simili operazioni militari hanno caratterizzato anche la giornata del 2 Novembre, il giorno successivo alle elezioni politiche che hanno sancito il trionfo dell’Akp, il partito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.

Nie giorni scorsi miliziani curdi sono morti in scontri con le forze di sicurezza turche in atto in diverse aree del sud-est del Paese.

Martedì Ankara ha escluso ogni ipotesi di riavvio del processo di pace con il Pkk, dopo l’ondata di violenze divampate nel luglio scorso. Gli anni di relativa calma in seguito al raggiungimento di un cessate il fuoco fra i due fronti sono ormai un ricordo.

Intanto il presidente Erdogan, uscito rafforzato dalla tornata elettorale, sta rilanciando il progetto di modifica della Costituzione. In un intervento trasmesso dalla tv turca, ha confermato che “risolvere la questione” della Carta è una delle priorità del prossimo futuro.

Uomo forte da oltre 10 anni del panorama politico turco, Erdogan spinge da tempo per il cambiamento della Costituzione promulgata nel 1980 dai militari, con l’obiettivo di rafforzate il ruolo del presidente e aumentarne i poteri.

Il portavoce del presidente ha annunciato anche il proposito di indire un referendum per trasformare la Turchia da sistema parlamentare in una Repubblica presidenziale, passo essenziale per la successiva svolta autoritaria e l’incarico a vita.

L’inazione del Consiglio Nord Atlantico – massimo organo politico dell’Alleanza Atlantica – desta qualche perplessità, visto che la Turchia sta gradualmente eliminando i presupposti giuridici e politici che ne hanno motivato il ruolo di alleato cardine della NATO nel fronte sud-orientale dell’Alleanza.

(Credit: AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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