Schumacher: i due minuti di video raccontati dagli inquirenti

Il Pubblico Ministero, Patrick Quincy, e il capo della gendarmeria, Stephane Bozon, durante la conferenza stampa di oggi, 8 dicembre, hanno fatto il punto sulle indagini: a norma le attrezzature fornita, regolamentari le segnalazioni sulle piste di Merbél, appropriata la velocità sostenuta dal campione. Una scelta incauta quella dell’ex pilota di praticare quella scorciatoia “Sarei tentato di dire che Schumacher è andato fuori dal tracciato senza una motivazione particolare” conclude il procuratore.

Tribunale di Albertville (Savoia)

Parla il testimone oculare: la telecamera palmare posta sul casco protettivo del pluricampione del mondo che, essendo in funzione al momento dell’incidente, ha potuto restituire integralmente l’esatta sequenza dell’accaduto.

Grazie a queste immagini, a dieci giorni dall’incidente occorso a Michael Schumacher lo scorso 29 Dicembre, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire i fatti e fare il punto sulle indagini, come emerso dalla conferenza stampa tenutasi stamane nel palazzo di giustizia di Albertville (Savoia), presieduta dal Pubblico Ministero Patrick Quincy, titolare delle indagini dell’incidente, e dal capo della gendarmeria, Stephane Bozon.

La telecamera, consegnata volontariamente agli inquirenti dalla famiglia del tedesco, ha restituito integralmente la sequenza dell’incidente avvenuto in due minuti.

Schumacher procedeva a una velocità appropriata, non elevata anche se ancora non stabilita dagli inquirenti, quando, di sua iniziativa, ha scelto di percorrere “uno spazio i cui pericoli non erano segnalati” ricoperto da 10 cm di neve fresca, fuori dalla zona normalmente battuta dagli sciatori e da lui ben conosciuta.

Il procuratore Quincy ha ricostruito l’incidente riportando la sequenza delle immagini rilevate dalla videocamera: lo sci di Schumacher, durante la discesa lungo il pendio che unisce la pista blu a quella rossa nella stazione sciistica di Meribél, ha «urtato contro una pietra a 8 metri dal bordo della pista». Una pietra nascosta dalla neve e non visibile a occhio nudo che ha, dunque, provocato la perdita di equilibrio del campione, il quale ha prima perso gli sci e, sbilanciandosi in avanti, ha poi sbattuto violentemente la testa contro una seconda roccia, sempre coperta da neve, rompendo così il casco.

Tra i filmati visionati, non vi è quello in cui Schumacher presta soccorso a una bambina, episodio riferito dalla sua addetta stampa Sabine Kehm nei giorni scorsi, e vi sarebbero invece immagini, nei momenti precedenti all’incidente, che ritraggono l’ex pilota in compagnia del figlio e del fidanzato della figlia.

Il comandante della gendarmeria, Stephane Bozon, è poi intervenuto evidenziando la piena collaborazione della famiglia Schumacher con le forze dell’ordine durante lo svolgimento delle indagini, e si è poi soffermato sulle responsabilità dell’accaduto evidenziando come non possano essere addebitate né agli sci nè agli attacchi degli sci (integri) né all’impianto sciistico, conforme alle norme di sicurezza, ma piuttosto all’incauta scelta dell’ex pilota di percorrere un tratto di neve fresca fra due piste battute.

Ci sono delle norme per le piste, in materia di sicurezza.” ha aggiunto il PM Quincy” Per quanto ci riguarda c’erano tutte le segnalazioni e sulla pista non sono state riscontrate delle mancanze. Chi gestisce la pista ha rispettato ciò che dice la legge. Con gli elementi attuali l’inchiesta non è finita, vedremo di capire il reale motivo per cui Schumacher ha sciato in quel tratto di neve. Per quanto mi riguarda, sembra che abbia fatto di propria iniziativa questa scelta, conosceva benissimo la discesa”.

Sarei tentato di dire che Schumacher è andato fuori dal tracciato senza una motivazione particolare” conclude il procuratore.

Per quanto riguarda il fuori pista, il procuratore ha concluso che la definizione di ‘fuori pista‘dovrà essere definita secondo i criteri di giurisprudenza, aggiungendo che: “La concezione di pista è chiaramente resa nota da un regolamento conosciuto da tutti e definita dal codice urbanistico in vigore come un percorso regolamentato e segnalato nonché protetto, gestito e adeguato alla pratica dello sci autorizzata

Quincy ha infine aggiunto che l’inchiesta al momento non è conclusa e che la procura continuerà a vagliare diversi elementi di prova e acquisirne di nuovi “Se li avete voi” ha detto rivolgendosi ai media “fateceli avere perché sono essenziali per capire la verità dell’accaduto.”  Chiaro il riferimento al video che il giornale tedesco Der Spiegel ha affermato, nei giorni scorsi, di avere in mano ma di cui la procura non è venuta in possesso. Il filmato sarebbe stato girato da un turista di 35 anni di Essen, in quei giorni in vacanza a Meribél, che fermatosi a bordo pista per riprendere un amico, avrebbe ‘intercettato’ nello sfondo la caduta di Schumacher.

Le indagini coordinate dalla procura di Albertville procedono e sono in via di sviluppo perché si sta ancora accertando se siano ravvisabili eventuali responsabilità penali. Attualmente non risulta alcuna denuncia da parte delle assicurazioni.

Ultimo aggiornamento 8 gennaio 2014, ore 17.53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA