Berlusconi lancia Forza Italia, ma sembra un arroccamento dal sapore antico e tragico

Il messaggio del “Cavaliere” è già nella storia italiana, ma all’Italia serve un cambiamento che né Berlusconi, né la sinistra ha saputo prevedere per il Paese

Silvio BerlusconiPiaccia o non piaccia, il videomessaggio di Silvio Berlusconi, diffuso ieri in ogni dove, è entrato a far parte già della storia dell’Italia repubblicana: a prescindere dal giudizio politico – rosso, bianco o nero – il leader indiscusso del centrodestra  ha aperto e allo stesso tempo chiuso quel cerchio che si è aperto nel 1994 quando, in un altro analogo messaggio, annunciò la propria discesa in campo che scompaginò il panorama politico nazionale e impedì alla sinistra – incredibilmente intonsa dalle indagini sul finanziamento illecito ai partiti e la corruzione – la presa del potere.

Infatti, c’è una grande differenza alla base dei due annunci: l’umore. In quello con cui avviò Forza Italiapartito a forte connotazione personale con gestione imprenditorialeBerlusconi non smise mai di sorridere. Era l’inizio di un’avventura vincente che lo ha portato a governare per ben quattro volte e non certo per imposizione dello Spirito Santo ma perché ha realmente potuto contare su una grande fetta di consenso degli italiani (ed ha persino rischiato di vincere le elezioni del febbraio scorso, costringendo Giorgio Napolitano a optare per un esecutivo di larghe intese).

Tra il 1994 e ieri, invece, tutto è cambiato. Non solo perché la storia giudiziaria di Berlusconi è stata caratterizzata da decine di processi e processettinon solo perché è stato condannato e molto probabilmente non potrà mai più mettere piede in Parlamento; ma anche (e soprattutto) perché è cambiata la società italiana (ed il consenso zigzagante attorno al MoVimento Cinque Stelle ne è una prova tangibile).

Il centrodestra, inoltre, ha dimostrato di non avere la forza necessaria per creare una leadership che potesse continuare l’opera berlusconiana, così da concedergli una sorta di riposo del saggio.

Ormai è noto che l'(ex) Cavaliere abbia sempre stimato l’avanzata di Matteo Renzi, magari con un pizzico di invidia. Come se Berlusconi fosse stato costretto, dall’assenza di un’alternativa, a continuare a stare sotto ai riflettori.

Avrebbe voluto mettersi da parte, sperando che Angelino Alfano potesse sostituirlo. Il siciliano, però, ha deluso le aspettative ed è prigioniero della sua figura di “vice”, non supportato a pieno dagli altri “generali” del PDL. E, magari, se si fosse defilato, magari la sentenza della Cassazione avrebbe potuto essere diversa (come malignano gli aficionados del signore di Arcore).

La logica politica, infatti, avrebbe preteso un Berlusconi dimesso, come abbiamo scritto tempo fa.

Lui, invece, è rimasto al suo posto e con il video di ieri ha annunciato una battaglia a distanza contro i suoi nemici di sempre: le toghe rosse e la Sinistra anti-liberale. Perché, fino a quando la mente glielo concederà, farà sarà) il leader. Non tanto perché non può farne a meno, e perché non può darla vinta a chi lo ha bollato per sempre con il marchio di “colpevole”; quanto perché, al di là di “mister B.” c’è il vuoto.

Aver deciso di riprendere la bandiera di Forza Italia ha lo stesso sapore, a nostro avviso, di una rivincita ritardata, una sorta di arroccamento da epilogo. Il futuro ci dirà se Berlusconi si sarà arroccato nella sua “Repubblica di Salò” ovvero abbia salvato davvero la democrazia in Italia. Al momento la confusione regna sovrana – non solo per colpa di Berlusconi – e a non beneficiarne è sicuramente l’Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

20130628-twitter-very-little@waltergianno

Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.