Relazioni Germania-Usa, è crisi diplomatica. “Espulso” capo della CIA a Berlino. Si stanno risvegliando i demoni tedeschi?

Al funzionario dell’intelligence statunitense, accreditato presso il governo federale tedesco con dignità diplomatica, è stato chiesto di lasciare il Paese, ma senza dichiararlo ‘persona non grata‘, una dichiarazione formale che avrebbe potuto essere “ricambiata” dall’Amministrazione Obama. Merkel: “Spiare gli alleati è uno spreco di energia”, ma la cancelliera mente sapendo di mentire. Le parole di Junker allo Spiegel nel marzo del 2013: profetiche?

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Berlino –  Il governo federale della Germania ha chiesto al capo della stazione CIA di Berlino di lasciare il Paese, dopo le rivelazioni secondo cui almeno due agenti tedeschi del BND (Bundesnachrichtendienst) sarebbero stati in rapporti con l’intelligence degli Stati Uniti.

È stato chiesto al rappresentante dei servizi segreti americani presso l’ambasciata degli Stati Uniti di lasciare la Germania“, ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert. Secondo fonti a conoscenza del dossier, il governo si è limitato a chiedere al funzionario della CIA di lasciare, senza dichiararlo ‘persona non grata‘, dizione formale e diplomatica per l’espulsione. Un espediente procedurale che monca – in linea di principio – un’analoga e contraria mossa da parte dell’Amministrazione americana, come da prassi diplomatica. Si tratta comunque del primo provvedimento del genere preso dalla Germania contro un agente americano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Sul caso, la cancelliera Angela Merkel si è espressa sottolineando che spiare gli alleati, “è uno spreco di energia. Abbiamo così tanti problemi, dovremmo concentrarci sulle cose importanti“.

La cooperazione tra Germania e Stati Uniti, ha poi assicurato il portavoce del governo tedesco, continuerà ma “la fiducia deve essere reciproca“. “Per la Germania – ha continuato – è imprescindibile, nella sicurezza dei suoi cittadini e delle sue missioni all’estero, cooperare in maniera stretta e con fiducia con gli alleati occidentali. Tuttavia la fiducia e la sincerità devono essere reciproche“.

Le decisione del governo tedesco arriva all’indomani delle nuove rivelazioni su un possibile secondo caso di agente tedesco al soldo degli Stati Uniti, dopo l’arresto, una settimana fa, di un impiegato del Bundesnachrichtendienst che avrebbe consegnato agli americani oltre 200 documenti elettronici in cambio di 25mila euro.

L’espulsione del capo stazione della CIA a Berlino segna una svolta politica importante sul teatro europeo e costituisce la premessa per un nuovo attivismo militare della Germania, che intende presentare all’alleato americano una rivisitazione del rapporto su basi paritarie.

Ne deriverà uno slancio ulteriore dell’atteggiamento egemonico della Germania sull’Europa, che è la vera posta in gioco. Non è vero che spiarsi tra alleati è una “perdita di tempo”, perché serve a comprendere il livello di fedeltà declamata e dichiarata, una sorta di stress test che rientra nella prassi consolidata dei rapporti tra organismi di intelligence. Impossibile che la Germania non spii gli Stati Uniti (o altri alleati), ma è una novità il fatto che questa materia sia regolata sulla piazza in uso alla pubblica opinione.

Purtroppo è solo l’inizio di una svolta su cui il presidente designato della Commissione Europea, Jean Claude Junker, nel marzo del 2013 aveva riflettuto – con toni forse profetici – nel corso di un’intervista allo Spiegel. “Mi colpisce la somiglianza fra le condizioni europee del 2013 e quelle di 100 anni prima“, aveva detto Junker sulle tensioni esistenti nell’Eurozona e sul rapporto tra Germania e Stati dell’Europa Meridionale, in primis sui diktat di risparmio tedeschi in Grecia e in Italia.

Improvvisamente sono riemersi risentimenti che si pensava fossero definitivamente scomparsi“, aveva precisato l’ex presidente dell’Europgruppo, fino ad affermare con una stupefacente franchezza: “chi pensa che l’eterna questione della guerra e della pace in Europa non si ponga più, potrebbe sbagliarsi. I demoni non sono scomparsi, stanno solo dormendo” (Euro-Krise: Juncker spricht von Kriegsgefahr in Europa; www.spiegel.de 10.03.2013, disponibile qui).

Così anche le parole di Joska Fisher, nel corso dell’intervista a Paolo Valentino sul Corriere della Sera, appaiono in uno scenario ancor più grave. “Per due volte, nel XX secolo, la Germania con mezzi militari ha distrutto se stessa e l’ordine europeo“, aveva affermato l’ex ministro degli Esteri tedesco, oggi affermato conferenziere (forse non tanto ascoltato). “Poi – aveva proseguito – ha convinto l’Occidente di averne tratto le giuste lezioni: solo abbracciando pienamente l‘integrazione d’Europa, abbiamo conquistato il consenso alla nostra riunificazione“. Sarebbe una tragica ironia se la Germania unita, con mezzi pacifici e le migliori intenzioni causasse – aveva ammonito Fisher – la distruzione dell’ordine europeo una terza volta. Eppure il rischio è proprio questo.

Curiosa concomitanza: l’espulsione del capostazione CIA a Berlino avviene nel 71° Anniversario dello Sbarco Alleato anglo-americano in Sicilia, ossia l’inizio della fine per il nazifascismo. Il futuro ci dirà se sono fantasmi o demoni.

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