La campagna elettorale social

Politica | Politici italiani e comunicazione 2.0

I candidati alle politiche 2013 alle prese con Twitter e la comunicazione social

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Chi non ricorda l’annuncio della vittoria delle elezioni presidenziali americane 2012? C’è qualcuno che non sa dell’esistenza di una fotografia che ha fatto il giro del mondo e che ritrae Barack Obama tra le braccia della moglie Michelle? Anche ai più pigri socialmente sarà capitato di imbattersi nella felicità del neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America condivisa su Twitter e ribadita con un secco, ma efficace “Four more years”, in linea con la sintesi imposta da quel social network.

Tutto questo per ricordare, a chi non se ne fosse accorto, che il 2012 è stato l’anno della politica che “scende” sui social. Non c’è più solo la tv, i vecchi comizi in piazza sono quasi del tutto scomparsi (salvo alcune eccezioni): la campagna elettorale si è svolta a colpi di hashtag e cinguettii. Twitter è, infatti, il social più utilizzato dai politici italiani. I principali candidati alle consultazioni elettorali di domani e dopodomani hanno cercato in ogni modo di svecchiare la propria immagine e ridurre le distanze che li separano dai cittadini, ma non sempre ci sono riusciti.

Nel caso italiano, qualcuno aveva già intuito le potenzialità del web (Beppe Grillo, portavoce del M5S, è il “precursore”, il suo account Twitter @beppe_grillo vanta (nel momento in cui scriviamo) 897.176 follower per 9.022 tweet, sempre in crescendo; qualcun altro ha dovuto aggiornarsi, rischiando anche di non apparire credibile, dato il passaggio repentino da comunicazione istituzionale a comunicazione interattiva.

È il caso di Mario Monti, che ha aperto un account (@SenatoreMonti) un mese fa circa, in seguito all’annuncio della “salita” in campo. Il professore tiene a precisare di essere l’autore dei tweet, salvo quelli dello staff accuratamente firmati. E si vede. La comunicazione social del professore comincia subito con un uso eccessivo (e un po’ ruffiano) di emoticon o espressioni poco riconoscibili in bocca ad un (ex) Presidente del Consiglio (il «Wow, 100.000 followers!» suona davvero comico), quasi a voler mettersi allo stesso livello dei giovani, ché – si sa – sono quelli che sfruttano maggiormente internet per informarsi. Tuttavia, non c’è una reale interazione con i follower, in quanto scorrendo la timeline si trova un susseguirsi di informazioni sterili relative all’agenda e agli appuntamenti televisivi ai quali Monti presenzierà.

Anche Antonio Ingroia (@AntonioIngroia), candidato di Rivoluzione Civile, è uno degli ultimi arrivati su Twitter – a sua pagina conta soltanto 265 tweet e 33.517 follower – e sembra essere l’unico ad occuparsi del proprio account, dove tenta di rispondere in modo estremamente sintetico a proposte o provocazioni dei follower. Inoltre è palese il fatto che Ingroia si rivolga direttamente ai giovani, pensando possano essere gli unici a leggerlo.

Un insospettabile Pierluigi Bersani (@pbersani) si piazza bene – con 5.437 tweet e 265.308 follower – e utilizza Twitter soprattutto per mostrare i contenuti del programma elettorale, dimostrando di conoscere il mezzo in quanto tra i 140 caratteri non mancano mai hashtag e riferimenti ai TT. Tra l’annuncio di un dibattito televisivo e una frecciatina a Berlusconi, Bersani trova il tempo anche di compiacersi per il ritorno sulle scene di Vasco Rossi, quasi a voler “umanizzare” il proprio account, lasciandosi andare anche commenti off topic. Lo staff di Youdem (la tv del Partito Democratico) ha provato inoltre a realizzare un video virale (?) con lo scopo che rimbalzasse tra i social, probabilmente. Si tratta di un finto tg trasmesso a distanza di sei mesi da un’ipotetica vittoria di Berlusconi alle elezioni, con relativi disastri annunciati. Se di questo video non ne avete mai sentito parlare, evidentemente l’obiettivo non è stato raggiunto.

Bersani ha compiuto inoltre un grosso scivolone subito dopo il comizio di domenica in Piazza Duomo a Milano. Anche se non ci sono più tracce della foto risalente alla campagna elettorale di due anni fa (che vedeva una Piazza Duomo affollatissima per sostenere Pisapia, allora candidato sindaco di Milano) che Bersani ha postato su Twitter spacciandola per una recente testimonianza, la rete non perdona e la notizia è volata di tweet in tweet.

Oscar Giannino, candidato per Fare per Fermare il declino, ha attivato un account Twitter di recente invece, anche lui in seguito alla decisione di entrare in politica. La sua pagina Twitter conta solo 251 tweet, 67.121 follower, ma il giornalista dimostra di aver già preso confidenza con lo strumento, facendo uso di hashtag e mentions. Più che individuare i punti cardine del programma elettorale, Giannino utilizza il social network per rispondere in modo diretto ai propri avversari e ad eventuali polemiche che si scatenano al di fuori della rete.

Dulcis in fundo, il comunicatore per eccellenza, Silvio Berlusconi, non tradisce le aspettative e si rivela più incisivo in televisione piuttosto che in rete. È il politico con più profili fake al mondo e, a differenza dei suoi avversari, è molto più attivo su Facebook (486.000 mi piace) che su Twitter (@berlusconi2013, 6.440 tweet, 66.466 follower, sebbene sia stato stato accusato di averli comprati). La comunicazione social di Berlusconi è aggressiva e molto spesso tesa a screditare l’avversario, ma è anche molto curata visto lo sconsiderato numero di immagini, create con photoshop, che recitano le dichiarazioni più incisive del Cavaliere o sbeffeggiano Bersani e Monti, creando dei veri e propri meme. Su Twitter la campagna elettorale è meno interattiva, poiché sulla pagina sono presenti quasi solo retweet e non c’è spazio per l’interazione con gli elettori.

Per questa tornata elettorale si è coniato il termine di elezioni social, che di interattivo però hanno ben poco. Sicuramente il microblog non è lo spazio più frequentato dagli italiani, che preferiscono invece l’immediatezza di Facebook, ma è lo strumento più immediato per un confronto diretto e anche quello che rimbalza più facilmente nei media tradizionali. Quanti dei politici presenti su queste “piazze virtuali” continueranno a restarci, a campagna elettorale conclusa? Chissà che non venga in mente loro di dare più fiducia ai social e alle loro indiscusse potenzialità.

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@charlotte_braun

Claudia Fiume

Laureata in comunicazione con una tesi sul rapporto tra il reale e l'immaginario nel cinema, ho collaborato per alcune testate online come web content editor. Collezionista di immagini sul desktop e di ricettari disordinati su cui annotare imprese culinarie più o meno riuscite. Quando non faccio niente di tutto questo, twitto in modo compulsivo di tv, attualità e social media. Su THE HORSEMOON POST scrivo di tutto questo, ma anche di cinema e lifestyle.