Elezioni in Tunisia, risultati parziali: i laici di Nidaa battono gli islamisti di Ennahda, ma servirà coalizione nazionale

Secondo i media locali, Nidaa Tounes è al 38% ed Ennahda al 31%. Gli islamisti denunciano brogli elettorali, aumenta la presenza parlamentare dei partiti progressisti. In calo partecipazione al voto: 61,9% in Tunisia, 29% all’estero. Collegio con la più bassa affluenza è quello in Italia, solo il 14%. Fermati 4 estremisti a Nabel, volevano assaltare i seggi

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Tunisi – Prosegue lo spoglio delle schede elettorali della tornata politica di ieri in Tunisia, con un risultato che vede il partito laico conservatore Nidaa Tounes in testa con il 38,24 per cento, mentre il partito islamista Ennahda sarebbe al 31,35 per cento. Le due formazioni principali si aggiudicherebbero rispettivamente 83 e 68 seggi, se i dati fossero confermati alla conclusione del conteggio dei voti. Ne dà notizia il sito ‘Tunisie Numerique‘, che cita l’agenzia di stampa turca ‘Anadoul‘.

Risultati deludenti invece per il Cpr del presidente Moncef Marzouki (attualmente all’1,84 per cento, che otterrebbe solo quattro seggi) e per Ettakatol del presidente dell’Assemblea nazionale Mustapha Ben Jaafar.

Secondo Ennahda però ci sono stati brogli durante le procedure di voto. “Stiamo assistendo al ritorno di Rcd 20141027-elezioni-tunisia-risultati-parziali-350x301(il Raggruppamento costituzionale democratico dell’ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali, ndr) nel suo aspetto peggiore“, ha denunciato Samir Dilou, leader di Ennahda, poco dopo la chiusura dei seggi e la pubblicazione dei primi exit poll.

Secondo Dilou, sono state rilevate numerose irregolarità, per le quali in alcuni casi è stato sollecitato l’intervento delle forze dell’ordine. A suo dire, “nel 90% dei casi le irregolarità provenivano da un solo partito“, vale a dire Nidaa Tounes, e la giustizia dovrà pronunciarsi su quanto accaduto.

Anche il laico e di sinistra Congresso per la Repubblica (Cpr), partito del presidente Moncef Marzouki, ha denunciato numerose “violazioni della legge elettorale“, commesse da sostenitori di Nidaa Tounes. In particolare il partito ha fatto riferimento ai discorsi pronunciati da esponenti del partito appena i seggi elettorali sono stati chiusi, ma prima che scadesse il periodo di silenzio elettorale. Si tratta, secondo Cpr, di un tentativo di influenzare l’opinione pubblica.

Anche Nidaa Tounes in realtà ha denunciatogravi irregolarità” durante le operazioni di voto. Secondo il portavoce Lazhar Akremi osservatori del partito impegnati nel monitoraggio del voto hanno riferito di “pericolose violazioni“, come riporta ShemsFm. 

I due partiti, che erano nella coalizione di governo, sono sotto il Fronte popolare, partito di sinistra che ha visto nel 2013 l’uccisione di due suoi leader, Chokri Belaid e Mohamed Brahmi. In base agli exit poll, riuscirebbero ad affacciarsi sulla scena politica anche altri partiti progressisti.

Il dato importante, se i dati venissero confermati, sarebbe la sconfitta degli islamisti moderati di Ennahda, che avevano vinto le prime consultazioni dopo la cacciata di Zine el-Abidine Ne Alim.

Intanto Mbarka Brahmi, vedova del politico progressista Mohamed Brahmi, ucciso il 25 luglio 2013, ha conquistato un seggio al parlamento tunisino. Lo ha annunciato sulla sua pagina Facebook la parlamentare uscente Karima Sioud. “Mbarka Brahmi eletta al parlamento – si legge in un post della Sioud – Il futuro appare radioso“. Mohamed Brahmi è stato uno dei due leader del Fronte popolare (partito di sinistra) uccisi nel 2013. La sua stessa sorte è toccata a Chokri Belaid.

Come ha annunciato nella notte Chafik Sarsar, presidente dell’Alta autorità elettorale indipendente (Isie), la partecipazione al voto degli elettori tunisini è stata pari al 61,9%. All’estero, invece, si è recato alle urne allestite presso le ambasciate di vari paesi il 29% dei tunisini emigrati. La partecipazione più alta è stata registrata nel collegio ‘Francia del Nord’, dove ha votato il 45% dei tunisini, mentre quella più bassa è stata quella del collegio ‘Italià, con il 14%.

Nel frattempo, le forze di sicurezza tunisine hanno arrestato ieri quattro estremisti islamici nella provincia di Nabel. Secondo quanto riporta l’emittente radiofonica tunisina Mosaique Fm, le persone fermate avevano pianificato di attaccare i seggi elettorali e alcune stazioni di polizia con bombe molotov. Il loro capo aveva tenuto lezioni su ‘jihad’ e ‘califfatò, incitando alla “guerra santa” contro le autorità statali tunisine.

(Credit: Adnkronos, Tunisie Numerique, agenzie)